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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 1/2006 - GENNAIO 2006 |
Porti
Gli indonesiani la spuntano sugli oneri di movimentazione terminalistica
Dopo diversi mesi di notevoli pressioni da parte degli importatori, degli esportatori e - con un'iniziativa senza precedenti - del governo indonesiano, sembra che i vettori marittimi non abbiano altra scelta se non quella di ridurre del 50% i THCs (oneri di movimentazione terminalistica) applicati presso i principali porti containerizzati del paese.
Tuttavia, i vettori marittimi e gli operatori terminalistici non ne sono felici, sia per l'esito, sia per il modo in cui la questione è stata affrontata. Alcune fonti locali indonesiane ritengono che l'aumento dei THCs sia lo strumento attraverso il quale i vettori marittimi ripianano il pagamento di molti oneri indebiti e bustarelle varie in ambito portuale.
Un dirigente marittimo indonesiano, che desiderava restare anonimo, ha dichiarato: "L'intera questione è un vero e proprio pasticcio. All'inizio di quest'anno, il governo ha costituito un gruppo di lavoro formato per lo più da pubblici funzionari al fine di investigare sulla questione. Sono state fatte pressioni su tutti i ministri affinché si dessero da fare, pena la rimozione, con data limite fissata ad ottobre.
Le linee di navigazione erano d'accordo su certi punti, ma, anche se queste riunioni continuavano a svolgersi, altri dicevano che i THCs sarebbero stati ridotti a 95 dollari USA. E le linee di navigazione non si sono ancora accordate su questo".
Al 1' novembre scorso, il THC, ovvero il prezzo di movimentazione che i caricatori pagano, era stato ridotto da 150 dollari USA/20 piedi a 93 dollari USA/20 piedi e da 230 dollari USA/40 piedi a 145 dollari USA/40 piedi. Inoltre, i CHCs (oneri movimentazione contenitori), cioè le tariffe di stivaggio pagate dai vettori marittimi agli operatori terminalistici, che costituiscono la componente-chiave del THC, sono stati ridotti da 93 dollari USA/20 piedi a 70 dollari USA/20 piedi. Il THC massimo che le linee di navigazione possono imporre è stato limitato a 35% al di sopra di questo livello.
Continua il citato dirigente: "Nessuno ha capito quale potesse essere l'autorità in grado di fissare le tariffe terminalistiche. Adesso siamo in una situazione in cui il CHC è stato ridotto da un decreto governativo ad una cifra su cui tutte le parti si erano dichiarate d'accordo nel 2002. Per compensare gli operatori terminalistici delle perdite di circa il 25% delle proprie entrate, si sono verificati incrementi degli oneri applicabili sui piazzali e sui magazzini terminalistici, ed è stata applicata un'imposta sul valore aggiunto del 10% sugli oneri di stivaggio, che sono saliti da 70 a 77 dollari USA".
Inoltre, le linee di navigazione sono adirate a causa del tentativo del governo di limitare gli oneri sulle polizze di carico a circa 10 dollari USA per ciascun documento, ben al di sotto dell'attuale onere di 40 dollari USA per documento.
I caricatori asiatici considerano ciò come un importante successo nell'ambito della loro lotta per la riduzione del THC, che essi considerano come una prassi illegale. Un comunicato stampa del Consiglio dei Caricatori Asiatici affermava che si sarebbe potuto evitare il possibile licenziamento di 250.000 lavoratori tessili e che, con risultati annui pari a 6 milioni di TEU, un provvedimento di questo genere farebbe risparmiare almeno 350 miliardi di dollari USA rispetto ai costi annui di movimentazione presso i porti indonesiani.
(da: Containerisation International, dicembre 2005, pag. 21)
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