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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 30 SETTEMBRE 2015
PORTI
I PORTI DELLA COSTA OCCIDENTALE STATUNITENSE STANNO VINCENDO
LA BATTAGLIA PER I TRAFFICI TRANSPACIFICI
I porti della costa occidentale degli Stati Uniti hanno
gradualmente riguadagnato i traffici transpacifici perduti a favore
dei loro rivali atlantici dopo che l'assai giustificata vertenza
sindacale è stata risolta a febbraio e ci sono prove che
suggeriscono come questa tendenza positiva sia continuata ad agosto.
All'inizio di settembre, i due maggiori porti situati sul
litorale occidentale, Los Angeles e Long Beach, hanno riferito di
una forte crescita dei contenitori ad agosto presso le proprie
rispettive infrastrutture del 4 e del 23 per cento, avendo
continuato a tornare indietro rispetto al loro deludente inizio
dell'anno.
Nonostante non sia stato in grado di contrastare le
impressionanti cifre di crescita del proprio vicino, i volumi
containerizzati di Los Angeles pari a 786.677 TEU hanno
rappresentato il suo agosto più indaffarato dal 2006.
Nel porto di Long Beach, che ha movimentato 703.652 TEU,
l'amministratore delegato Jon Slangerup ha dichiarato che lo scalo
non ha mai visto volumi di carichi come questi nei suoi 104 anni di
storia.
Da quel momento la maggior parte dei porti della costa orientale
degli Stati Uniti, con la sola eccezione di New York/New Jersey, ha
pubblicato i propri dati relativi ai traffici containerizzati che
hanno mostrato un chiaro rallentamento della crescita
containerizzata lungo il litorale atlantico.
L'Autorità Portuale della South Carolina ha riportato che
i volumi di contenitori presso i propri terminal di Charleston sono
aumentati del 4% ad agosto rispetto allo scorso anno sino a 170.528
TEU, che possono senz'altro avere retto il confronto con il livello
di crescita testimoniato a Los Angeles in termini percentuali ma che
perdono il confronto in termini numerici.
Inoltre, non si tratta neanche lontanamente del livello cui lo
scalo si era abituato finora quest'anno, nel quale esso ha
regolarmente assistito ad una crescita a doppia cifra dei propri
dati mensili.
A luglio, ad esempio, i traffici sono stati in aumento del 14%
rispetto all'anno scorso.
Nel contempo, a Savannah i volumi containerizzati sono aumentati
del 4,4% il mese scorso e del 2,7% in Virginia: in crescita
nonostante tutto, ma anche qui non così alta come si era
visto negli ultimi mesi.
Gli ultimi dati di Container Trades Statistics relativi a
luglio mostrano che i numeri dei contenitori nei traffici
transpacifici sono stati in aumento del 12,2% sino a 1,6 milioni di
TEU e che di questi ultimi i porti del Pacifico detenevano una quota
maggioritaria del 54,7%, mentre quelli del litorale dell'Atlantico
ne avevano una del 39,8%.
A febbraio, al culmine della vertenza sindacale sulla costa
occidentale statunitense, questa quota di traffico relativa alla
costa del Pacifico era scivolata in basso sino al 44,9%.
Questo oscillamento di quasi il 10% dei traffici a favore dei
porti del litorale occidentale nel corso del periodo degli ultimi
quattro mesi fornisce una chiara indicazione del fatto che la
fiducia dei caricatori sta gradualmente tornando sulla costa
occidentale statunitense.
Infatti, questa percentuale si sta avvicinando ad un livello he
potrebbe essere considerato normale se si considera che a luglio del
2014 la quota dei traffici transpacifici era suddivisa
approssimativamente in 55,9% e 38,9% a favore dei porti del
Pacifico.
Dal momento che i dati relativi alla produzione containerizzata
presso i porti in entrambe le coste ad agosto sottolineano come più
traffici stiano tornando sul litorale occidentale, ci si può
aspettare che di nuovo i numeri ufficiali riguardanti il Nordamerica
nel suo complesso consentiranno una lettura più favorevole in
relazione al lato del Pacifico.
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