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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVI - Numero 6/98 - GIUGNO 1998 |
Industria
Il ricambio delle portacontainers
Trentadue portacontainers cellulari per un totale di quasi 34.000
TEU sono state ritirate dal servizio nel 1997 per essere disarmate,
rispetto ai 20.343 TEU (22 navi) del 1996, con un balzo percentuale
del 67% circa. Nel 1995, erano state affidate ai cantieri di disarmo
appena 13 navi per complessivi 13.441 TEU (v. Tabella 1).
TABELLA 1 |
LIVELLI DI DISMISSIONE DELLE PORTACONTAINERS CELLULARI NELL'ULTIMO DECENNIO
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Anno | Numero
| TEU |
1987 | 35 | 26438
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1988 | 9 | 7022
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1989 | 9 | 9370
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1990 | 4 | 2980
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1991 | 1 | 1702
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1992 | 4 | 2682
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1993 | 15 | 10430
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1994 | 6 | 3032
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1995 | 13 | 13441
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1996 | 22 | 20343
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1997 | 32 | 33954
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Totale | 150 | 131394
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Flotta cellulare esistente ** | 2438
| 3699085 |
% Dismissioni | 6,20% | 3,60%
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1998 * | 16 | 27899
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Note: I dati si riferiscono a portacontainers convertite in cellulari, tutto-cellulari e ro-ro; * = si riferisce al periodo gennaio-marzo 1998; ** = al 1° novembre 1997.
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Fonte: Dati di Containerisation International Yearbook, della banca-dati sulle portacontainers di MDS Transmodal e della Braemar Shipbrokers Ltd.
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Questi sono stati ricavati da una combinazione delle recenti
pubblicazioni di Containerisation International Yearbook 1998,
MDS Transmodal (consulente di trasporti britannico) e Braemar
Shipbrokers Ltd di Londra.
Tutte le suddette pubblicazioni rivelano come le dismissioni
delle portacontainers cellulari stiano aumentando anno dopo anno
e come si tratti di una linea di tendenza destinata a continuare.
Nei primi tre mesi di quest'anno, ad esempio, sono già
state affidate ai cantieri di disarmo 16 navi per complessivi
22.461 TEU di spazi-containers, per lo più in India, Pakistan
e Bangladesh.
E, secondo David Gatland, mediatore responsabile acquisti e vendite
per i contratti di demolizione della Braemar, "diversi notevoli
contratti sono in pista di lancio". Tuttavia, egli ha affermato
che una previsione definitiva per la fine dell'anno era impossibile,
data la generale incertezza dei mercati marittimi. Ciononostante,
egli ritiene che l'attuale buon livello di attività potrebbe
continuare, comportando così l'affidamento ai cantieri
di disarmo di quantitativi di tonnellaggio significativamente
più alti rispetto a quelli dello scorso anno.
Sebbene Peter Shaerf, socio dirigente della Commonwealth Group
di New York, uno dei più importanti broker e consulenti
marittimi nel mercato containeristico, sia d'accordo sul fatto
che le previsioni in materia siano un affare assai rischioso,
egli si aspetta che il tasso di dismissioni raddoppi nel 1998
sino ad almeno 60.000 TEU e che poi aumenti ancora del 50% nel
1999 sino a quasi 100.000 TEU.
"In questo mercato ci sono alti e bassi" ha fatto notare
il dirigente. "I minori prezzi per tonnellata lorda, i prezzi
delle rinfuse in calo (meno 25% rispetto allo scorso anno) e la
continua incertezza sulle reali necessità di tonnellaggio
da parte delle nuove alleanze, tutto quanto fa diminuire l'incentivo
a dismettere. D'altro canto, il calo delle tariffe di nolo, l'eccesso
di tonnellaggio e le condizioni commerciali intensamente competitive,
unitamente alle inefficienze derivanti dall'utilizzazione del
tonnellaggio più vecchio, incrementano il tasso di dismissioni".
Questi ultimi fattori, egli ritiene, sono in ascesa al momento
attuale.
Gatland ribadisce l'opinione di Shaerf: "Il nostro punto
di vista è che vi è un mucchio di vecchio tonnellaggio
nel mercato e che dato il ribasso delle tariffe di nolo e la necessità
di sottoporre queste navi a perizie speciali e/o intermedie sempre
più costose al fine di mantenerle operative, gli armatori
di portacontainers sceglieranno di dismetterle" ha dichiarato
il dirigente della Braemar.
Al contrario Makoto Ishii, direttore esecutivo anziano e dirigente
in capo della divisione trasporti di linea della Mitsui OSK Line,
pensa che ci vorranno almeno altri 10 anni prima che quantitativi
significativi di tonnellaggio containerizzato vengano ceduti per
il disarmo.
Rispondendo ad una domanda rivoltagli in occasione della recente
Conferenza per il 30° Anniversario di Containerisation
International, il dirigente della compagnia di navigazione
di linea giapponese ha dichiarato: "Le dismissioni vere e
proprie, quelle che avvengono una volta ultimato il periodo vitale
della nave, non sono ancora cominciate. Se si guardano le statistiche,
si potrà notare come la maggior parte delle portacontainers
siano ancora relativamente giovani e possano essere utilizzate
per 30 anni. La containerizzazione stessa, d'altra parte, è
cominciata solo alla fine degli anni '60 ed all'inizio degli anni
'70".
Aggiunge Ishii: "Per il nostro settore dovrà trascorrere
ancora qualche anno, prima che si possa prendere in considerazione
l'ipotesi di dismettere alcunché. Posso prevedere che l'anno
2010 costituisca il momento in cui potranno verificarsi i rimpiazzi".
Peraltro, Jeremy Davies, dirigente della divisione acquisti e
vendite della Braemar, ritiene che l'attuale linea di tendenza
sia in ascesa. Egli ha sottolineato come molte delle navi più
vecchie siano sottopotenziate (16/18 nodi, mentre la domanda attuale
è di 20 nodi ed oltre sulle principali direttrici di traffico).
Inoltre, ha detto Davies, le navi della prima generazione avevano
una proporzione di omogeneità minore (14 tonnellate/20
TEU) rispetto a quelle costruite negli anni '80 e '90 che le rendevano
"meno commerciabili" nel mercato del noleggio.
Egli ha ulteriormente posto in luce alcune inadeguatezze che
caratterizzano il tonnellaggio da carico tedesco. "In passato,
gli armatori tedeschi hanno costruito navi di classe inferiore
al fine di porsi al riparo dai provvedimenti fiscali" suggerisce
Davies. "Queste navi potrebbero avere qualche difficoltà
in più ad assicurare i noleggi in futuro, in particolar
modo a causa delle forti pressioni concorrenziali che gli armatori
e gli operatori del settore containerizzato di linea si trovano
a dover affrontare".
I margini operativi per gli armatori di portacontainers minori
stanno diventando più esigui alla luce dell'aumento delle
spese operative, delle spese finanziarie e dei costi relativi
all'equipaggio. Se, inoltre, le loro navi sono più lente
e meno efficaci del punto di vista del consumo di carburante,
il profitto viene ulteriormente compresso e la vendita ai cantieri
di disarmo diviene un'attrattiva sempre maggiore, se non addirittura
l'unica possibilità".
Allo stesso modo la pensa Harry Oiknine, socio della divisione
acquisti e vendite della francese Barry Rogliano Salles. "Tutto
dipende da quanto obsolete sono le navi. I motori a turbina sono
ancora troppo assetati per i traffici odierni" ha dichiarato.
Peraltro, la Howe Robinson, altra società di brokeraggio
marittimo con sede a Londra, ritiene che, essendo la flotta portacontainers
relativamente giovane, vi siano buone opportunità commerciali
che limiteranno l'attività di dismissione al momento attuale.
Nella sua indagine annuale 1997 del mercato containerizzato,
la Howe Robinson ha dichiarato: "Dato che i proventi offrono
ancora invitanti ricavi in relazione a navi completamente deprezzate,
vi sono poche speranze che l'aumento delle dismissioni possa accelerare
il processo di ripresa. E' improbabile che le dismissioni possano
superare l'1% annuo nell'immediato futuro".
Malgrado una diminuzione dei prezzi di dismissione (meno 10-15%)
negli ultimi 12 mesi, Davies ritiene che il prezzo si ancora un
fattore in grado di influenzare il mercato attuale.
Spiega Davies: "Le portacontainers normalmente assicurano
proventi extra ai rottamatori perché normalmente esse sono
ben tenute e - rispetto alle cisterne ed alle rinfusiere - sono
state impiegate in traffici meno duri. Pertanto, le portacontainers
sono state sottoposte a minori stress e sforzi".
Shaerf, però, non è d'accordo. "Le nostre
ricerche dimostrano come vi sia una differenza molto piccola tra
i prezzi pagati dai cantieri navali per i diversi tipi di nave"
ha fatto notare. "Dopo tutto, una lama di rasoio è
una lama di rasoio".
Shaerf ritiene, invece, che il principale fattore-guida del mercato
delle demolizioni delle portacontainers negli ultimi 12/18 mesi
sia stato - e continui ad essere - la volontà da parte
dei principali operatori di linea mondiali di tenere il proprio
vecchio tonnellaggio lontano dalle mani dei propri concorrenti.
Le trascorse esperienza hanno dimostrato che operatori quali
la Mediterranean Shipping Co e - in misura minore - la Pacific
International Lines hanno acquistato notevoli quantitativi di
tonnellaggio di seconda mano da compagnie di navigazione di linea
già affermate e poi spesso le hanno impiegate sulle stesse
rotte di traffico di queste ultime.
"I vettori sono spaventati a morte" ha fatto notare
Shaerf. "Perché dovrebbero permettere a potenziali
concorrenti a basso costo di entrare in traffici in relazione
ai quali essi stessi si ritrovano a dover pagare costi elevati
di capitale sulle proprie navi della nuova generazione?".
Aggiunge Shaerf: "Data la natura globale di molte reti di
linea dei vettori, essi desiderano limitare l'effetto-sgocciolamento.
L'interesse è ora maggiormente concentrato sulle tariffe
di nolo e sulla ricerca di migliori profitti".
Shaerf, tuttavia, ha sottolineato che vi è altresì
una fondamentale differenza tra i fornitori di servizio containerizzato
e gli armatori di navi da carico quali i Greci. Mentre questi
ultimi scambiano le navi sul mercato di seconda mano nell'ambito
della propria attività complessiva, gli operatori di linea,
che spesso costruiscono le proprie navi allo scopo di destinarle
ad un traffico specifico, tendono a conservarle tutte quante "dalla
nascita alla morte".
"Una volta che la nave ha raggiunto i 25 o 30 anni di età
ed è completamente deprezzata" ha spiegato Shaerf
"non vi è alcun incentivo per una linea di navigazione
a venderla in vista di ulteriori scambi, specialmente in un mercato
caratterizzato da tariffe in calo".
Un'indagine contenuta nel Containerisation International Yearbook
1998 rivela che vi sono 230 navi cellulari, tra cui anche
navi ro-ro/container, per una capacità complessiva in spazi-containers
pari a 260.000 TEU circa in servizio al momento attuale la cui
età è compresa tra i 25 ed i 30 anni. Almeno potenzialmente,
questo tonnellaggio dovrebbe essere ritirato dal mercato della
navigazione di linea entro i prossimi i cinque anni.
E, se l'analisi viene estesa alle navi di età compresa
tra i 20 ed i 25 anni, si nota che potrebbero essere dismesse
più di 640 navi per più di 480.000 TEU complessivi,
il che equivale quasi al 50% delle ordinazioni in corso di nuove
navi, che si avvicinano al milione di TEU.
Inoltre, diversi brokers ed analisti hanno affermato che le navi
del periodo 1982-86 sono state costruite con acciaio meno resistente
ed è perciò probabile che abbiano una vita operativa
più breve.
TABELLA 2 |
TONNELLAGGIO CELLULARE CONTAINERIZZATO DI ETA' PARI O SUPERIORE A 25 ANNI (AL 1° NOVEMBRE 1997)
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Anno di costruzione | Navi
| TEU |
1962 | 2 | 2356
|
1963 | 2 | 2356
|
1964 | 1 | 1181
|
1965 | 1 | 325
|
1966 | 2 | 343
|
1967 | 3 | 4222
|
1968 | 15 | 13857
|
1969 | 20 | 18801
|
1970 | 30 | 21136
|
1971 | 44 | 39545
|
1972 | 58 | 85093
|
1973 | 52 | 70169
|
| 230 | 259384
|
Totale flotta | 2438 | 3699085
|
% navi di età pari o superiore
a 25 anni
| 9,40% | 7,00% |
Note: al 1° novembre 1997. |
Fonte: Dati di Containerisation International Yearbook
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Negli ultimi mesi in questo settore vi è stata un'intensa
attività di acquisti e vendite: la Hanjin Shipping Company
ha venduto più di 14 navi in questo periodo, in confronto
a quattro o cinque anni in cui, per sua stessa ammissione, aveva
stipulato solo contratti di noleggio con resa. Sembra che la Yangming
Marine Transport Corp abbia allo studio opzioni similari.
"Abbiamo convinto i nostri clienti a non acquistare navi
di questo tipo" spiega Shaerf. "Ciò a meno che
essi non siano pronti a dismettere le navi a prezzi di rottamazione
al termine del contratto di noleggio. La comunità containerizzata
si è già resa conto che la nave da 2.500/3.500 TEU
dei primi anni '80 è la più vulnerabile e noi non
abbiamo alcuna ragione per cambiare idea".
Egli prevede che molte di queste unità verranno ritirate
dai traffici di linea dai propri armatori/operatori nei prossimi
due o tre anni.
Sebbene anche Dieter Ahrens, direttore esecutivo della Mentz
Decker & Co di Amburgo, ritenga che le navi di queste dimensioni
possano trovarsi a dover affrontare certe difficoltà nel
reperire in futuro impianti adoperabili, non le depenna completamente.
"Per una nave di 20-23 anni di età, il valore di seconda
mano sarà pur sempre di 2/3 milioni di dollari più
alto rispetto al suo valore di rottamazione e ciò potrebbe
rappresentare un fattore decisivo per il proprietario" ha
dichiarato. "Inoltre, gli anni '80 hanno fatto registrare
una rivoluzione nell'ambito della progettazione motoristica e
molte di queste navi costruite all'inizio degli anni '80 dispongono
di diesel a bassa velocità. Ciò le rende maggiormente
competitive e costituisce un grande vantaggio per le loro future
opzioni commerciali".
Tuttavia, Gerd Zachariassen della omonima società di brokeraggio
marittimo con sede ad Amburgo, è sembrato più prudente.
Egli pensa che i prezzi sempre crescenti che gli armatori devono
pagare per le perizie ordinarie e speciali al fine di tenere in
esercizio le vecchie navi potrebbero diventare proibitivi. Inoltre,
l'entrata in vigore del Codice Internazionale sulla Gestione della
Sicurezza potrebbe comportare a costi persino più alti
che le tariffe di noleggio previste non potranno senz'altro sostenere.
In relazione alle navi della gamma dimensionale 1.300/2.200 TEU,
ad esempio, le tariffe giornaliere di affitto sono calate del
25-35% negli ultimi 12-18 mesi. La continua incertezza, data la
programmata consegna di navi talmente grandi (oltre 4.000 TEU)
ed i costanti rimescolamenti nei raggruppamenti di alleanze, rende
le previsioni estremamente difficili.
Nel contempo, la Evergreen ha dichiarato che dismetterà
diverse delle proprie navi delle prime generazioni (le L
e le G) allorquando le proprie nuove navi della classe
U verranno consegnate nel 1999-2000, mentre la P&ON
(P&O Nedlloyd), la Farrell Lines, la Zim Israel Navigation
e la OOCL continuano a disarmare le proprie navi più vecchie
a fini di demolizione.
La P&ON sta dismettendo diverse delle proprie navi della
classe Encounter Bay (1.400 TEU) di pari passo con l'immissione
in servizio quest'anno sul Mediterraneo-Australia di 5 unità
da 2.900 TEU. Alla fine dello scorso mese di marzo, il vettore
anglo-olandese ha ceduto a demolitori indiani la Moreton Bay
che era stata costruita nel 1969. Inoltre, la recente decisione
della P&ON di ordinare 5 navi della classe da 5.000 TEU a
cantieri tedeschi comporterà la demolizione delle navi
del vettore della classe Liverpool Bay, dotate di una capacità
di carico di 3.000 TEU. Queste ultime erano state costruite nel
1972-73 per la containerizzazione dei traffici Nord Europa/Asia.
La decisione della P&ON di dismettere le proprie navi più
vecchie è stata presa principalmente in ragione del fatto
che il valore di registrazione di queste navi è molto prossimo
al valore di demolizione. E, da un punto di vista imprenditoriale,
la compagnia di navigazione sta tenendo la responsabile condotta
di non esacerbare i già seri problemi di eccesso di tonnellaggio.
Anche la Cosco sta dismettendo diverse delle proprie portacontainers
più vecchie, acquistate sul mercato dell'usato ai primi
ed alla metà degli anni '80. Più recentemente, la
Cosco ha venduto la Tao He di capacità pari a 1.414
TEU (costruita nel 1968 ed ampliata nel 1980) per 127 dollari
USA/tonnellata lorda. Il vettore in questione impiega altre quattro
delle navi gemelle ex-Maersk e ci si aspetta che tutte vengano
vendute con le stesse modalità nei prossimi mesi.
Esiste la prova che anche i proprietari delle navi da carico
stiano per affidare alcune unità ai cantieri di demolizione,
dal momento che la Costamare Shipping del Pireo a marzo ha ceduto
la Nedlloyd Corrigan da 2.960 TEU a cantieri di demolizione
del Bangladesh per 148,5 dollari USA per tonnellata lorda.
Rispetto ad un periodo all'inizio degli anni '90 in cui solo
poche navi venivano dismesse ogni anno, il mercato delle demolizioni
delle portacontainers ha fatto registrare una forte impennata
dal 1995, dal momento che verosimilmente nel 1999 e nei primi
anni del 21° secolo verranno rimossi dal servizio 100.000
TEU di spazi-containers.
(da: Containerisation International, maggio 1998)
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