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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 7/2006 - LUGLIO 2006 |
Commercio internazionale
Vittoria cinese sul fronte dei THCs
In seguito ad un'indagine del Ministero delle Comunicazioni cinese, sembrerebbe che i caricatori cinesi abbiano vinto un'importante battaglia, anche se non ancora la guerra, nella loro lotta contro l'imposizione di oneri di movimentazione terminalistica (THCs) da parte delle conferenze di linea.
In una lettera indirizzata a tutti i caricatori ed a tutti gli spedizionieri cinesi, l'Associazione Caricatori Cinesi e l'Associazione Spedizionieri di Merci Internazionali della Cina affermano che, secondo il Ministero delle Comunicazioni, "Il THC fa parte integrante della tariffa di nolo nel trasporto internazionale di linea dei contenitori e che gli accordi collettivi delle linee di navigazione sugli oneri da applicare danneggerebbero la normale concorrenza sui prezzi".
Il Ministero delle Comunicazioni, in via di principio, si oppone alla riscossione di un THC unificato, dal momento che esso va contro il presupposto fondamentale della concorrenza leale.
Oltre alla pubblicazione sopra accennata, resa nota nel mese di aprile, il Ministero delle Comunicazioni ha inviato un avviso ai sei conferenze di linea, tra cui la FEFC, il TSA e lo IADA, con il quale ha richiesto loro di modificare le proprie tariffe.
Le modifiche sono state richieste per ribadire il concetto che il THC non è vincolante e che i vettori marittimi devono stabilire le proprie tariffe in modo autonomo. Alle linee di navigazione è stato altresì richiesto di registrare la documentazione inerente alle proprie attività sui prezzi presso il Ministero delle Comunicazioni entro il 25 maggio.
Lo HKSC (Consiglio dei Caricatori di Hong Kong) - che da molti anni si oppone con veemenza ai THCs - ha tratto un incoraggiamento da questi nuovi sviluppi. Esso ha ribadito che i THCs dovrebbero essere sempre riscossi dalla parte che paga il nolo, cioè, in molti casi, il consegnatario d'oltremare.
Willy Lin, presidente delllo HKSC, dichiara: "Noi speriamo che le conclusioni tratteggiate nel rapporto possano servire da principi-guida per altri paesi in relazione alle modalità di riscossione dei THCs' Si tratta di un chiaro rimprovero verso tali misure in quanto contrarie alla concorrenza".
Un THC cinese di 370 yuan (45 dollari USA) per 20 piedi e di 570 yuan (67 dollari USA) per 40 piedi è stato introdotto da diverse conferenze di linea a gennaio 2002 e da allora è stato sempre fonte di discussioni.
L'iniziativa del Ministero delle Comunicazioni cinese fa seguito alla controversia insorta all'inizio di quest'anno, allorquando il governo indonesiano è intervenuto, con un'iniziativa che non ha precedenti, per far diminuire i THCs nel proprio paese.
Peraltro, resta da vedere quale iniziativa verrà intrapresa dai vettori marittimi ovvero, se non dovessero adeguarsi, se verranno applicate loro sanzioni o meno.
In precedenza, la prassi comune era quella che linee di navigazione trattenessero le polizze di carico, fino a quando non fossero stati determinati all'origine dai caricatori cinesi i costi di THC. Alcuni caricatori ritengono che i vettori marittimi potrebbero alternativamente ricorrere all'imposizione di nuovi sovrapprezzi allo scopo di recuperare il deficit delle entrate. In ogni caso, è evidente che gli importatori stranieri dovranno comunque modificare i propri termini contrattuali.
(da: Containerisation International, giugno 2006, pag. 23)
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