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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 10/2001 - OTTOBRE 2001 |
Logistica
Logistica in Cina
La domanda di servizi logistici in Cina sta crescendo. Un mix
di compagnie locali e fornitori esteri di servizi sta cercando
di soddisfare al meglio la domanda.
L'imminente ingresso della Cina nel WTO sta avendo un effetto
significativo sull'intera gamma delle industrie e del terziario
locale, e tra di esse c'è anche l'intero settore logistico.
Sebbene il mercato domestico della logistica sia ancora in uno
stato di sviluppo embrionale, c'è una crescente preoccupazione
tra le varie compagnie cinesi del ruolo importante che un'efficiente
sistema logistico può giocare nell'accrescere la profittabilità.
Tutto ciò ha creato una certa consapevolezza del bisogno
di ottimizzare il management logistico interno e di minimizzare
i costi della catena logistica stessa.
Questa domanda emergente di servizi di logistica professionali
è stata generata dalle dimensioni eccezionali del mercato
(la Cina ha un PIL di oltre mille miliardi di dollari per una
popolazione di quasi un miliardo e duecentosettantamila persone)
e da un discreto numero di altri fattori. Ad esempio, le multinazionali
globali con sedi produttive in Cina hanno mostrato interesse per
migliori servizi di logistica. Allo stesso modo, alcune imprese
cinesi, come la Haier e la BaoSteel, hanno cominciato a sfruttare
i vantaggi offerti dai 3PLs e dai servizi che questi ultimi offrono,
allo stesso tempo continuando ad operare in logistica in prima
persona per agevolare il processo di espansione del settore. Processo
stimolato anche dalla nascita di servizi espresso di imprese private
e dall'evoluzione più recente dell'e-commerce.
Allo stesso tempo, il governo cinese sta sostenendo per quanto
può lo sviluppo della logistica nazionale. La Commissione
Nazionale per il Commercio e l'Economia, il Comitato di Pianificazione
Nazionale, il Ministero delle Comunicazioni e il Ministero del
Commercio Estero e della Cooperazione Economica sono tutte istituzioni
e apparati che hanno cercato di sviluppare politiche economiche
che promuovessero le attività logistiche, spesso in unione
con il governo locale su più livelli.
Il recente sviluppo di imprese logistiche in Cina abbraccia svariate
categorie. Innanzitutto ci sono i fornitori di servizi di logistica
specializzati a livello internazionale, come Maersk Logistics,
APL Logistics, UPS e TNT. Queste compagnie non solo danno servizi
estesi nel mercato cinese per clienti già esistenti, spesso
localizzati al di fuori della Cina stessa, ma hanno anche iniziato
a venire incontro alla domanda locale. Inoltre, la UPS e la TNT
hanno iniziato a penetrare in modo esplicito il mercato dei servizi
espresso cinesi.
Poi, ci sono compagnie di trasporto tradizionali localizzate in
Cina, come la Cosco, la China Shipping Container Lines e la Sinotrans.
Stanno facendo piani per trasformarsi in fornitori globali di
servizi di logistica, costruendo pian piano i loro vantaggi competitivi
in termini di base di clienti, infrastrutture e network operativi.
Alcuni vettori oceanici internazionali, come la OOCL, hanno crescenti
ambizioni di entrare a far parte del mercato interno di logistica
della Cina. Ad esempio, la OOCL opera già con quartier
generale Hong Kong e mette a disposizione un servizio di feederaggio
sullo Yangtze e un collegamento ferroviario verso la Cina. La
OOCL è stata anche il primo vettore oceanico a localizzare
un magazzino/distripark nella provincia del Guandong, e a Qingdao
ha stipulato una joint venture da US$8.42 milioni con l'Autorità
Portuale locale per garantire la fornitura di una vasta gamma
di servizi, compreso il trucking e l'immagazzinaggio.
In più, ci sono professionisti emergenti di fornitura logistica
a livello locale. Questi operatori sono cresciuti in fretta e,
per assecondare le loro pretese, hanno sviluppato strategie competitive
e si sono specializzati in servizi logistici di alta qualità.
La compresenza di questi tre tipi di attori - operatori professionali
locali, vettori internazionali con sedi in Cina e fornitori internazionali
di servizi logistici che si vogliono inserire nel mercato - ha
portato a scenari interessanti e allo sviluppo di una vasta gamma
di servizi relativi, come la distribuzione secondaria e le funzioni
di magazzino, e allo sviluppo di servizi sempre più integrati
customizzati per specifici manufattori e distributori.
Nonostante il trend positivo, c'è un problema di fondo,
ovvero le carenze infrastrutturali nell'area dei trasporti, dei
magazzini e degli equipaggiamenti, e l'arrivo dell'IT potrebbe
costituire una difficoltà, anche se degli investimenti
sono stati fatti nel settore. Ad esempio, circa 90 miliardi di
dollari sono stati messi a budget per il periodo 2001-2005 per
le infrastrutture stradali, e 43 miliardi di dollari per le linee
ferroviarie.
E anche in infrastrutture da magazzino si è investito,
per un totale di 6,6 miliardi di Yuan nel 1998 contro i soli 420
milioni di Yuan nel 1990. La maggior parte di questi investimenti
è stata effettuata da operatori privati e compagnie singole,
soprattutto fornitori di servizi di logistica stranieri.
Ad esempio, la Maersk Logistics (Cina) Co Ltd ha aperto il suo
primo centro di distribuzione nazionale (NDC) a Shanghai nel Giugno
2001. la struttura, di 14.000 metri quadrati, è localizzata
nella zona Jiuting ad alto sviluppo economico del Distretto di
Songjiang, all'interno dell'area molto più vasta di Shanghai.
Secondo Steffen Schiottz-Christensen, amministratore delegato
della Maersk Logistics (Cina), la struttura NDC della Repubblica
Popolare è un primo importante passo nel network distributivo
della Cina a controllo totale. Il nuovo NDC fornirà servizi
di supply chain management specializzati, compresi cross-docking,
immagazzinaggio, riordinamento, import, export e distribuzione
all'interno della Cina. Il tutto è supportato da una piattaforma
a elevata tecnologia informatica.
Parlando di IT, la Cina ha formato un network di telecomunicazioni
in rete via cavo per camions su una lunghezza di oltre 300 mila
chilometri. I network creati sono ChinaPAC, ChinaDNN, ChinaNet
e ChinaCTN, e così è stato facilitato lo sviluppo
di tecnologie quali EDI, MRO e GPS, che sono utilizzate per lo
scambio di informazioni logistiche, il management e il controllo.
Inevitabilmente, nonostante tutti questi passi avanti, ci sono
ancora molti problemi e restrizioni che bloccano i progetti di
sviluppo della Cina nella logistica. Uno dei principali ostacoli
è costituito dal fatto che restano i rimasugli dell'economia
a pianificazione statale cinese del regime comunista, e addirittura
in molte aree il meccanismo del libero mercato non è stato
ancora introdotto o fatica a entrare.
Questo significa che una serie di servizi e attività di
logistica, dall'acquisizione di materie prime alla costruzione
del prodotto finito, sono spesso svolte internamente. Per esempio,
qualcosa come il 35%-46% delle materie prime di logistica sono
trasportate e plasmate dalle stesse imprese, con un livello di
outsourcing che si aggira intorno al 18%. Quando poi si perviene
ai prodotti finiti, l'outsourcing è ancora inferiore, meno
del 16,1%, e di questa percentuale quasi il 60% è svolto
congiuntamente a 3PLs.
Un altro fattore è che alcuni dei servizi professionali
di logistica che sono in offerta lasciano ancora molto a desiderare,
e il loro livello di personalizzazione è limitato. Al momento
attuale, la maggior parte degli operatori di logistica focalizzano
sul trasporto e l'immagazzinaggio. Mancano altri servizi ad elevato
valore aggiunto, come le informative on line, il management dell'inventario,
il controllo di costo e la progettazione e realizzazione di servizi
di logistica completamente integrati. In più, le operazioni
interne e la gestione di molti fornitori di servizi di logistica
devono ancora trovare vie per migliorarsi, se vogliono essere
in grado di fornire autonomamente servizi di un certo livello
qualitativo.
Allo stesso tempo, molte operazioni logistiche sono ancora limitate
in misura e gamma di servizi correlati offerti. Ad esempio, ci
sono all'incirca 2.740.000 fornitori di servizi di trasporto stradale
in Cina, ma essi impiegano solo 1,43 veicoli in media ad uscita.
Comunque ci sono eccezioni, come la Cosco e la Sinotrans, che
hanno entrambe una vasta flotta.
Come prima menzionato, carenze nelle infrastrutture di trasporto
cinesi continuano a inibire fortemente le attività logistiche
della Repubblica Popolare. Detti gaps includono non solo il network
stradale e quello ferroviario, ma anche le svariate attività
di magazzino.
La Cina continua a zoppicare quando si tratta di infrastrutture
di trasporto e stoccaggio. Quelle disponibili sono spesso inefficienti.
Le cose sono poi ulteriormente complicate dal fatto che ancora
basso è il livello di standardizzazione di operazioni come
il packaging. Più in dettaglio, sul fronte dei containers
molti containers domestici non obbediscono agli standards internazionali
per containers. Infine, e cosa più importante di tutte,
ci sono poche, se non addirittura nessuna, piattaforme logistiche
pubbliche di scambio di informazioni.
Le restrizioni a livello istituzionale sono un altro set di ostacoli
che dovranno essere superati se la Cina intende sviluppare un'efficiente
industria logistica. In un tale contesto, il fatto che differenti
ministeri controllino differenti modalità di trasporto
ha un impatto molto negativo dato che inibisce lo sviluppo coordinato
di servizi a livello orizzontale tra i diversi modi di trasporto.
È anche uno spreco notevole di risorse e, cosa più
importante di tutte, può portare a guerriglia interna tra
i vari dipartimenti.
Invece, funzioni e politiche governative dovrebbero essere dirette
a creare un ambiente di crescita favorevole. Per esempio, ci dovrebbe
essere una maggiore coordinazione tra i dipartimenti. Il governo
centrale dovrebbe, dal canto suo, prendere parte attivamente nel
sostenere le amministrazioni locali nella formulazione dei loro
rispettivi piani di logistica in modo tale da assicurare che non
ci siano duplicazioni nei processi di costruzione, né sprechi
di risorse.
L'esistenza di quello che si può chiamare un meccanismo
di management multi-segmentato rende ancora più
difficile la coordinazione la vasta gamma di attività.
Si prenda a titolo esemplificativo il trasporto containers. In
questo settore il prezzo per spostare i containers via treno è
molto superiore a quello per movimentare general cargo. Tipicamente,
costa addirittura il 70% in più spostare un Teu su binari
ferroviari dell'equivalente di rinfuse solide e general cargo.
Inevitabilmente, la movimentazione di containers via ferrovia
all'interno della Cina ne risulta fortemente compromesso.
Un altro problema istituzionale da tenere in considerazione è
il fatto che i dipartimenti governativi e le loro imprese subordinate
interferiscono ancora direttamente o indirettamente nelle attività
di molte compagnie, e questo ha prodotto un effetto devastante
sulla competitività di queste ultime.
Comunque, nonostante tutti questi ostacoli, c'è un grosso
potenziale per lo sviluppo di affari logistici all'interno della
Cina. In vista della segmentazione del mercato, sembra probabile
che la crescita si centrerà sulle joint ventures e sulle
compagnie a base proprietaria privata che servono il mercato dei
3PLs. Allo stesso tempo, ci sarà anche una crescente domanda
dalle imprese maggiori a capitale pubblico.
Parte di questa domanda verrà soddisfatta da sempre un
maggior numero di compagnie straniere che stanno entrando nel
mercato logistico cinese. Il processo dovrebbe accelerarsi allorché
la Cina diverrà membro del WTO, per l'inizio del 2002 o
entro la fine dell'anno in corso, e come conseguenza il sistema
di trasporto stradale, il settore distribuzione delle merci e
il network dei magazzini saranno aperti al libero mercato. Comunque,
le imprese cinesi private saranno coinvolte nel processo. E anche
compagnie pubbliche prenderanno parte al processo di ristrutturazione
verso la fornitura di servizi di logistica.
Più in generale, si prevede che sviluppi logistici di questo
tipo produrranno tutto un range di benefici economici. Al momento
attuale, i costi logistici della Cina equivalgono al 16,7% del
PIL, e ciò riflette gli scarsi livelli di efficienza se
si compara la percentuale a quella dei Paesi più sviluppati,
e il potenziale esistente di risparmio di costi. Si stima che
se i costi totali di logistica fossero ridotti del 15% rispetto
al PIL nel decimo piano quinquennale, allora un risparmio annuale
di 240 miliardi di Yuan sarebbe assicurato.
L'aspettativa è che tali risparmi siano originati dai costi
ridotti di produzione per molte delle compagnie di manufacturing,
dalla continua ristrutturazione delle imprese tradizionali di
distribuzione e trasporti, da servizi di trasporto più
innovativi e dal maggior uso dell'e-commerce. C'è anche
chi ritiene che uno sviluppo continuo dell'industria logistica
cinese e delle infrastrutture aiuterà le compagnie nazionali
a competere con più efficacia sia nel mercato locale che
in quello internazionale.
(da: Containerisation International, Settembre 2001)
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