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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XX - Numero 4/2002 - APRILE 2002 |
Trasporto marittimo
I traffici transpacifici: l'anno della resa dei conti
Negli ultimi sei-nove mesi, in relazione ai traffici transpacifici
è stato dipinto un quadro radicalmente diverso. Da una
situazione di crescita nel 2000 mai sperimentata prima, che poi
è proseguita all'inizio del 2001, i traffici in questione
si sono ritrovati in una posizione estremamente precaria nel 2002.
Frank Caradonna, esponente della società di analisi statunitense
Pegasus, riassume la situazione: "Credo che in 35 anni non
ci sia mai stato un periodo in cui tutte le direttrici di traffico
si siano trovate in tali cattive condizioni. Le linee di navigazione
hanno un grande bisogno di incrementare la capacità di
ricavare profitti, dal momento che prevedono notevoli perdite
per il 2002".
Le principali ragioni del mutamento delle fortune dei traffici
transpacifici - e di tutti i più importanti traffici est-ovest,
peraltro - sono chiare. La recessione delle economie sia statunitense
che giapponese, gli strascichi degli attacchi terroristici negli
Stati Uniti nello scorso mese di settembre ed una marcata mancanza
di fiducia nella spesa da parte della popolazione statunitense
hanno seriamente afflitto la domanda di molti beni. I vettori
marittimi ovviamente non sono in grado di influenzare l'intera
economia mondiale, ma alcuni potrebbero ribattere che la valanga
di dismissioni di capacità dai traffici transpacifici attualmente
in corso è stata accentuata dalla situazione di eccesso
di offerta cagionata dall'ingresso nel mercato di molte grosse
navi post-panamax tutte quante assieme.
Gli scarsi volumi di containers, unitamente ai proventi molto
bassi attualmente conseguiti, significano che i vettori marittimi
al momento si trovano davvero in brutte acque. Come fa notare
Caradonna, "questi sono tempi duri e le linee di navigazione
devono effettuare serie scelte in ordine a come procedere".
Uno sguardo alla Tabella 1 rivela il mutamento nel modello della
domanda sino alla fine del settembre 2001. Tenendo in considerazione
il fatto che i volumi dei traffici transpacifici in direzione
est sono aumentati del 13,9% nel corso dell'intero 2000, risulta
chiaro come la linea di tendenza sia davvero rivolta verso il
basso, dal momento che i volumi in direzione est sono cresciuti
solamente dell'1,9% nel corso dei primi tre trimestri del 2001.
Secondo la maggior parte dei vettori marittimi, il tradizionale
picco stagionale non si è verificato nel trimestre conclusivo
del 2001 e si può presumere che, quando saranno disponibili
le cifre definitive PIERS in relazione al quarto trimestre, risulterà
che, se in tutto il 2001 ci sarà stata una qualche crescita,
essa sarà stata minima.
TABELLA 1: MOVIMENTAZIONI COMPLESSIVE IN TEU
IN DIREZIONE EST ED IN DIREZIONE OVEST NEI TRAFFICI TRANSPACIFICI
DAL PRIMO AL TERZO TRIMESTRE 2000-2001
|
Direzione
del mercato
| 1° trim.
2000
| 1° trim.
2001
| Cambiam.
%
| 2° trim.
2000
| 2° trim.
2001
| Cambiam.
%
| 3° trim.
2000
| 3° trim.
2001
| Cambiam.
%
|
Cambiam.
% 1°-3°
trim.
2000 / 2001
|
Direz. Est
v. USA :
NE Asia
| 1.197.916 | 1.258.901
| 5,1 | 1.378.169
| 1.375.728 | - 0,2
| 1.536.426 | 1.587.325
| 3,3 | 2,7
|
Direz. Est
v. USA :
SE Asia
| 247.871 | 245.628
| - 0,9 | 272.667
| 271.882 | - 0,3
| 316.864 | 305.935
| - 3,4 | - 1,7
|
Direz. Est
v. USA :
Totale
| 1.445.787 | 1.504.529
| 4,1 | 1.650.836
| 1.647.610 | - 0,2
| 1.853.290 | 1.893.260
| 2,2 | 1,9
|
Direz. Ov.
v. USA :
NE Asia
| 661.278 | 699.546
| 5,8 | 651.360
| 629.305 | - 3,4
| 615.686 | 640.707
| 5 | 2,1
|
Direz. Ov.
v. USA :
SE Asia
| 131.200 | 120.437
| - 8,2 | 139.719
| 118.202 | - 14,4
| 126.042 | 116.105
| - 7,9 | - 11,6
|
Direz. Ov.
v. USA :
Totale
| 729.478 | 819.983
| 3,5 | 791.079
| 747.507 | - 5,5
| 741.728 | 756.812
| 2 | - 0,05
|
Totale
Traffici
| 2.238.265 | 2.324.512
| 3,9 | 2.441.915
| 2.395.117 | - 1,9
| 2.595.018 | 2.650.072
| 2,1 | 1,3
|
Note: NE Asia comprende Macao, Cina, Sud Corea, Hong Kong, Taiwan e Giappone; SE Asia comprende Tailandia, Vietnam meridionale, Laos, Cambogia, Malaysia, Singapore, Indonesia, Brunei e Filippine.
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Fonte: Servizi Ricerche Marittime PIERS
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I traffici in direzione ovest alla volta dell'Asia, sebbene si
tratti della direttrice meno rilevante, hanno sofferto anche di
più, dal momento che hanno sperimentato un piccolo livello
di crescita negativa nei primi tre trimestri del 2001. Le esportazioni
alla volta del Sud-Est asiatico in particolare sono diminuite
dell'11,6%. Complessivamente, i traffici totali sono cresciuti
solo dell'1,3% in questo periodo, che costituisce un dato ben
al di sotto delle previsioni (4-5%) fornite dai vettori marittimi
a metà del 2001. In alcuni trimestri, la Cina è
ancora considerata come il potenziale salvatore dei traffici mondiali
e, poiché il governo cinese prevede una crescita del PIL
del 7-8% per i prossimi anni, si tratta di una notizia positiva.
Tuttavia, in realtà, è improbabile che la ripresa
cinese da sola riesca a salvare i traffici transpacifici nel 2002.
Peraltro, vi sono pochi dubbi circa il fatto che il suo predominio
nei traffici in direzione est ed ovest aumenti negli anni a venire.
La tendenza verso la scarsa domanda è confermata dalle
cifre relative all'attività containerizzata pubblicate
da alcuni dei principali porti transpacifici della costa occidentale
USA. Il porto di Long Beach ha dichiarato: "Alla fine della
stagione marittima di punta relativa al periodo delle vacanze,
gli imbarchi attraverso Long Beach sono calati del 9,5% a novembre,
rispetto allo stesso mese dell'anno precedente". La colpa
di ciò è stata attribuita alle deboli economie asiatiche.
Allo stesso modo, il porto di Seattle ha dichiarato che i suoi
volumi containerizzati complessivi a novembre 2001 sono scesi
del 16% sino a 104.724 TEU, rispetto ai 124.129 TEU del novembre
2000.
Combinando i livelli dell'offerta e della domanda nel periodo
dal 2000 al 2003, le stime della Drewry Shipping riportate nella
Tabella 2 rivelano che, nonostante le variazioni stagionali in
cui la domanda generalmente balza in alto nella seconda metà
dell'anno, il divario inerente ai traffici in direzione est continua
ad aumentare. Anche il divario tra i traffici in direzione ovest
sta cominciando a raggiungere livelli preoccupanti. Il fattore
significativo sta nel fatto che - mentre la domanda cala - l'offerta
aumenta ancora a causa dell'immissione in servizio di ulteriore
tonnellaggio post-panamax. Ma quello che ancor di più preoccupa
i vettori marittimi è il livello dell'utilizzazione netta
degli spazi-containers. Nei traffici in direzione est, da un picco
dell'82,7% nella prima metà del 2000, vi è una previsione
di diminuzione sino a solamente il 68,9% nella prima metà
del 2002 e ad un calo ulteriore sino al 66,3% nel corso dei primi
mesi del 2003.
TABELLA 2: CAPACITA' E DOMANDA STIMATE
NEI TRAFFICI TRANSPACIFICI 2000-2003 (IN MILIONI DI TEU)
|
Periodo | Capacità netta
| Domanda di carichi | Divario in TEU
| Utilizzazione netta
di spazi containers
|
| Direz. Est | Direz. Ov.
| Direz. Est | Direz. Ov.
| Direz. Est | Direz. Ov.
| Direz. Est | Direz. Ov.
|
1° metà
2000
| 4,367 | 3,396
| 3,361 | 1,845
| 1,006 | 1,551
| 77,00 % | 54,30 %
|
2° metà
2000
| 4,682 | 3,629
| 3,872 | 1,888
| 0,810 | 1,741
| 82,70 % | 52,00 %
|
1° metà
2001
| 4,766 | 3,688
| 3,422 | 1,849
| 1,344 | 1,839
| 71,89 % | 50,10 %
|
2° metà
2001
| 5,088 | 3,947
| 3,881 | 1,830
| 1,207 | 2,117
| 76,30 % | 46,40%
|
1° metà
2002
| 4,991 | 3,868
| 3,439 | 1,837
| 1,552 | 2,031
| 68,90 % | 47,50 %
|
2° metà
2002
| 5,250 | 4,077
| 3,962 | 1,831
| 1,288 | 2,246
| 75,50 % | 44,90 %
|
1° metà
2003
| 5,500 | 4,277
| 3,646 | 1,958
| 1,854 | 2,319
| 66,30 % | 45,80 %
|
Fonte: Drewry Shipping Consultants, dicembre 2001
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Secondo la Drewry, la revisione dei servizi e l'introduzione di
nuovo tonnellaggio da parte dei vettori marittimi ha influito
sulla capacità complessiva dei traffici transpacifici,
che è cresciuta di circa un milione di TEU, con un aumento
del 10-11% rispetto al livello del 2000. Ciò per lo più
è stato dovuto ai programmi di ritonnellaggio in corso
ad opera della Cosco e della K Line, della Evergreen (che ha immesso
in servizio la prima delle sue navi da 6.332 TEU), della China
Shipping e della Hanjin. Tenuto conto delle basse cifre inerenti
alla domanda, occorre rilevare come ciò abbia indotto diverse
singole linee di navigazione e diversi singoli consorzi a ristrutturare
alcuni dei propri servizi ed a ritirare capacità tutti
assieme; il riquadro sottostante riporta nei particolari i mutamenti
sopra accennati.
Si tratta di iniziative drastiche, ma necessarie date le circostanze.
Tuttavia, secondo Caradonna questa è al situazione: "Non
penso che sia stato tirato fuori dai traffici abbastanza tonnellaggio
e, in effetti, altro ne verrà immesso nel corso di questa
estate".
Tuttavia, Jeremy Nixon, vice presidente anziano per i traffici
del Pacifico della PONL (P&O Nedlloyd), commenta: "Il
provvisorio ritiro dell'allacciamento FEX a causa della debole
stagione si è rivelato una strategia di successo. Ciò
ha comportato il miglioramento dell'utilizzazione degli altri
allacciamenti della PONL nel Pacifico, con nessuna perdita di
carichi nel complesso, e ha comportato benefici all'ambiente in
ragione della riduzione dei consumi di carburante".
Il nuovo tonnellaggio ordinato da molti vettori marittimi nel
1999 continuerà ad entrare quest'anno nei traffici est/ovest,
spingendo il tonnellaggio minore dismesso verso altri traffici
periferici. Secondo i dati on-line di Containerisation International,
la Evergreen dispone di 3 navi da 6.332 TEU il cui ingresso nei
traffici transpacifici nel 2002 è stato confermato. La
K Line ha 4 ulteriori navi da 5.500 TEU, mentre la MOL ha altre
5 navi da 6.400 TEU e la China Shipping altre 3 navi da 5.500
TEU, tutte quante in consegna per quest'anno, sebbene non sia
chiaro in quale traffico est/ovest esse possano essere impiegate.
La K Line ha anche rivelato di avere un'opzione relativa all'ordinazione
di una tredicesima nave da 5.500 TEU, con consegna per la fine
del 2002. Tutto ciò rappresenta un'ironia della sorte ed
un problema per le linee di navigazione, perché - sebbene
esse abbiano dismesso qualche capacità quest'inverno -
nel 2002 probabilmente faranno il loro ingresso nei traffici transpacifici
navi più grandi. L'unico altro impiego verosimile per loro
potrebbe esse l'Asia/Europa, ma questo mercato se la passa assai
male. In effetti, un'iniziativa potrebbe annullare l'altra, il
che induce alcuni osservatori a ritenere che non sia stata dismessa
abbastanza capacità.
PRINCIPALI DISMISSIONI DAL SERVIZIO E REVISIONI DEI SERVIZI NEL 2001-2002
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- Il servizio Shanghai Express dalla Cina alla Costa Occidentale USA, effettuato congiuntamente dalla CMA CGM e dalla China Shipping Container Lines, è stato sospeso nel settembre 2001.
- La Fesco, in origine operativa unitamente alla Great Western, si è ritirata dai traffici transpacifici nella prima metà del 2001.
- La Grand Alliance ha combinato il suo allacciamento FEX con la propria filiera SCX nel dicembre 2001, riducendo il numero complessivo dei propri servizi transpacifici a sette (con una riduzione approssimativa della capacità di traffico pari al 16%).
- La Maersk Sealand ha rimosso l'ampliamento TP5 dalla propria operazione pendolare doppia SZX/TP5 fino almeno alla fine del marzo 2002 (con una riduzione approssimativa della capacità di traffico pari al 15% ovvero a 3.900 TEU su base settimanale).
- La New World Alliance ha ritirato il proprio allacciamento PNX sin dal novembre 2001, riducendo il proprio numero complessivo di servizi transpacifici a otto (con una riduzione approssimativa della capacità di traffico pari all'8% ovvero a 5 navi da 2.600 TEU).
- Il Lloyd Triestino, consociata della Evergreen, ha inaugurato un nuovo servizio Cina/Costa Occidentale USA nell'agosto 2001 utilizzando 5 navi da 1.810 TEU.
- Con effetto dalla metà del febbraio 2002, la Evergreen sta rimpiazzando i suoi due servizi giramondo con due allacciamenti pendolari.
- La K Line e la Yang Ming offrono un nuovo servizio pendolare transpacifico nel corso del primo trimestre 2002, utilizzando 12 navi da 5.500 TEU. La ristrutturazione in programma dovrebbe essere rivista. Nell'ambito della nuova "alleanza" tra Cosco, Yang Ming, K Line, Hanjin e Senator, la K Line sta altresì rilevando ulteriori spazi-containers dalla Yang Ming e dalla Hanjin, mentre la Senator sta rilevando altri spazi-containers dalla Cosco in relazione ai propri servizi CES e CEN, che sono stati migliorati con navi da 5.500 TEU.
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Un portavoce della Maersk Sealand così commentava il ritiro
della propria filiera TP5: "Essa verrà reintegrata
allorquando le condizioni del mercato lo richiederanno; ci aspettiamo
di poter prendere una decisione al riguardo nella primavera del
2002". Se ne potrebbe dedurre che il servizio resterà
sospeso per l'intero 2002. La semplice verità è
che i vettori marittimi non sanno che cosa accadrà a breve
termine e debbono effettuare costantemente revisioni dei propri
servizi. Un osservatore del settore, che desidera restare anonimo,
commenta: "Credo che non siano stati approntati programmi
di ritiro della capacità al di là del marzo 2002.
L'attuale revisione è finalizzata solamente all'adeguamento
alla "debolezza" della stagione, ma è possibile
che i servizi che sono stati ritirati rimangano nella medesima
condizione anche una volta trascorso questo periodo".
Oltre ai problemi inerenti all'offerta ed alla domanda, i vettori
marittimi devono fare i conti con le preoccupazioni derivanti
dai livelli delle tariffe di nolo. A causa della riservatezza
richiesta dai clienti, i vettori non vogliono rivelare i livelli
attuali, ma fonti informate hanno comunicato a Containerisation
International che le tariffe medie in direzione est sono scese
a 1.100 dollari USA per container da 40 piedi. Il TSA (Accordo
Stabilizzazione Transpacifico) nell'ottobre 2000 aveva raccomandato
un'integrazione delle tariffe sui traffici in direzione est per
il periodo contrattuale 2001-2002 sino a 525 dollari USA/FEU.
E' significativo il fatto che per il periodo 2002-2003 non ne
sia stata annunciata nessuna, sebbene ce le si possa aspettare
prima o poi.
E' interessante notare come, sulla base dei suggerimenti ad incrementare
le tariffe negli ultimi sei-nove mesi, le tariffe medesime siano
variate in misura così ampia che sarebbe difficile stabilire
quale sia l'attuale base tariffaria. Inoltre, dal momento che
ogni vettore marittimo ha una propria lista di tariffe riservate
con i suoi principali clienti, è difficile stabilire quale
sia la tariffa media per questo traffico. Un'altra considerazione
è che - dal momento che le tariffe sono così basse
- i caricatori minori in alcuni casi usufruiscono quasi delle
stesse tariffe vantaggiose praticate ai grossi negozi al dettaglio.
Caradonna ritiene che un generale incremento tariffario non rappresenti
la risposta appropriata e ha detto: "Come si potrebbe porre
in essere un incremento tariffario in un simile scenario? Non
dico che non ne sia necessario uno, ma come si potrebbe ottenerlo
dato il numero di vettori marittimi attualmente in cerca di maggiori
volumi? Alcuni vettori continueranno inevitabilmente a ridurre
le tariffe".
La storia recente dimostra che sulle principali direttrici di
traffico gli incrementi tariffari generali raramente hanno avuto
successo, dal momento che la filosofia dominante diventa quella
di riempire la nave ad ogni costo. In un simile scenario, ogni
tariffa che copre i costi fissi diventa una buona tariffa.
Una risposta a questo indovinello, propone Caradonna, potrebbe
essere costituita dall'aumento della collaborazione fra le linee
di navigazione su argomenti di ampia portata quali le problematiche
attinenti al rifornimento, alla movimentazione ed alla intermodalità,
che vanno al di là dei singoli consorzi. Tuttavia, ciò
è improbabile e potrebbe in qualche modo rappresentare
la svolta più radicale circa le modalità con cui
il settore del trasporto marittimo containerizzato viene gestito.
Aggiunge Caradonna: "La razionalizzazione di costi dovrebbe
costituire il punto centrale per le linee di navigazione, e non
il generale incremento tariffario, che con tutta probabilità
non è conseguibile in questo clima".
L'avvento dell'ancora innominata alleanza tra Cosco, Yang Ming,
K Line, Hanjin e Senator ha provocato diverse revisioni di servizio
e la combinazione di nuovo tonnellaggio al fine di razionalizzare
i costi. Questo suggerisce che i vettori marittimi si stanno parlando
sempre di più. La scomparsa nel 2001 della Cho Yang, uno
dei primi 20 vettori di tutto il mondo, potrebbe far pensare che
altri potrebbero seguire quest'anno. Non è chiaro, al momento,
se nel 2002 importanti soggetti quali Wan Hai, Great Western o
Trans Pacific Lines finiscano per sparire dai traffici ovvero
se i maggiori consorzi si decidano a ritirare un maggiore quantitativo
di capacità.
Circa il futuro, il TSA prevede "un crescita stagnante dei
carichi nella prima metà del 2002" ed anche la Drewry
prevede che la dominante direttrice est del transpacifico non
crescerà più dell'1,3% nel corso del 2002. Tuttavia,
sul medio termine, essa prevede una forte ripresa nel 2003, con
un incremento dei volumi del 7,3% per l'intero anno. Una nota
positiva viene espressa da Nixon della PONL: "Non sottostimate
le naturali forze economiche di questo settore. Se i clienti fossero
pronti a remunerare i fornitori di servizio a livello sostenibile
nel corso del periodo del picco di domanda, allora il lato dell'offerta
di questo settore potrebbe adeguarsi nei prossimi 18 mesi molto
più alla svelta di quanto molti analisti al momento non
prevedano".
Nel contempo, i vettori impegnati nel traffico in questione si
trovano a dover affrontare un compito non proprio allettante nel
cercare di sopravvivere per tutto il 2002: sotto molti aspetti,
questo sarà l'anno della resa dei conti per loro. Essi
potrebbero non essere in grado di influenzare direttamente i volumi
di traffico, ma sarà affar loro gestire i propri costi
ed i propri programmi di ritonnellaggio nella maniera più
efficace possibile.
(da: Containerisation International, febbraio 2002)
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