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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 7/2008 - LUGLIO 2008
Porti
Il nuovo dragaggio del porto di Amburgo implica buone
prospettive per le principali linee di navigazione tedesche
Amburgo è uno dei principali porti containerizzati
dell'Europa settentrionale e nel corso dell'ultimo decennio ha
goduto di uno dei più sostenuti tassi di crescita rispetto a
qualsiasi altro porto della regione.
Dal 2000, i suoi traffici di box sono aumentati di oltre il
135% da 4,2 milioni di TEU a 9,9 milioni di TEU nel 2007.
Inoltre, gli amministratori del Porto di Amburgo sembrano
estremamente fiduciosi circa le prospettive di quest'anno, dato che
il dr. Jurgen Sorgenfrei, presidente della divisione marketing del
Porto di Amburgo, prevede una crescita fra l'8 ed il 10 per cento.
Amburgo dispone di una delle più estese reti lineari fra
i porti del Nord Europa; la divisione marketing del porto afferma
che vengono servite regolarmente oltre 1.000 destinazioni in 190
paesi.
Il più grande porto della Germania movimenta altresì
le più grandi navi portacontainer che viaggiano regolarmente
nei traffici marittimi di linea europei: sono infatti visitatrici
regolari dello scalo le unità della classe E della Maersk
Line da 11.000 TEU, le mega-navi da 9.200 TEU della CMA CGM e le
navi del tipo da 8.500 TEU della Hyundai Merchant Marine.
Tuttavia, in molti casi queste navi non possono essere caricate
completamente quando fanno scalo al porto, anche quando sono in
arrivo dall'Estremo Oriente con carichi più leggeri a bordo.
In uscita verso l'Estremo Oriente, Amburgo molto spesso
rappresenta il primo porto di scalo per il carico.
Sotto molti aspetti, quest'ultimo non costituisce in realtà
un serio problema, dato che Amburgo è il più
occidentale dei porti regolarmente serviti dai vettori impegnati su
questa rotta.
Si può inoltre sostenere che i carichi spediti di
ritorno in Estremo Oriente sono meno sensibili dal punto di vista
dei tempi di viaggio, sebbene la Germania esporti poi merci di
elevato valore, quali congegni per macchinari, equipaggiamento di
precisione e parti di automobili nella regione dell'Estremo Oriente.
Quanto ai movimenti in entrata, peraltro, vi sono molti
argomenti che potrebbero giocare a favore di Amburgo quale primo
porto di scalo.
In primo luogo, un notevole volume di merci dall'Estremo
Oriente, segnatamente la Cina, è destinato in Germania.
Secondo, i mercati dell'Europa orientale e centrale, stati
baltici compresi, sono stati fra quelli dalla crescita più
rapida nella regione nel corso degli ultimi due anni e sono serviti
principalmente attraverso la porta di accesso di Amburgo.
Terzo, i vettori marittimi sono sempre alla ricerca del modo di
differenziare i propri servizi rispetto a quelli della concorrenza.
Un porto di Amburgo più profondo, che potesse offrire ai
vettori marittimi la possibilità di conseguire lo status di
primo scalo dall'Estremo Oriente, accrescerebbe il numero delle
opzioni di servizio disponibili.
Anche se non è sicuro che tutti i vettori vogliano fare
tale scelta una volta completato il programma di dragaggio, le
operazioni stanno diventando di giorno in giorno sempre più
ardue, dal momento che un numero sempre maggiore di navi deve
aspettare le finestre di marea più appropriate per entrare ed
uscire dal porto.
Di conseguenza, ci sono volte in cui l'efficienza dell'intero
porto viene compromessa.
Poter disporre di un metro di profondità in più
contribuirebbe ad eliminare i problemi, aumentando di converso la
produttività in tutto l'intero complesso portuale.
L'accordo recentemente sottoscritto dal governo dello stato di
Amburgo - una coalizione fra i Cristiano-Democratici ed il Partito
dei Verdi - comporterà il dragaggio di 1 metro del fiume
Elba, di modo che le navi che pescano 13,5 metri saranno in grado di
transitare a prescindere dalle condizioni della marea.
Ciò significherà che, con alta marea, le navi
dotate di pescaggio di 14,5 metri saranno in grado di salpare da e
per i terminal, dal momento che tale profondità è
quasi quella sufficiente per movimentare tutte le portacontenitori
attualmente in servizio e sotto ordinazione.
Presso il governo municipale è in corso di costituzione
una nuova fondazione che dovrà occuparsi di tutti gli aspetti
ambientali ed ecologici inerenti al fiume Elba.
Essa verrà finanziata con fondi consistenti in 40
milioni di euro per i primi dieci anni di attività; parte del
denaro proverrà da un nuovo sistema di gestione degli oneri
portuali.
Anche se il nuovo sistema di imposizione degli oneri sembra
essere ancora in fase di revisione, si è capito che gli oneri
portuali verranno incrementati per contribuire a pagare il programma
di dragaggio del canale e che i principali suoi beneficiari - gli
operatori di navi superiori agli 8.000 TEU - pagheranno
proporzionalmente di più in relazione al progetto.
Vale a dire, attualmente, tutti i principali operatori di linea
al servizio di Amburgo.
Infatti, 20 delle 25 maggiori compagnie di navigazione di linea
che servono il continente hanno istituito uffici in città.
Inoltre, diversi vettori - fra cui la COSCON, la China Shipping
Container Lines, la CSAV, la Hanjin Shipping Co e la Yang Ming -
hanno accordato a queste strutture lo status di ufficio regionale.
Nel contempo, tre delle quattro maggiori compagnie di
navigazione di linea della Germania - Hapag-Lloyd, Hamburg Süd
e DAL (Deutsche-Afrika-Linien) - hanno sede ad Amburgo, oltre a
diversi operatori regionali o di raccordo a corto raggio.
Tutti questi operatori vorrebbero acque più profonde nel
fiume Elba, quale strumento sia per aumentare i propri servizi nel
porto di Amburgo, sia per migliorare la propria flessibilità
operativa nella regione.
LE DUE PRINCIPALI COMPAGNIE DI NAVIGAZIONE DI LINEA DI
AMBURGO
Hapag-Lloyd
2007
2004
Cambiamento %
Classifica mondiale
5
14
TEU in servizio
487.842
193.465
152,2
Totale flotta navi
141
51
176,5
Nuove costruzioni
10
7
42,9
Nuove costruzioni (in TEU)
87.500
58.300
50,1
TEU trasportati
5.454.000
2.415.000
125,8
Giro d'affari
6.202.000
2.691.000
130,5
Hamburg Süd
2007
2004
Cambiamento %
Classifica mondiale
16
19
85,7
TEU in servizio
196.632
105.897
85,7
Totale flotta navi
76
54
40,7
Nuove costruzioni
25
4
525
Nuove costruzioni (in TEU)
122.853
22.208
453,2
TEU trasportati
2.140.000
1.386.000
54,4
Giro d'affari
3.600.000
2.550.000
41,2
Fonte: Liner intelligence (www.ci-online.co.uk)
Tradizionalmente, i cosiddetti "accordi tra gentiluomini"
fra le compagnie di navigazione di linea del paese attive nel
trasporto di carichi generali o di contenitori hanno fatto sì
che i propri rispettivi servizi di linea divenissero complementari
piuttosto che competere fra loro.
Anche se tale situazione in gran parte non è più
attuale, la concorrenza sorprendentemente è mutata ed è
limitata a quella esistente fra la Senator Lines con sede a Brema
(controllata dalla Hanjin) e la Hapag-Lloyd sui principali traffici
est/ovest, nonché quella con la Hamburg Süd fra
l'Europa ed il Sudamerica e fra l'Europa e l'Asia meridionale.
I due operatori di maggiori dimensioni, Hapag-Lloyd e Hamburg
Süd, hanno entrambi aggiunto significativi quantitativi di
capacità in termini di spazi-container nel corso degli ultimi
cinque anni, avendo ampliato le proprie flotte sia organicamente che
mediante acquisizioni.
Nel caso della prima, la sua mossa più ardita è
stata il rilevamento della CP Ships nel 2006.
Ciò ha comportato l'estensione del raggio d'azione della
Hapag-Lloyd nei traffici del Nord Atlantico, oltre ad un
innalzamento del suo profilo sulle rotte fra l'Europa e la costa
orientale del Sudamerica, l'Asia meridionale (India e Pakistan in
particolare) e l'Australasia.
Inoltre, l'acquisizione della CP Ships ha ampliato il raggio
d'azione globale del vettore tedesco dandole solide posizioni nei
traffici fra le coste statunitensi orientale e del Golfo del Messico
e la costa orientale del Sudamerica, nonché fra le coste
orientale ed occidentale degli USA e l'Australia/Nuova Zelanda.
Al momento dell'acquisizione, tuttavia, era stata l'immissione
di circa 180.000 TEU di spazi-container aggiuntivi (70 navi) che la
dirigenza della compagnia aveva individuato quale motivazione
decisiva per l'acquisto.
Inoltre, la capacità aggiuntiva ha consentito alla
Hapag-Lloyd di balzare dal 15° al 5° posto nella classifica
delle compagnie di navigazione impegnate nel trasporto di
contenitori, dal momento che i volumi e la capacità in più
hanno offerto migliori sinergie ed economie di scala.
Anche se la Hapag-Lloyd ha conservato la quinta posizione in
classifica, nell'integrazione della CP Ships non tutto è
andato liscio come la compagnia avrebbe sperato.
Nel corso del primo anno, ad esempio, il vettore è stato
costretto ad assumere iniziative in relazione alle proprie tariffe
di nolo su diversi traffici, ma in particolare quello più
importante di tutti, il transatlantico - che ha rappresentato poco
più del 50% dei proventi della CP Ships - dal momento che
diversi caricatori hanno dirottato le proprie attività su
compagnie rivali e la quota di mercato è divenuta un
problema.
Ciò ha comportato la riduzione dei margini di profitto
per il vettore tedesco e, ultimamente, allo scontento degli
azionisti.
Di conseguenza, la Hapag-Lloyd stessa si è messa in
gioco e gli esperti valutano che il vettore abbia un valore di circa
5 miliardi di euro.
Anche se ci sono state molte voci secondo cui la TUI voleva
trovare una "soluzione tedesca" alla vendita forzata, il
suo consiglio di amministrazione ha chiarito che "il processo
di disinvestimento è strettamente concentrato sul
conseguimento del valore più elevato possibile per gli
azionisti".
Ci sono state varie congetture su chi potrebbero essere gli
acquirenti, sebbene la Neptune Orient Lines con sede a Singapore,
che possiede la APL, risulti la maggiore indiziata, date le sue
aspirazioni di espansione e le manifeste trattative con la dirigenza
della TUI e della Hapag-Lloyd all'inizio di quest'anno.
La Hapag-Lloyd fornirebbe altresì al vettore di
Singapore il peso sul mercato di cui era alla disperata ricerca sul
transatlantico, oltre che sui traffici da e per il Sudamerica.
Fra le altre compagnie interessate, secondo le voci che sono
circolate, vi sarebbe anche la Maersk Line, sebbene la cosa appaia
improbabile, dati la verifica cui è stata recentemente
sottoposta la sua capacità di conseguire profitti, i problemi
inerenti all'integrazione della P&O Nedlloyd ancora irrisolti e
l'atteggiamento verosimilmente generoso da parte della Commissione
Europea in ordine alle quote di mercato.
Anche se pure la Hanjin con sede a Seoul è stata
indicata quale possibile candidata, vi è la sensazione che
verrà trovata una soluzione tedesca, con un salvataggio
effettuato da uno dei gruppi armatoriali del paese o da uno
spedizioniere che disponga di una grossa presenza in Germania, come
la Kuehne + Nagel.
Malgrado le ovvie distrazioni, la dirigenza della Hapag-Lloyd è
rimasta relativamente concentrata sulle attività.
I profitti del primo trimestre 2008 sono aumentati rispetto al
corrispondente periodo del 2007 e la linea di navigazione ha
continuato ad integrare con successo nella propria flotta e nei
propri servizi altre navi post-panamax della supergenerazione da
8.500 TEU.
Anche la Hamburg Süd ha effettuato investimenti in
tonnellaggio post-panamax, sebbene si tratti di unità più
piccole da 5.500 TEU.
Inoltre, il registro di ordinazioni post-panamax della Hamburg
Süd (sino alla fine del 2010) comprende 14 unità.
Le più grandi si riferiscono a 6 navi da 6.300 TEU sotto
contratto con i cantieri Daewoo Mangalia in Romania.
In termini di acquisizioni, la Hamburg Süd ha comprato
compagnie di navigazione che hanno rafforzato la sua posizione nei
propri principali traffici, segnatamente l'Europa/Costa orientale
del Sudamerica, l'Europa/Mediterraneo orientale, l'Estremo
Oriente/Australasia ed Estremo Oriente/Nordamerica.
Negli ultimi tre anni, significative acquisizioni hanno
riguardato la Fesco controllata dai russi, la Costa Container Lines
con sede a Genova e la Ybarra Sud con sede a Madrid.
La compagnia di navigazione ha altresì immesso un sacco
di risorse aggiuntive nelle proprie attività Asia/Sudamerica,
in seguito al proprio rilevamento della Kien Hung Shipping con sede
a Taipei all'inizio degli anni 2000. (da: Containerisation
International, The Port of Hamburg Supplement, giugno 2008, pagg.
12-14)
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