COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS	ANNO XXIV - Numero 8/2006 - AGOSTO 2006

Gli esportatori e gli importatori in India sono insoddisfatti degli alti oneri di movimentazione terminalistica presso i principali porti del paese al punto tale che, col supporto di organismi quale la WISA (Associazione dei Caricatori dell'India Occidentale), hanno richiesto l'intervento del governo affinché impedisca ai vettori di imporli.

Molti caricatori indiani sono altresì scontenti della mancanza di trasparenza e giustificazione degli oneri di movimentazione terminalistica.

Inoltre, come accade anche in altre parti del mondo, essi considerano gli oneri di movimentazione terminalistica come dispositivi che ingenerano proventi aggiuntivi, piuttosto che come strumenti per il mero recupero dei costi.

Secondo una fonte del settore, poiché gli oneri di movimentazione terminalistica in India spesso rappresentano fino al 25% dei costi di nolo marittimo dei caricatori, questi oneri potrebbero comportare conseguenze negative sulla competitività dei traffici di esportazione del paese.

Gli alti oneri di movimentazione terminalistica vanno ad aggiungersi ai generalmente più elevati costi del trasporto e della logistica che i caricatori indiani devono sopportare rispetto ad altre parti del mondo.

Secondo una stima della Banca Mondiale, i costi complessivi della logistica con origine in India rappresentano l'11-14% del PIL, rispetto ad una media del 6-8% dei paesi in via di sviluppo ed al 10% della Cina.

Nella tabella sottostante vengono riportati in dettaglio gli attuali livelli degli oneri di movimentazione terminalistica presso il Jawaharlal Nehru (nei pressi di Mumbai), vale a dire il maggior porto containerizzato dell'India.