
|
CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVI - Numero 12/98 - DICEMBRE 1998 |
Porti
Anversa attende l'esito dell'appalto
Una delle ragioni principali del successo di Anversa quale porto
containerizzato è stata la salutare rivalità esistente
tra le sue imprese di stivaggio. E' la concorrenza tra le cinque
società che si occupano delle operazioni terminalistiche
del porto ad attirare la clientela rappresentata dai vettori marittimi,
ai quali hanno assicurato infrastrutture ad utilizzazione condivisa
efficienti e produttive. Tale rivalità ha altresì
contribuito a controllare i prezzi, di modo che Anversa viene
generalmente giudicato come uno dei porti maggiormente competitivi
dal punto di vista dei costi in Europa.
Tuttavia, troppa concorrenza può essere controproduttiva
e persino distruttiva. E, in un momento in cui molte imprese terminalistiche
in Europa ed anche altrove stanno procedendo a fusioni al fine
di costituire il livello di investimenti e conseguire le economie
di scala richieste per lo sviluppo e la gestione di terminal contenitori
grandi e moderni, nonché per controbilanciare il potere
di acquisto dei terminals delle più importanti alleanze
vettoriali, l'equazione concorrenziale di Anversa potrebbe cominciare
a rivoltarlesi contro.
Il prof. dr. Leo J. Baron Delwaide, presidente della APA (Autorità
Portuale di Anversa), fa notare: "La concorrenza tra gli
stivatori ha lavorato a vantaggio di Anversa, ma è feroce.
Qualche volta mi spaventa un po'. Non fraintendetemi, a me piace
la concorrenza, per quanto mi riguarda sono un liberale. Tuttavia,
dobbiamo riconoscere che consolidamenti e fusioni stanno avendo
luogo tra le imprese operative terminalistiche di alcuni dei nostri
vicini. Perciò, potrebbe essere positivo per le società
di stivaggio di Anversa pensare di parlarsi l'un l'altra. Questo
potrebbe essere il vantaggio strategico a lungo termine del porto".
Secondo Peter Vierstraete, direttore esecutivo della Seaport
Terminals, la concorrenza in ambito portuale è così
feroce che "le tariffe hanno toccato il fondo". Egli
ha argomentato che la concorrenza tra gli stivatori ha "ucciso
le strutture tariffarie all'interno del porto".
Allo stesso modo, Philip J. Van Gestel, socio e presidente dello
stivatore Noord Natie, asserisce: "L'avere diversi stivatori
in porto non rappresenta un handicap per i nostri clienti. Ciò
mantiene allettanti i prezzi nei loro confronti, ma se le tariffe
dovessero restare basse ci riuscirebbe difficile riuscire a trovare
gli investimenti necessari per le nuove infrastrutture".
Mentre Jan Pellens, direttore esecutivo dello stivatore Hessenatie,
ha commentato: "Noi siamo un soggetto molto piccolo, se confrontato
alle principali alleanze marittime".
La questione della concorrenza tra gli stivatori ad Anversa è
venuta alla ribalta a causa delle procedure di gara di appalto
in questo momento in corso in ordine alla concessione relativa
alle operazioni presso il nuovo complesso portuale di banchine
di marea destinate alla movimentazione dei contenitori. Tre delle
cinque imprese terminalistiche per le operazioni containerizzate
del porto - Hessenatie, Noord Natie e Seaport Terminals - si sono
impegnate nelle quattro richieste d'appalto sottoposte alla APA
all'inizio di quest'anno. Sembra adesso che alcune di loro - o
addirittura tutte quante - stiano cercando di interrompere la
tradizione e di collaborare, invece di competere l'una con l'altra.
L'infrastruttura dovrebbe essere sviluppata ad un costo stimato
di 4 miliardi di franchi belgi (0,11 miliardi di dollari U.S.A.),
di cui solamente il 60% sponsorizzato dallo Stato. Com'è
accaduto con altri terminals di Anversa, la APA assumerà
la responsabilità dell'infrastruttura, lasciando alla/e
società operativa/e la responsabilità della sovrastruttura.
Quantunque tutte le attuali infrastrutture containerizzate siano
collocate sulla riva destra della Schelda, il nuovo sviluppo sarà
situato sulla riva sinistra poiché non vi è alcuna
localizzazione disponibile per un progetto così esteso
sulla riva destra. Certe fonti di Anversa fanno sapere che ciò
potrebbe rivelarsi uno svantaggio dal punto di vista intermodale,
dal momento che la riva sinistra non è così ben
servita dalla ferrovia come quella destra, sebbene esistano programmi
finalizzati a far sì che il nuovo terminal containers possa
disporre di un adeguato accesso ferroviario.
Il progetto, che prevede una costruzione suddivisa in fasi, produrrà
alla fine 4,75 km di nuove banchine in un'area di 23 ettari. Una
volta ultimato nel 2010, esso raddoppierà la capacità
di movimentazione contenitori del porto, apportando 3 milioni
di TEU all'anno. La prima fase produrrà 1,1 km di ormeggi,
con una profondità minima di pescaggio pari a 14 metri,
supportati da un'area terminalistica di 60 ettari; essa, inoltre,
apporterà altri 600.000 TEU alla capacità dello
scalo. Se tutto andrà secondo i piani, il suo completamente
dovrebbe avvenire nel 2001, con un anno circa di ritardo rispetto
alle previsioni iniziali.
Secondo Eddy Bruyninckx, dirigente in capo della APA, dello sviluppo
in questione si avverte decisamente l'esigenza, dal momento che
il traffico containerizzato di Anversa continua ad aumentare,
creando pressioni sugli attuali terminals. Infatti, Pellens ha
fatto notare come le infrastrutture della Hessenatie stiano lavorando
quasi al massimo della capacità. Questo stivatore è
il più grosso operatore di terminal containers di Anversa,
avendo movimentato nel 1997 1.327.039 contenitori reali. Bruyninckx
ha sottolineato che lo sviluppo è decisivo al fine di assicurare
il futuro di Anversa quale importante scalo containerizzato.
I risultati relativi al 1997 di Anversa, pari a 2.969.189 TEU,
hanno rappresentato un aumento del 12% circa rispetto al 1996.
La tendenza continua, dal momento che i volumi containerizzati
dei primi sei mesi del 1998 sono stati pari a 1.616.000 TEU, con
un aumento del 14,4% rispetto al corrispondente periodo del 1997.
Questa crescita potrebbe sembrare sostenibile dal momento che
Anversa non dipende in misura sostanziale da un solo mercato geografico.
Ad esempio, il Nord ed il Centro America, la sua maggiore origine/destinazione
per i carichi containerizzati, rappresenta il 31% del totale,
mentre il Vicino Oriente e l'Africa rappresentano rispettivamente
il 15% ed il 14%, mentre l'Estremo ed il Medio Oriente sono su
livelli simili, vale a dire il 15%. Di conseguenza, sebbene le
esportazioni containerizzate siano cresciute ad un ritmo più
alto rispetto a quello delle importazioni nel corso dei primi
sei mesi di quest'anno (17,3% contro 11,7%), Anversa non ha sperimentato
il calo delle importazioni containerizzate che altri porti strettamente
dipendenti dal mercato asiatico hanno dovuto subire. Così,
poiché i volumi containerizzati continuano a crescere,
l'esigenza di nuovi terminals diventa sempre più urgente.
Il primo passo della realizzazione della sua prima fase è
stato effettuato il 4 settembre di quest'anno, quando le dieci
offerte relative alla gara d'appalto indetta in tutta l'Europa
sono state rivelate. I lavori inerenti alla fase uno riguardano
la costruzione di 1.260 metri di murate di banchina sul lato occidentale,
così come l'opera di collegamento di queste murate con
le rive della Schelda. L'offerta più bassa è stata
quella del consorzio Cordeel-Aertssen, al prezzo di 2.080 milioni
di franchi belgi (55,7 milioni di dollari U.S.A.). Le varie offerte
saranno ora scrutinate. La costruzione dovrebbe cominciare all'inizio
del prossimo anno e dovrebbe comportare una durata di 24 mesi.
Ci si aspettava che la APA potesse decidere quale stivatore fosse
risultato vincitore della gara per la concessione a gestire il
primo stadio del nuovo terminal al più tardi entro la metà
dello scorso mese di settembre, ma all'inizio di ottobre i vari
concorrenti ancora discutevano in ordine alle modalità
di una eventuale cooperazione; pertanto, si è ancora in
attesa di una decisione. E, dal momento che la data d'inizio
dei lavori di costruzione si avvicina, la scelta dell'operatore,
o degli operatori, diventa sempre più difficile, poiché
il prescelto dovrà fornire un programma di costruzioni
dettagliato.
La APA in origine aveva ricevuto quattro offerte all'inizio di
aprile di quest'anno. Due provenivano dalla Hessenatie; una per
conto proprio, l'altra al 50% con il suo più grosso cliente,
la MSC (Mediterranean Shipping). Pellens ha spiegato che l'offerta
congiunta della Hessenatie con la MSC assicurerebbe alla sua società
l'amministrazione e la gestione operativa del nuovo terminal.
La MSC, con sede a Ginevra, in Svizzera, costituisce altresì
il più grande vettore containerizzato singolo del porto
nel suo complesso, rappresentando approssimativamente il 25% della
produzione totale in TEU. Perciò, rendere la MSC soddisfatta
in ordine all'esito della gara sarebbe decisivo non solo per la
Hessenatie ma anche per la APA. Il coinvolgimento della MSC è
interessante anche perché Anversa generalmente favorisce
da sempre i terminals ad utilizzazione condivisa.
Un'altra offerta è stata effettuata dallo stivatore Noord
Natie e dalla NMBS (Ferrovie Belghe). Come riferisce Van Gestel
della Noord Natie, la proposta assicurerebbe alla sua società
la gestione operativa ed amministrativa del nuovo terminal. Questo
stivatore, che nel 1998 festeggia il proprio 450° anniversario,
ha già cooperato con la NMBS. Quest'ultima possiede una
quota del 33% nel Nordzee Terminal, che è stato inaugurato
nel 1997 ed è gestito dalla Noord Natie. Lo stivatore rappresenta
il secondo operatore terminalistico containerizzato di Anversa,
con una movimentazione di 643.000 TEU lo scorso anno.
Commentando il coinvolgimento della sua società con la
NMBS, prima in ordine al Noordzee ed ora in quest'ultima occasione,
Van Gestel ha fatto sapere che si tratta di uno sviluppo positivo
perché "ad Anversa spesso ci si lamenta che le ferrovie
non svolgono una parte abbastanza attiva nel porto". Infatti,
Vierstraete della Seaport ha dichiarato spontaneamente che il
livello dei servizi delle Ferrovie Belghe nei porti "è
pessimo" poiché "hanno ancora la vecchia mentalità
ferroviaria".
La quota ferroviaria dei volumi containerizzati di Anversa è
cresciuta leggermente negli ultimi due anni, ma è ancora
pari solamente al 9% circa. La APA e le Ferrovie Belghe stanno
ora lavorando per incrementarla. Dal punto di vista politico,
non vi dovrebbero essere problemi per la Noord Natie ad associarsi
con le ferrovie nazionali del proprio Paese. L'associazione è
un utile controbilanciamento alla forza della Hessenatie, che
è un'associata dell'influente Gruppo CMB che ha sede ad
Anversa.
La quarta offerta proviene dalla Seaport Terminals. Quest'ultima
è l'unica dei tre stivatori che hanno depositato una proposta
a non possedere un terminal lungo il fiume. Questo è un
punto a sfavore della Seaport. Le concessioni relative alle due
infrastrutture fluviali di Anversa, i Terminali Europe e Noordzee,
sono state rilasciate rispettivamente alla Hessenatie ed alla
Noordnatie.
Le attività containerizzate della Seaport ad Anversa (essa
gestisce altresì un terminal containers presso il porto
rivale belga di Zeebrugge) sono concentrate sulla banchina Delwaide,
laddove anche la Hessenatie e la Noord Natie conducono infrastrutture
containerizzate. Le banchine Delwaide sono chiaramente meno allettanti
per i vettori di grandi portacontainers impiegate secondo orari
rigidi perché esse, a differenza dei terminals lungo il
fiume, si trovano dietro una chiusa. La Seaport inoltre movimenta
alcuni contenitori presso la vecchia banchina Churchill, che è
ancora più lontana dal fiume.
Vierstraete della Seaport ha rivelato come sempre di più
la strategia della sua società sia quella di sviluppare
la banchina Delwaide quale centro per la movimentazione di servizi
su chiatte che raccordano i containers da e per Anversa e spesso
su Rotterdam. Qualcosa come il 34% dei volumi containerizzati
di Anversa nel 1997 sono stati movimentati da e per il porto mediante
le idrovie. Commentando le motivazioni della strategia della Seaport,
Vierstraete ha detto: "Date le linee di tendenza nel settore,
sembra probabile che tempo 10 anni nessuna nave portacontainer
verrà più lavorata nell'area portuale interna. Esse
saranno tutte fuori dalle chiuse, ovvero se ne saranno andate
presso un altro porto". La Seaport sa tutto su questa materia
perché lo scorso anno essa ha perduto la Cosco a vantaggio
del terminal fluviale Noordzee allorquando quest'ultimo venne
inaugurato.
Secondo Van Gestel della Hessenatie, la differenza operativa
tra la banchina Delwaide ed il terminal Noordzee equivale ad un
turno. Le tariffe riflettono ciò, dal momento che i prezzi
sono più bassi per i terminals situati dietro la chiusa.
Le imposte di concessione dovute al porto sono più elevate
per le infrastrutture situate all'esterno delle chiuse.
In questo contesto, è interessante notare anche che il
45% circa del traffico della MSC è ancora movimentato dalla
Hessenatie presso la propria infrastruttura della banchina Delwaide.
Pertanto, è probabile che qualsivoglia società finisca
per gestire il nuovo terminal MSC voglia spostarsi dal Delwaide
a lì. Pellens riconosce che se la Hessenatie non troverà
un coinvolgimento in qualche modo nel nuovo sviluppo, ciò
finirà per costituire un brutto colpo per la sua società.
Tuttavia, ha asserito: "Confido che saremo in grado di riempire
lo spazio lasciato libero dalla loro (= della MSC) partenza".
Alla luce di tali linee di tendenza, è chiaro che il conseguimento
della concessione inerente alla gestione di un nuovo terminal
con accesso diretto al fiume è decisivo per il futuro degli
stivatori coinvolti. Nessuno dei loro dirigenti, intervistati
da Containerisation International, è stato disposto
a fornire i particolari relativi alle trattative in corso od a
qualsiasi eventuale associane commerciale in procinto di essere
stipulata. Tuttavia, si è generalmente ammesso che qualche
forma di cooperazione è in fase di valutazione; in questo
contesto, sono più probabili le associazioni commerciali
rispetto ad una fusione vera e propria.
La Hessenatie e la Noord Natie già collaborano fino ad
un certo punto presso la banchina Delwaide. Van Gestel della Noord
Natie ha spiegato che essi talvolta hanno utilizzato reciprocamente
le gru bordo-costa (la Noord Natie ne ha quattro e la Hessenatie
sei) nei momenti di punta dei traffici. "Cerchiamo di aiutarci
l'un l'altro" ha dichiarato. Occasionalmente, si sono verificati
episodi di collaborazione rispetto all'uso delle gru con la Seaport.
La Seaport ha quattro gru alla banchina Delwaide. Questa specie
di mutua assistenza è agevolata dal fatto che gli ormeggi
di tutti gli stivatori in questione sono contigui.
Tornando alla APA, Delwaide ha spiegato che la parte (o le parti)
che risulterà vincitore (o risulteranno vincitori) della
gara per la concessione inerente alla gestione per 50 anni del
nuovo terminal containers, dovrà garantire alla APA di
essere in grado di attirare nuovo lavoro nel porto. "Non
possiamo permetterci di assegnare l'infrastruttura ad una società
che si ritrovi con gli ormeggi vuoti" ha fatto notare il
rappresentante dell'Autorità Portuale. Né sarà
sufficiente per la società in questione limitarsi a
spostare i vettori marittimi propri clienti dal vecchio ormeggio
alla nuova infrastruttura.
Dichiara Delwaide: "Ciò cui miriamo sono traffici
del tutto nuovi" ed ha aggiunto: "E' questo ciò
che abbiamo riscontrato presso i due precedenti terminals fluviali
e, di conseguenza, vi sono ancora molti contenitori che vengono
movimentati sia fuori che dentro le chiuse".
Tuttavia, come già detto, ciò sembra destinato
a cambiare. La linea di tendenza sarà quella di un maggior
numero di contenitori movimentati in infrastrutture situate al
di fuori delle chiuse, specialmente per conto dei principali consorzi
e degli operatori più grossi. Di qui il desiderio dei principali
stivatori di containers di Anversa di essere coinvolti nel nuovo
complesso per containers sulla riva sinistra.
(da: Containerisation International, novembre 1998)
|