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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 4/2006 - APRILE 2006 |
Studi e ricerche
3PLs non al passo con i tempi
Uno studio condotto da Gwynne Weekes, direttore della Burman Associates, mette sotto accusa i fornitori di logistica per conto terzi (3PLs) per il fatto di non essere ancora abbastanza proattivi.
La conclusione che se ne trae è che, quando i clienti affidano la logistica ai 3PLs, tali agenti tendono ancora ad ingabbiare i propri clienti in soluzioni che non tengono conto delle nuove circostanze ed informazioni, ovvero dei modi di pensare più moderni.
Il rapporto di Weekes, Barriere all'innovazione ed alla proattività nella logistica per conto terzi, ha confrontato i risultati di un'indagine svolta dalla PE International nel 1996 con quelli della CILT (Chartered Institute of Logistics and Transport) nel 2005 (v. tabella 1).
TABELLA 1: CONFRONTO BURMAN ASSOCIATES/CILT |
Anno |
Del tutto reattivi |
Per lo più
reattivi |
Per lo più
proattivi |
Molto proattivi |
1996 |
2,0% |
16,0% |
54,0% |
28,0% |
2005 |
4,3% |
38,3% |
44,7% |
12,8% |
Gran parte (71%) di coloro che hanno risposto all'indagine continuano a ritenere che la maggioranza dei fornitori dei servizi di logistica siano solo in parte proattivi. Approssimativamente il 17% pensava ancora che essi non fossero per niente proattivi, mentre solo il 12% ha detto che essi sono del tutto proattivi.
Tuttavia, le ragioni che portano al non essere abbastanza proattivi sono cambiate, come dimostra la tabella 2.
Il fattore principale di tale cambiamento è "la resistenza del cliente al cambiamento", che adesso rappresenta la seconda ragione in ordine di importanza, rispetto all'ottava posizione che aveva in precedenza, il che induce alla domanda: perché i clienti si lamentano, visto che la soluzione dipende da loro?
TABELLA 2: RAGIONI DELLA CARENZA DI PROATTIVITA' |
Prime 10 ragioni
del non essere proattivi |
Classifica
nel 2005 |
Classifica
nel 1997 |
Concentrazione del tempo in questioni operative |
1 |
2 |
Resistenza del cliente al cambiamento |
2 |
8 |
Bassi margini/capacità di profitto |
3 |
3 |
Qualità della gestione |
4 |
1 |
Mancanza di fiducia |
5 |
6 |
Carenza di informazioni |
6 |
11 |
Mancanza di incentivi all'innovazione |
7 |
5 |
Scarsa comunicazione |
8 |
9 |
Lunghezza del contratto |
9 |
4 |
I 3PLs sono restii a rischiare |
10 |
7 |
Commenta Richards: "Non è facile rispondere a questa domanda, ma è vero, certamente, che a molti clienti piacerebbe che i propri 3PLs fossero più proattivi. Sebbene si pensasse che i 4PLs costituissero la risposta, ciò è meno vero oggi".
La risposta potrebbe avere qualcosa a che fare con la partecipazione al CILT, che si fonda sul fatto che chiunque lo voglia - sia clienti che 3PLs - possa aderire, rendendo perciò ambigue le procedure di voto.
In ogni caso, una delle conclusioni del rapporto è che il mercato dei 3PLs ha bisogno di diventare un sistema a doppio livello. Un livello dovrebbe essere rappresentato dai fornitori di merci, che hanno bisogno di dimostrare una svelta competenza operativa e costi più bassi possibile, mentre il secondo livello dovrebbe offrire un'orchestrazione strategica della catena dell'offerta che si occupi di quest'ultima dall'approvvigionamento al controllo delle scorte, alla consegna finale ed alle tariffe.
Afferma Richards: "E' possibile che gli agenti di dimensioni molto grandi possano essere in grado di offrire entrambi i livelli, ma si può discutere sul fatto che la loro base di costo possa essere strutturata di conseguenza. I margini di profitto del 3PL oggi non lasciano molto spazio agli errori".
Di tutto ciò si è parlato in occasione della conferenza "Outsorcing Logistics Europe 2006", svoltasi ad Amsterdam il 21 e 22 marzo.
(da: Containerisation International, marzo 2006, pag. 31)
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