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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XIX - Numero 11/2001 - NOVEMBRE 2001 |
Porti
Tutti contano
Sebbene non sia stato molto pubblicizzato negli studi più
recenti, la produttività e l'output dei porti australiani
sono cresciuti dopo il periodo più buio provocato dagli
scioperi.
Forse una prova lampante di quanto le politiche governative possano
essere volubili è proprio il fatto che nel bel mezzo dell'anno,
il governo dell'Australia ha progressivamente messo a riposo il
Waterline report, che, su base regolare, rivelava la produttività
del settore containers presso i terminal containers nazionali.
Una volta, i contenuti di questi reports erano comunicati notizie
da prima pagina in giornali e telegiornali nazionali. La produttività
del settore marittimo era come una partita di football che tutti
i politici australiani amavano guardare o cui non disdegnavano
di partecipare. E non a torto, dato che la produttività
era veramente abissale.
Comunque, tutti gli scioperi e le agitazioni nel settore marittimo
del 1998 hanno causato la fine inaspettata dello status quo in
cui si trovava praticamente la totalità della forza lavoro
dei porti commerciali, e, da quel momento in poi, la produttività
ha ricominciato a salire in modo clamoroso. E questo non fa più
notizia.
L'ultimo report ha coperto il quadrimestre da Marzo a Giugno di
quest'anno e ha mostrato i risultati dei cinque porti containers
principali, cioè Brisbane, Sydney, Melbourne, Adelaide
e Fremantle.
Il tasso di produttività delle gru nazionali, calcolato
sulla media dei cinque porti principali sopra citati per lo stesso
periodo del 2001 ha continuato il trend di solida crescita che
è iniziato approssimativamente un anno fa. Detto tasso
(produttività per gru una volta che la nave è sotto
operazione) era di 26,4 containers all'ora per il quadrimestre
di Marzo di quest'anno, il che ha significato un discreto aumento
rispetto ai livelli del quadrimestre precedente (un 25,5 nel periodo
Dicembre-Marzo 2001).
La media dei cinque porti principali in relazione al tasso di
produttività del lavoro (produttività per nave,
basata sul tempo di lavoro effettivo a bordo della nave stessa)
è stata di 28,8 containers all'ora per il quadrimestre
di Marzo di quest'anno, e si è pertanto registrata una
ripresa rispetto al 27,9 del quadrimestre di Dicembre passato.
Il tasso di prodotto nave per i succitati cinque porti (produttività
per nave mentre la nave è lavorata) è stato calcolato
in 40,4 containers l'ora per il quadrimestre dio Marzo, ed era
solamente 39,5 nel quadrimestre precedente di Dicembre.
Il dato di Brisbane (P&O Ports, Patrick e CSX World Terminal)
in media si attestava si 27,4 containers l'ora nel quadrimestre
di Marzo, crescendo dal 26,3 di quello di Dicembre. Il tasso di
lavoro all'ora era di 22,8 containers l'ora e quello per nave
ammontava a 35,1 containers per ora, valori nettamente superiori
a quelli del quadrimestre precedente.
La media di Sydney in produttività (P&O Ports, Patrick)
era invece di 25,3 containers l'ora per il quadrimestre di Marzo,
contro un 24,3 del quadrimestre di Dicembre. Il tasso di lavoro
era di 29 containers all'ora e il tasso nave di 41,3 containers
l'ora, entrambi attestanti una crescita sul periodo passato.
Melbourne (P&O Ports, Patrick) presentava invece un tasso
gru di 26,5 containers all'ora nel quadrimestre di Marzo, anche
qui si registra un aumento sul dato del quadrimestre precedente
che era di 25,8 containers. Il tasso lavoro era di 31,5 containers
e quello nave di 43,2 containers l'ora, entrambi superiori rispetto
al periodo precedente.
La media di Adelaide (CSX World Terminal) era di 26 containers
l'ora per gru nel solito quadrimestre, mentre era di soli 25,3
containers l'ora l quello di Dicembre. Qui il tasso lavoro ruotava
intorno ai 33,1 containers l'ora, e il tasso nave era vicino ai
36,1 containers all'ora, valori più elevati rispetto ai
periodi passati.
Infine, il porto di Fremantle presentava i seguenti dati: tasso
medio gru 27,5 containers l'ora (crescita rispetto al 26,8 del
quadrimestre precedente), tasso lavoro 25,4 containers l'ora,
tasso nave 37,8. Sono tutti valori al di sopra delle medie dei
periodi passati.
I dati descritti sono riassunti nella tabella sottostante, dove
in grassetto sono stati evidenziati, per maggiore chiarezza del
lettore, i valori più significativi.
PORTI | TASSI Containers l'ora
|
| Medio gru
March quarter
| Medio gru
December quarter
| Lavoro
| Nave |
Brisbane | 27,4 | 26,3
| 22,8 | 35,1 |
Sydney | 25,3 | 24,3
| 29 | 41,3 |
Melbourne | 26,5 | 25,8
| 31,5 | 43,2 |
Adelaide | 26 | 25,3
| 33,1 | 36,1 |
Fremantle | 27,5 |
26,8 | 25,4 | 37,8
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I numeri magici
L'amministratore delegato della Melbourne Port Corporation (MPC),
Chris Whitaker, ha detto che è molto incoraggiato dal livello
di interesse nello sviluppo di un terzo terminal containers nel
porto.
Il periodo di interesse ufficiale per il Westgate International
Container Terminal è stato chiuso in Agosto, ed è
chiaro a tutti che i gruppi interessati all'affare erano almeno
dieci. Whitaker ha detto che organizzazioni da tutte le parti
del mondo hanno manifestato la loro attenzione a riguardo, ma
per ragioni di privacy ed etica commerciale, nomi e dettagli delle
rispettive proposte non saranno rivelati se non quando non sarà
resa pubblica una lista sintetica degli stakeholders, e si pensa
che l'ultimo giorno del mese passato detta lista sia stata resa
nota (al momento della redazione del presente articolo la lista
non era ancora manifesta). Tra i candidati in lizza si pensa ci
siano la P&O Ports e la Patrick Stevedores, ditte che operano
già sui terminal esistenti e che, comunque, non sembrerebbero
avere bisogno di un terzo terminal, almeno per molti anni (ma
potrebbe darsi che questo parere ufficiale non risponda ai veri
interessi delle compagnie in questione).
Un fattore chiave resta il problema dei vincoli al livello di
pescaggio del canale di approdo, che sarà cruciale per
venire incontro alle esigenze di spostamento e lavoro delle navi
portacontainers di nuova generazione, di dimensioni sempre maggiori
e sempre più orientate a rotte che passino per l'Australia.
Non è ancora chiara l'opinione dell'Autorità Portuale
sulla questione profondità canali. Il premier Vittoriano
Steve Bracks è a favore del compimento di operazioni per
l'aumento del pescaggio nei canali di Melbourne.
Il premier sostiene che la priorità del progetto è
innegabile e che i lavori dovranno essere completati per i benefici
economici dello Stato. "Non cadremo in una situazione in
cui perderemo containers perché non riusciamo ad ospitare
più navi dell'ultima generazione", dice Bracks. "Aspettiamo
naturalmente le decisioni in merito dell'Autorità Vittoriana
per i Canali (Victorian Channels Authority), ma, ovviamente, vediamo
all'orizzonte la grandiosità del progetto in questione,
il più importante mai realizzato negli ultimi anni".
Il premier riferisce anche che la parte Labor del governo è
molto propensa alla realizzazione di un terzo terminal containers
presso Westgate.
"Siamo decisi ad introdurre una maggiore competitività
nel porto con un terzo prestatore di servizi di magazzinaggio,
poiché riteniamo che un ambiente maggiormente concorrenziale
diminuirà i costi del porto", dice Bracks.
Alla Drewry Shipping Consultants è stato affidato il compito
di intraprendere una risposta repentina del settore industriale
dello shipping per studiare i benefici economici associati al
maggiore pescaggio del canale. Una prima bozza di reportage è
stata pubblicata alla fine di Agosto. L'autore dello studio, Mark
Page, ha detto che, l'anno scorso, solo il 9,1% dei traffici potenziali
di navi provenienti da o dirette verso il porto di Melbourne è
stato perso a causa delle dimensioni attuali di banchine e pescaggio.
Comunque, se non verrà intrapresa alcuna azione di aumento
del pescaggio dei canali, questo 9,1% potrebbe arrivare, il 5
anni, circa al 36%, dato che le nuove navi portacontainers di
maggiori dimensioni e dell'ultima generazione invaderanno il mercato
a breve. E il costo per gli operatori e i vettori coinvolti si
è aggirato intorno ai 2 milioni di dollari australiani
(US$1,000,000 o 1.5 milioni di ) per l'anno passato, e,
per il 2005, potrebbe salire a 6.4 milioni di dollari australiani
(US$3,200,000 o 3.500.000,00).
I menzionati costi saranno però sopportati lo stesso, dato
che, anche se si decidesse favorevolmente in merito ai progetti
di dragaggio, i lavori non potranno essere completati prima del
2004, e pertanto, la produttività ne uscirà molto
compromessa. Però, d'altro canto, se non si effettuassero
le nuove opere, molte rotte e molti scali attuali e potenziali
da e per Melbourne sarebbero persi per sempre e dirottati altrove,
con seri danni per il porto australiano.
Comunque, per ora i danni potenziali causati dallo scarso pescaggio
sono stati assorbiti abbastanza e carichi di volumi notevoli sono
stati gestiti con facilità.
La P&O Ports e la Patrick sono state escluse specificamente
dalla gara per aggiudicarsi i lavori di realizzazione del Westgate
Terminal, e sono stati attivati meccanismi legali per evitare
che una di queste compagnie riuscisse a penetrare, da un'entrata
secondaria, all'interno della competizione, come ad esempio acquisendo
delle partecipazioni in società titolate alla gara. Allo
stesso modo, è stato vietato l'ingresso a nuovi competitors
che cercassero un semplice appiglio per fare parte del mercato
di Melbourne senza l'impegno e la partecipazione diretta nello
sviluppo del terminal.
Il governo insiste nell'affermare che il terminal dovrà
essere pienamente operativo entro due anni dalla sigla del contratto.
Il Ministro del governo Vittoriano per i porti, Candy Broad, dice
che qualunque mossa per portare concorrenza e competitività
nel porto deve essere ragionevolmente accettabile e fattibile
dal punto di vista commerciale, e coinvolgere un grande supporto
a livello di mercato.
Broad ha confermato che la politica del governo è quella
di accrescere la concorrenza nel porto, non preoccuparsi di istanze
sulla capacità.
La maggiore compagnia di navigazione che opera sui traffici australiani,
la P&O Nedlloyd, ha recentemente manifestato il timore che
tre compagnie di shipping volessero tirarsi indietro e che i prezzi
della gestione dei containers sarebbero conseguentemente saliti.
Broad controbatte però che queste non sono le aspettative
e le previsioni del governo in carica. Sono tutte speculazioni
verbali non supportate da prove empiriche.
Se si troverà un operatore adatto allo svolgimento dei
progetti portuali, il contratto di sviluppo del terminal potrebbe
essere pronto già per l'autunno del 2002. Il finanziamento
del nuovo terminal containers sarà tutto coperto da capitale
privato, e gli investitori avranno un contratto d'appalto e di
affitto di lungo termine per operare sulla nuova infrastruttura,
se le tappe del processo di costruzione saranno tutte portate
a termine nei tempi regolari.
Il porto di Melbourne è appena entrato un una sorta di
periodo dell'oro per i nuovi investimenti. Nel biennio 2000/2001,
gli investimenti totali sono ammontati a poco più di $200,000,000
(210 milioni), e sono stati tutti impiegati per finanziare
i principali progetti infrastrutturali del porto via MPC e suoi
partners commerciali.
Le nuove offerte
La Sydney Ports Corporation ha pubblicato 17 inviti a gareggiare
per porzioni di terra per un totale approssimativamente di 20
ettari presso la Glebe Island e la White Bay nel Golfo di Sydney.
L'amministratore delegato Greg Martin ha detto che l'interesse
per la zona era stato manifestato nel Marzo di quest'anno dopo
la visione del piano generale del porto. Chiave dei progetti è
la mobilità del lavoro, in modo tale da mantenere Sydney
competitiva da questo punto di vista.
"Il piano generale indica un'area dedicata esclusivamente
a finalità portuali, che permette alla Sydney Ports di
imbarcare sempre meglio rispettando i programmi, di liberare capacità
aggiunta e di migliorare gli accessi stradali e ferroviari all'area",
dice Martin.
Ci si aspetta che coloro che vinceranno la gara riusciranno a
dimostrare che le operazioni da loro proposte saranno coerenti
da un lato con gli obiettivi della Sydney Ports per lo sviluppo
delle infrastrutture portuali e dall'altro con il piano generale
per l'area di Glebe Island/White Bay.
Martin aggiunge che le proposte di successo dei concorrenti saranno
anche soggette a controlli di sviluppo e di compatibilità
aziendale. "La Sydney Ports guarda avanti e vede un'area
pienamente operativa e dedicata alla fornitura di un servizio
efficiente e di elevata qualità agli operatori attuali
e futuri, portatore di innovazione e migliorie nel network della
supply chain esistente lungo tutto il porto di Sydney", dice
Martin.
L'area di 20 ettari in questione non comprende per ora le operazioni
della P&O Ports sulle banchine tre, quattro, cinque e sei
presso White Bay. La Sydney Ports si aspetta di raffinare il processo
di assestamento per la metà del 2002.
I punti di riferimento
Il tonnellaggio totale esportato attraverso il nuovo terminal
rinfuse della Australian Bulk Alliance (ABA) nel porto di Melbourne
è ammontato a un totale di 1,2 milioni di tonnellate nel
suo primo anno di operazioni, ben il doppio al di sopra delle
stime originarie.
La ABA è una compagnia scaturita dalla joint venture di
Granico Australia e AusBulk.
Il manager della ABA Geoff Barker ha detto che il terminal, posseduto
dalla ABA e dalla AWB Ltd congiuntamente, ha realizzato delle
performances ben al di sopra delle aspettative, a testimonianza
dei guadagni in termini di efficienza ottenuti ad oggi.
"Nel primo anno di operatività del terminal, sono
fiero di poter dire che abbiamo raggiunto risultati che vanno
ben oltre le nostre aspettative iniziali, e stiamo iniziando ad
accorgerci di alcune delle inefficienze delle nostre controparti
istituzionali d'oltremare", dice Barker.
Il terminal, aggiunge Barker, ha fatto bene agli esportatori australiani
grazie alle garanzie che esso offriva di nuovi accessi a scelte
innovative di patterns all'esportazione e a strade di business
dai minori costi. "Tutto questo successo dimostra che infrastrutture
specializzate settorialmente come il nostro terminal di Melbourne
sono proprio il tipo di attrattiva allo sviluppo che esportatori
e produttori agricoli cercano, dato il maggiore risparmio e i
servizi superiori che essi offrono. In termini di management ambientale,
per la prima volta in Australia utilizziamo una tecnologia di
carico innovativa - la pluripremiata Cascade Chute - che ha ridotto
i danni e ha aiutato a massimizzare il valore dei prodotti che
gestiamo".
Per raggiungere la meta del milione di tonnellate, la nave panamax
Haiji è stata caricata di oltre 52.000 tonnellate di fasce
di grano per l'Iran.
"Durante il carico di questa nave, siamo stati gratificati
dal fatto che il terminal abbia lavorato molto vicino al suo limite
massimo di capacità di out-turn, cioè 1.500 tonnellate",
dice Barker. Il terminal è il collegamento finale di una
nuova supply chain che incorpora un network nazionale altamente
efficiente di trasferimento di prodotti agricoli e grano attraverso
il Victoria e il New South Whales.
Le operazioni estese dell'ABA ora comprendono nove nuovi siti
di smistamento nazionale del grano tra i due succitati Stati,
che hanno fatto raddoppiare il business dell'Australian Bulk Alliance,
nel suo secondo anno di attività. La ABA ha anche recentemente
annunciato un programma di espansione, per un totale di $4,000,000
, per quattro dei suoi magazzini di stoccaggio per grano, che
comprendono anche la costruzione di nuove infrastrutture e la
creazione di un nuovo magazzino nazionale dell'ultima generazione
da A$6,000,000 (US$3,000,000/3,5 milioni) presso Woorinen
a Riverina.
Il tracking dei containers
Un'altra issue che devono fronteggiare gli operatori di containers
è il tracking degli stessi all'interno dell'area di stoccaggio.
Inefficienze in questo tipo di operazioni possono causare ritardi
significativi nella localizzazione dei containers destinati alle
consegne ai consumatori.
La gestione ordinaria del processo in questione dipende molto
dall'ingresso manuale dei containers o dalla conferma delle posizione
dei containers stessi dallo staff di controllo o dagli addetti
agli equipaggiamenti. La maggior parte delle operazioni di stoccaggio
di containers registrano un tasso assai elevato di errori di collocamento,
e ciò genera interruzioni costose dei processi di ciclo
di carico della nave o ritardi nei tempi di rotazione dei camions
dentro e fuori del magazzino.
L'operatore di terminal containers australiano Patrick Stevedores,
attraverso la sussidiaria Patrick Technology & Systems, tre
anni fa ha sviluppato un differente sistema di posizionamento
globale (DGPS) di individuazione degli elementi per venire incontro
a tutto quest'ordine di problemi. Mediante l'utilizzo di equipaggiamenti
GPS, il Patrick Equipment Control System (PECS) può accuratamente
tracciare e controllare virtualmente ogni movimento dei singoli
containers, dando la posizione esatta del singolo elemento mano
a mano che questo, per esigenze di lavoro e di carico/scarico,
viene spostato da qualcuno.
Ogni qualvolta un addetto solleva o deposita un container, il
sistema registra i movimenti delle valvole di bloccaggio e calcola
la posizione esatta dell'oggetto in questione mediante il sensore
DGPS. Questo ricevitore GPS ad alta definizione calcola le posizioni
dei containers in tempo reale con livelli di errore di 10-30 cm,
del tutto accettabili, dato che si tratta pur sempre di rilevazioni
in movimento. La posizione segnalata dal ricevitore GPS è
poi trasmessa a un micro-controller di bordo, che raccoglie informazioni
sulla posizione dei veicoli operativi e gestisce la trasmissione
delle informazioni stesse indietro al computer centrale.
I dati sono trasmessi via radio. Il computer centrale è
abilitato per convertire detti dati di posizionamento in coordinate
locali e trasferirle al sistema generale di controllo (che è
da dove è partita la prima richiesta di informazioni).
Il sistema di controllo del terminal esegue poi il post-processing
per valutare la qualità e l'affidabilità del dato
finale sulla posizione. Più del 99,5% delle posizioni sospette
sono subito individuate e segnalate per un controllo a posteriori.
Il sistema si è rivelato di successo presso la compagnia
Port Botany (Sydney) e la East Swanson Dock (Melbourne), dal 1998,
anno in cui è stato installato. Avere dati esatti sulla
posizione dei containers è essenziale per il funzionamento
anche degli ulteriori sistemi elettronici di gestione di magazzino.
Il sistema ha grandemente affiancato il controllo elettronico
delle operazioni di carico su nave, dato che erano sempre minori
i ritardi causati dal numero di containers persi.
La tecnologia di posizionamento è stata ora adattata per
fornire posizioni dei containers al di sotto delle gru di banchina
come parte integrante del sistema avanzato di ottimizzazione della
Patrick. La tecnologia può essere facilmente trasferita
ad altri equipaggiamenti di gestione dei containers come le gru
di banchina mobili su gomma.
L'unità montata direttamente sul veicolo comprende il processore
della Patrick Technology & Systems, un ricevitore GPS con
antenna, e un modem radio per il flusso dei dati. Il processore
comunica con i veicoli e riceve continue letture DGPS. Ciò
rende in grado il processore di controllare la validità
delle posizioni e di fornire funzioni di controllo ai sistemi
di bordo.
L'interfaccia con l'unità centrale e lo scambio di dati
vengono fatti via modem wireless comunicanti mediante antenne
radio speciali.
Informazioni aggiuntive che il sistema è in grado di fornire
sono: identificazione del veicolo che effettua le operazioni,
localizzazione esatta del container, qualità della posizione,
stazza del container data e ora della movimentazione.
È indubbio che l'introduzione di questi sistemi di decodifica
del posizionamento, o PDS, abbiano giovato notevolmente alla produttività
ed alla competitività del terminal sul quale la Patrick
Stevedores opera, e alla redditività dell'impresa in questione.
Sul fronte mare
Chris Corrigan, presidente esecutivo della Patrick Stevedores,
è visto da tutti come il maggior responsabile dei massicci
incrementi della produttività del settore del carico containerizzato
nei mari australiani negli ultimi anni.
È la sua impresa che si è confrontata con le agitazioni
sindacali del 1998 ed ha ottenuto ampie concessioni dopo sei mesi
di dura e amara battaglia. Corrigan non si accontenta di lasciare
le cose come stanno, e vede nella robotica la nuova grande ondata
di progresso possibile sul fronte mare.
Egli ha sempre mostrato un grande interesse per quest'area negli
ultimi anni e oggi la compagnia lavora a stretto contatto con
l'Università di Sydney (SG1) e il Centro Australiano per
la Field Robotics (ACFR), alla continua ricerca di soluzioni innovative.
Corrigan vede il lavoro intrapreso presso l'ACFR come un grande
esempio di quello che può essere ottenuto allorché
l'industria, il mondo accademico e il governo mettono insieme
i loro sforzi. Il coinvolgimento della Patrick con il leader dell'ACFR
Hugh Durrant-Whyte risale al primo 1995, quando quest'ultimo era
ancora di stanza a Oxford e forniva consulenze all'industria di
stoccaggio in United Kingdom ed Europa.
"Abbiamo chiesto a Hugh di rivedere ed analizzare le operazioni
delle gru mobili su gomma presso il nostro terminal di Port Botany",
dice Corrigan. "Circa sei mesi dopo Hugh ha ricoperto la
posizione di professore di ingegneria meccanica all'Università
locale e siamo stati in grado di sviluppare nuove relazioni dando
incarico al dipartimento di rivedere lo stato delle nostre operazioni
mediante gru".
Detto lavoro di analisi e revisione ha prodotto risultati promettenti
ed ha portato allo sviluppo di un modello in scala di gru con
nuovi sistemi patentati di bloccaggio per ridurre i dondolii.
Il lavoro più eccitante è iniziato nel tardo 1996,
quando la Patrick ha collaborato con l'Università per sviluppare
un nuovo modello concettuale di gru di banchina automatica. Il
nuovo concept era talmente innovativo che ha ricevuto ampi riconoscimenti
a livello nazionale e, nel 1997, è stato tasformato in
un prototipo.
Dopo soli 18 mesi di lavoro, il team di sviluppo del prototipo
ha creato i primi modelli, che sono stati introdotti ai lavori
ordinari di banchina, con molto successo. Però si deve
ancora sperimentare per dimostrare che le macchine di nuova generazione
robotiche sono impiegabili anche in ambiente multi-operativo.
Per i progetti in questione l'ACFR e la Patrick hanno fatto squadra
con la Kalmar Industries della Finlandia.
L'ACFR ha una notevole esperienza e grande know-how nel design
e nello sviluppo di sistemi di pilotaggio e navigazione satellitare,
nella progettazione di veicoli industriali automatizzati, nel
controllo delle macchine in stato di attività, nel monitoraggio
dell'ambiente di lavoro e degli standards di sicurezza, e nello
sviluppo di sensori adeguati e hardware computazionale.
L'impresa in questione si occupa di ricerche a contratto e dello
sviluppo di veicoli industriali automatizzati, di sistemi di gestione
dei carichi, di messa a punto di veicoli automatici per lo scavo
dei terreni, di gestione di piattaforme sottomarine e sistemi
aerospaziali, di consulenza attiva a governo e industria.
Clienti nuovi del gruppo comprendono la Australian Coal Association,
la Clark Equipment Australia, la Komatsu, la Rio Tinto e la Thamesport.
(da: CargoSystems, Ottobre 2001)
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