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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS | ANNO XXIV - Numero 8/2006 - AGOSTO 2006 |
Trasporto marittimo
Rischiano un vero fiasco gli aumenti nel transpacifico
Dato l'attuale buono stato di salute dei traffici Asia-USA in direzione est, i membri del TSA (Accordo di Stabilizzazione nel Transpacifico) hanno sfruttato prontamente tale opportunità aumentando i propri sovrapprezzi di quest'anno per la stagione di punta; tuttavia, sembra probabile che relativamente pochi caricatori vogliano pagarli.
I sovrapprezzi per la stagione di punta, pari a 400 dollari USA/FEU, annunciati in precedenza per tutti i traffici asiatici movimentati alla volta dei porti statunitensi, sono entrati in vigore - come previsto - dal 15 giugno scorso.
Tuttavia, a partire dal 15 luglio, i sovrapprezzi per le movimentazioni tutto-mare per la Costa Orientale USA ed il Golfo del Messico via canali di Panama e Suez sono stati incrementi sino a 500 dollari USA/FEU; dal 15 agosto, poi, i sovrapprezzi per la stagione di punta sono stati aumentati sino a 600 dollari USA/FEU sino alla fine della stagione medesima, fissata al 15 novembre.
E' possibile che le linee di navigazione appartenenti al TSA possano estendere il periodo di punta, come hanno già fatto negli anni scorsi. I sovrapprezzi per la stagione di punta relativi alla Costa Occidentale USA ed ai servizi intermodali restano invariati.
Nel tentativo di giustificare gli incrementi, il direttore esecutivo del TSA, Albert Pierce, fa notare: "Il traffico di cui ci occupiamo ha assistito a quattro annate-record con una crescita in gran parte a doppia cifra. Lo spazio sulle navi è ristretto, i miglioramenti alle ferrovie ed i terminals sono lungi dall'essere completati, i tempi di lavorazione delle attrezzature sono ancora lenti ed i vettori sono preoccupati. Non si sentono sicuri di nulla".
In realtà, sembra che, sebbene i volumi in direzione est restino sostenuti, i vettori marittimi abbiano dovuto lottare per aumentare le proprie tariffe di nolo nel corso dell'attuale periodo di trattative. Di conseguenza, l'incremento dei sovrapprezzi per la stagione di punta potrebbe essere visto come un tentativo di rifarsi delle perdite nelle ultime trattative sui noli.
Peraltro, bisognerebbe ricordare che la percentuale relative ai caricatori che dovrebbero subire l'aumento è alquanto limitata. La maggior parte dei grossi dettaglianti e degli nvoccs non pagherà i sovrapprezzi per la stagione di punta oppure prolungherà il proprio contratto nei casi in cui i sovrapprezzi per la stagione di punta possano essere aumentati solamente con il mutuo consenso.
Le informazioni provenienti da varie fonti del settore rivelano come l'attuale atteggiamento dei vettori marittimi nei confronti dei prezzi abbia scarse relazioni con lo scenario della domanda/offerta, almeno per il momento.
Anche se potrebbe essere pericoloso generalizzare, le tariffe da porto a porto inerenti alla Costa Occidentale USA sono state ridotte di circa 300 dollari USA/FEU negli ultimi mesi, mentre anche le tariffe relative alla Costa Orientale USA sono calate di quasi 125 dollari USA/FEU.
Normalmente, ogni impatto sulle tariffe della Costa Occidentale USA viene avvertito dappertutto, dal momento che molti caricatori non pagheranno tariffe significativamente più alte per i viaggi da e per la Costa Orientale USA (che hanno tempi più lunghi) se riescono ad ottenere tariffe meno care per i trasporti terrestri brevi.
Le migliori tariffe a disposizione sul mercato per gli nvoccs di prima schiera sono adesso inferiori a 1.700 dollari USA/FEU, BAF compresa. Molti vettori marittimi hanno ridotto la BAF sino a livelli compresi tra 300 e 350 dollari USA/FEU, notevolmente al di sotto dell'attuale tariffa della TSA pari a 635 dollari USA/FEU.
Dato il rilevante impatto dei costi di bunkeraggio sulla contabilità, è sorprendente il fatto che, rispetto allo scorso anno, i vettori marittimi stiano raccogliendo una percentuale minore di BAF.
Poiché nel traffico transpacifico dev'essere ancora avvertito completamente l'impatto del nuovo tonnellaggio ed esiste la possibilità di un ulteriore calo della crescita della domanda negli USA nel 2007, sembrerebbe che i vettori marittimi del transpacifico debbano aspettarsi un'annata difficile.
(da: Containerisation International, luglio 2006, pag. 21)
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