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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS
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ANNO XVI - Numero 7-8/98 - LUGLIO/AGOSTO 1998
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Trasporto Marittimo
La TSK: come sopravvivere
La TSK (Tokyo Senpaku Kaisha) si
trova in una situazione difficile. Non solo questo vettore specializzato
in traffici interasiatici deve fronteggiare tariffe di nolo più
basse e flussi di traffico notevolmente più esigui negli
scambi di esportazione giapponesi, in particolar modo alla volta
di Malaysia ed Indonesia, ma non può neanche allargarsi
facilmente in altri mercati poiché ciò è
di competenza della sua società-madre, la NYK Line; quest'ultima,
infatti, detiene il 39% delle quote della TSK.
L'unica concreta possibilità
per la TSK, perciò, è stata quella di rendere maggiormente
efficiente la propria attuale rete, tenendo presenti le mutate
condizioni economico-commerciali della regione asiatica. Fino
ad oggi, ciò ha comportato la riduzione del numero delle
tratte di servizio offerte da e per il Giappone da tre partenze
settimanali a giorno fisso a due (v. Tabella 1) nonché
la restituzione di quattro navi noleggiate a tempo determinato
ai loro proprietari.
TABELLA 1 |
RETE DI LINEA DELLA TSK |
Servizio | Navi impiegate (TEU) | Frequenza | Itinerario |
Pegasus | ACX Hibiscus (1.475) ACX Lilac (1.400) ACX Rafflesia (1.475) ACX Violet (1.400) | Settimanale | Osaka, Tokyo, Shimizu, Nagoya, Kobe, Manila, Singapore, Port Klang, Giacarta, Pasir Gudang, Singapore, Manila, Osaka |
Southern Cross | ACX Clover (1.250) ACX Daisy (1.036) ACX Lilly (1.164) ACX Rose (1.164) | Settimanale | Tokyo, Kawasaki, Yokohama, Nagoya, Kobe, Keelung, Hong Kong, Singapore, Giacarta, Singapore, Hong Kong, Keelung, Tokyo |
MSS | ACX Swan (484) | Settimanale | Singapore, Belawan, Penang, Port Klang, Singapore |
Pendolare ASEAN * | ACX Jade (320) | Settimanale | Laem Chabang, Singapore, Giacarta, Singapore, Laem Chabang |
Note: * = Servizio gestito dalla NYK; la TSK può disporre di un certo numero di spazi-containers. |
Fonte: dati rilasciati dal vettore e dati del Containerisation International Yearbook. |
Il servizio annullato era costituito
dal giro denominato Orion, che offriva scali diretti a
Tokyo, Yokohama, Nagoya, Kobe, Keelung, Hong Kong, Singapore,
Port Klang, Penang, Singapore, Manila e ritorno a Tokyo. Ciò
ha comportato una leggera riduzione della copertura dei mercati
della Malaysia e di Singapore, dal momento che gli scali diretti
a Penang sono cessati e che Port Klang ora è servito solo
settimanalmente dalle navi di linea, invece che due volte alla
settimana come accadeva in precedenza.
Kunihiko Nogi, assistente direttore
generale della pianificazione, gestione ed operazioni della divisione
contenitori, ha ridimensionato le conseguenze della riduzione
dei servizi. "Effettuiamo ancora servizi di raccordo con
origine da Singapore da/per Penang ed abbiamo allo studio - con
vari soci - l'aggiunta di una seconda nave della classe da 500
TEU al fine di migliorare la frequenza delle partenze".
Egli, peraltro, ritiene che siano
necessari dei cambiamenti ai fini della sopravvivenza del vettore
e pensa che alcune rettifiche, tra cui l'uso di allacciamenti
strutturati su quattro navi, possa assicurare una migliore affidabilità
degli orari. In cambio, egli spera che ciò possa indurre
caricatori e consegnatari ad affidare più carichi alla
TSK.
La TSK è stata duramente
colpita dalla crisi. Spiega Nogi: "Generalmente parlando,
le esportazioni giapponesi nel Sud-Est asiatico sono calate del
30-35% dall'estate del 1997. Tuttavia, altri settori in cui siamo
pesantemente coinvolti, come ad esempio le parti di automobili,
sono scivolati di più del 50%. Il problema più grosso
consiste nel fatto che le vendite di auto in questi Paesi si sono
fermate ed i costruttori hanno dovuto arrestare la produzione
destinata al consumo locale".
I problemi si sono dimostrati particolarmente
gravi in Indonesia ed in Malaysia. I volumi di esportazione giapponesi
alla volta di questi due Paesi sono diminuiti del 40-45% nel periodo
gennaio-febbraio 1998 rispetto ai corrispondenti mesi del 1997.
A rendere le cose peggiori, le tariffe
di nolo per le merci primarie e le componenti industriali, quali
i congegni di macchinario, che un tempo facevano spuntare ai vettori
i migliori prezzi, sono state sottoposte ad un'intensa pressione
tariffaria. Nogi ha accennato al fatto che le tariffe nel settore
Giappone/Sud-Est asiatico sono diminuite del 10-15% dall'estate
dello scorso anno.
Tuttavia, poiché i volumi
di traffico in direzione nord sono in aumento dal momento che
i Paesi dell'Asean mirano ai migliori mercati di esportazione,
la TSK ritiene che vi siano potenzialità per aumentare
le tariffe in questa direzione. Trattative al riguardo sono in
corso tra i membri dell'Accordo Inter-Asiatico Trattative. Peraltro,
Kenichi Murata, dirigente della TSK per la pianificazione e la
gestione della divisione operazioni containerizzate, ha affermato
che al momento non è in atto alcun "piano concreto"
al fine di intraprendere iniziative di tal sorta.
Qualsiasi aumento tariffario potrebbe
essere di aiuto, in particolar modo perché la TSK (come
d'altronde tutti gli altri operatori Asia settentrionale/Asia
meridionale) si trova a dover affrontare costi operativi più
alti, quale conseguenza del fatto di dover movimentare un numero
sempre maggiore di contenitori vuoti in direzione sud allo scopo
di far fronte alla domanda di carichi in direzione nord.
"La necessità di spostare
equipaggiamento nel Sud-Est asiatico per provvedere ai carichi
di ritorno è uno dei nostri problemi più pressanti"
ha ammesso Murata, "ed il settore più difficile è
l'Indonesia. Stiamo esaminando molte modalità per tenere
bassi i nostri costi e la IADA è una utile sede di discussione
in cui poter scambiare le informazioni con altri 30 vettori".
Nel settore dell'Asia orientale,
dove la TSK serve Hong Kong e Taiwan, sono stati compiuti alcuni
progressi, dal momento che i sei membri della Conferenza Trasporto
Contenitori Giappone/Taiwan/Giappone hanno aumentato le tariffe
in direzione nord di 30/50 dollari USA per unità da 20/40
piedi il 1° maggio scorso.
La TSK spera, inoltre, di attirare
maggiori volumi di traffico di raccordo. Sebbene Murata abbia
riconosciuto che questo non sarà facile, egli spera che
le relazioni "di sangue" del vettore con la NYK e la
partecipazione di quest'ultima alla Grand Alliance (con la Hapag-Lloyd,
la MISC - da/per l'Europa - la OOCL e la P&O Nedlloyd) gli
possano procurare "certi vantaggi".
Attualmente, i carichi feeder costituiscono
solamente il 10% delle movimentazioni annuali del vettore, una
percentuale che sta ben al di sotto della situazione relativa
a quattro-cinque anni fa.
Per quanto la TSK non sia in grado
di espandersi facilmente in altri mercati, la linea di navigazione
sta studiando la possibilità di partecipare a diverse nuove
iniziative. "Il Vietnam e la Tailandia sono assolutamente
fuori tiro, dal momento che si tratta di territorio della NYK"
ha dichiarato Nogi, "ma negli ultimi due anni siamo entrati
con successo nei mercati cambogiani e birmani e ci stiamo guardando
intorno alla ricerca di simili opportunità altrove".
Nella fase di valutazione di nuove
rotte e nuovi servizi, la TSK parla sempre con la NYK dei propri
piani. "La nostra situazione non è diversa da quella
esistente presso la Evergreen/Uniglory" spiega Murata. "Come
impresa commerciale abbiamo il dovere di accrescere la nostra
attività in modo da assicurarci profitti, ma dobbiamo anche
supportare gli obiettivi e le strategie della nostra società-madre".
E' significativo come la recente
espansione della rete di linea della TSK non abbia comportato
il noleggio o l'acquisto di altro tonnellaggio da parte dell'operatore
in questione. L'approccio della TSK, invece, è stato quello
di trasportare i carichi destinati a queste ulteriori località
sulle proprie navi di linea interasiatica dirette a Singapore
e poi da lì collegarli mediante vettori comuni.
Nel caso del servizio per Yangon
(Myanmar, ex Birmania), che ha avuto inizio nel 1996, la TSK può
contare su un accordo di acquisto spazi-containers con il vettore
di bandiera del Paese, la Myanmar Five Star Line. La Regional
Container Lines, gestita da Singapore, assicura il collegamento
di raccordo da/per Sihanoukville, in Cambogia.
Più recentemente, la TSK
ha rafforzato le proprie attività in Malaysia pervenendo
ad un accordo con un operatore feeder locale al fine di assicurare
servizi-navetta da Singapore e Kuching (Sarawak) a Kota Kinabalu
(Sabah).
La TSK ha altresì accresciuto
le proprie attività di traffico incrociato nella regione
e sta attivamente vendendo un nuovo servizio, lanciato e gestito
dalla NYK, da Tailandia e Singapore alla volta dell'Indonesia.
Nogi ravvisa maggiori potenzialità
in questo settore di attività, specialmente perché
i produttori con sede nel Sud-Est asiatico traggono la maggior
parte della proprie componenti da fornitori locali; le modifiche
in corso alle tariffe inerenti alla istituzione della zona franca
dell'Asean asseconderanno ulteriormente il processo in discorso..
L'acquisizione di nuovo tonnellaggio
sembra fuori questione. "Noi crediamo che le dimensione ideali
delle navi da destinare al nocciolo del nostro mercato siano di
circa 1.500 TEU, con velocità di servizio pari a 20 nodi"
dichiara Murata. "Il noleggio rappresenta l'opzione migliore,
poiché assicura flessibilità. Ed è più
economico che avere debiti sulle unità di nuova costruzione".
Riguardo al servizio, Murata non
scende a compromessi. "I giorni fissi delle partenze settimanali
sono fondamentali per la nostra attività" afferma
"ed i tempi di viaggio più rapidi diventano sempre
più importanti".
Egli ritiene altresì che
i caricatori ed i consegnatari desiderino che i vettori marittimi
siano in grado di assicurare una possibilità di scelta
di rotte dai porti locali; di qui l'inserimento del porto di Kawasaki
nel recentemente rilanciato servizio Southern
Cross (v.
Tabella 1).
La TSK non è stata la sola
a dover ristrutturare la propria rete di linea interasiatica.
Nel corso degli ultimi sei mesi, la NYK, la Hyundai Merchant Marine,
la Hanjin Shipping Co, la Mitsui OSK Lines e la K Line hanno tutte
quante dovuto rivedere le proprie operazioni.
Come apparirà il mercato
fra uno-due anni, è impossibile dirlo; certo si tratterà
di una questione di sopravvivenza dei più idonei. La TSK,
almeno, ha preso provvedimenti per cercare di risultare - se possibile
- uno di loro.
(da: Containerisation International,
giugno 1998)
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