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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXI - Numero 6/2003 - GIUGNO 2003 |
Trasporto marittimo
Il ripristino dei porti iracheni
Una volta cessate le ostilità in Iraq, ci si aspetta che i porti del paese svolgano un ruolo importante nella movimentazione dei materiali per il programma di ricostruzione.
Sfortunatamente, la maggior parte di loro non si sono mai veramente ripresi dalle devastazioni subite sia nella guerra Iran-Iraq degli anni '80, sia nella guerra del Golfo del 1991. Un notevole numero di navi era stato affondato nell'importante idrovia Shatt al Arab, ostacolando effettivamente la capacità delle navi da carico di farsi strada dal Golfo verso i porti con poco pescaggio situati sui fiumi Tigri ed Eufrate.
A causa di ciò, Umm Qasr, che è accessibile attraverso la relativamente sgombra idrovia Khor Abdullah, è diventato il principale scalo iracheno per i prodotti non petroliferi. Tuttavia, esso è anche piazzato in modo ideale per essere adibito al servizio dell'industria petrolifera locale sulla penisola di Al Faw. Situata ad appena 8 km dal confine con il Kuwait, la vecchia area portuale è equipaggiata con 13 ormeggi, mentre altri 10 sono disponibili nella zona ammodernata. Il pescaggio di 9,4-10,7 metri, peraltro, limita rigorosamente le dimensioni dei veicoli che il porto è in grado di accogliere.
Umm Qasr era stato costruito in origine al fine di alleviare la pressione sul porto di Bassora, l'ex principale infrastruttura irachena per le importazioni e le esportazioni. Situata strategicamente a 560 km da Baghdad, alla quale è collegata per ferrovia, ed a 121 km dal Golfo, Bassora è la ovvia porta d'accesso degli imponenti campi petroliferi situati tutto interno ad essa.
Tuttavia, sia un restrittivo pescaggio di 7,9-9,1 metri sia un difficile accesso attraverso l'idrovia dello Shatt al Arab ed il fiume Tigri, in effetti limitano le dimensioni delle navi che sono in grado di attraccare a Bassora. Le operazioni con i carichi convenzionali erano solite essere effettuate ad Al Maqil, il vecchio porto di Bassora, situato all'estremità più lontana dello Shatt al Arab, ma la navigazione è stata duramente condizionata dai blocchi esistenti in questo importante canale.
Un'infrastruttura adibita alle merci relativamente moderna, tuttavia, si dovrebbe trovare a Khor al Zubayr, che era stata costruita negli 'anni '80 per mezzo di finanziamenti giapponesi. La sua costruzione era stata concertata nel senso che vi fosse lo sviluppo di un centro industriale nelle vicinanze, che è in gran parte dedicato all'industria petrolchimica.
Tre altri porti sono stati destinati quasi interamente alla fornitura di servizi all'industria petrolifera. Mina al Bakr è la principale infrastruttura irachena per questi traffici, dato che prima dell'inizio delle attuali difficoltà esportava un milione di barili al giorno. Al Faw è uno scalo più piccolo, a qualcosa come 90 km a sud-est di Bassora, situato alla foce dello Shatt al Arab. Tuttavia, esso era il centro del conflitto militare al tempo della guerra Iran-Iraq ed era perciò stato reso quasi inservibile a causa dei numerosi naufragi ivi avvenuti. Il terzo porto, Khawr Al Amaya, è una piccola infrastruttura a due ormeggi utilizzata principalmente per l'esportazione di petrolio crudo.
Malgrado gli impedimenti fisici ai traffici, le tariffe di lavoro portuale concorrenziale dovrebbero rendere lo sviluppo a lungo termine dell'industria portuale assai allettante per gli investitori, dato che gli stivatori sembra che siano pagati nella misura assai bassa di 0,94 dollari al giorno.
Ciononostante, persino ai loro tempi d'oro, i porti iracheni erano famigerati per i loro elevati livelli di intasamento e per la scarsa produttività. Data l'attuale limitata natura di capacità disponibile, unitamente ai maggiori livelli della domanda repressa, la congestione potrà solo diventare peggiore una volta che sarà ricominciato un grosso flusso di traffico nei due sensi.
La ripulitura del canale dello Shatt al Arab dagli esplosivi e dai relitti richiederà impiego sia di tempo che di denaro. Tuttavia, una volta ottenuto, ciò consentirà ai pianificatori di riprendere attentamente in considerazione l'implementazione dei progetti finalizzati a rendere i fiumi Tigri ed Eufrate navigabili per il traffico di chiatte.
Un limitato dragaggio del Tigri a sud di Baghdad è già stato intrapreso, e le chiatte riescono a collegare la capitale ad Al Amarah. La carenza di fondi ha sinora impedito che programmi di questo tipo - sul Tigri da Mosul a Baghdad e sull'Eufrate da Al Hadithah ad al Qurnah - progredissero al di là del tavolo da disegno.
(da: CargoSystems, maggio 2003)
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