Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 7/2008 - LUGLIO 2008
Legislazione
Il parere della ESPO sulla nuova politica dei porti europei
Patrick Verhoeven è il Segretario Generale della ESPO
(Organizzazione dei Porti Marittimi Europei).
La ESPO rappresenta le autorità portuali, le
associazioni dei porti e le amministrazioni portuali degli scali
marittimi dell'Unione Europea.
L'organismo è stato costituito nel 1993 per promuovere
le politiche ed i punti di vista del settore portuale europeo nei
confronti, in primo luogo, delle istituzioni dell'Unione Europea.
Di seguito, si riportano le opinioni di Verhoeven sulla nuova
politica dei porti europei.
"In seguito al fiasco della seconda direttiva sui servizi
portuali nel 2006, è sembrato per un po' che le prospettive
di una politica coordinata dei porti europei fossero ormai
definitivamente messe da parte.
Ciò avrebbe fatto sì che i porti continuassero ad
essere governati dai principi fondamentali del Trattato di Roma e
dalla normativa di secondo piano.
La questione essenziale verteva su se fosse nell'interesse dei
porti essere assoggettati ad una incoerente mosaico di
giurisprudenza e normativa che spesso ha mostrato contraddizioni, in
un contesto di obiettivi contraddittori nell'ambito della politica
trasportistica ed ambientale dell'Unione Europea.
Già nel 2004, la ESPO aveva lanciato un appello per una
approfondita riflessione sulle priorità di una politica
europea degli scali marittimi, esprimendo la necessità di una
struttura coerente con ampie prospettive concentrate sulle
principali sfide del settore portuale.
I tempi per una tale approfondita discussione sono divenuti
maturi solo dopo l'insuccesso della proposta di seconda direttiva:
molti fattori hanno contribuito ad alimentare il dibattito al
riguardo.
In primo luogo, c'è stata la determinazione del
Commissario ai Trasporti Jacques Barrot di ripristinare un clima di
fiducia dopo la traumatica esperienza della direttiva.
In secondo luogo, la Commissione Europea ha dato il via ad un
procedimento finalizzato a sviluppare una politica marittima
esauriente ed integrata che inevitabilmente dovrebbe riguardare i
porti.
In terzo luogo, c'è stata la proposta della ESPO di
organizzare una consultazione ad ampio spettro dei soggetti
interessati sui principali temi e sulle principali problematiche
della politica portuale a livello europeo.
Questi ultimi due fattori hanno allargato il raggio d'azione
del dibattito al di là del tradizionale contesto della
politica trasportistica.
Nel periodo intercorrente fra giugno del 2006 e giugno 2007, si
è tenuta una sessione di consultazioni tra i vari soggetti
interessati, consistente in due conferenze e sei workshop tematici.
Essa è sfociata il 18 ottobre 2007 nell'adozione di una
comunicazione della Commissione sulla politica dei porti europei.
La comunicazione è coerente con la politica marittima
integrata della Commissione Europea e fa parte della sua agenda
relativa al trasporto merci; entrambi i provvedimenti sono stati
adottati più o meno nello stesso periodo.
La nuova comunicazione della Commissione si fonda su una
visione d'insieme delle problematiche generali del sistema dei porti
europei e tiene conto di questioni quali la domanda di trasporto
internazionale, il cambiamento tecnologico, le emissioni (mutamenti
climatici) ed il dialogo fra porti, città ed operatori
interessati.
Infine, essa concilia il complesso delle norme della
Commissione mediante linee-guida destinate a regolamentare la
trasparenza e la concorrenza.
In termini di concrete proposte politiche, il dialogo consiste
in na serie di interpretazioni delle regole del Trattato unitamente
ad un piano d'azione con ulteriori provvedimenti e strumenti, che in
gran parte constano di una "legislazione morbida", vale a
dire che non giuridicamente vincolante ma che comporta certi effetti
giuridici indiretti ed è mirata alla produzione di soluzioni
pratiche.
Queste ultime si riferiscono a:
prestazioni portuali e connessioni con l'hinterland;
espansione della capacità nel rispetto dell'ambiente;
ammodernamento;
realizzazione di condizioni di eguaglianza mediante
l'assicurazione di chiarezza nei confronti di investitori, operatori
ed utenti;
istituzione di un dialogo strutturato tra porti e città
ed, infine, avvio dei lavori nei porti.
La ESPO ha dato una risposta positiva alla comunicazione della
Commissione, ritenendo che la nuova politica, in genere, riflettesse
un quadro equilibrato che era emerso dalla sessione di consultazioni
con gli operatori interessati svoltasi fra giugno 2006 e giugno
2007.
La ESPO è d'accordo sul fatto che la comunicazione si
concentri sui provvedimenti e gli strumenti della legislazione
morbida.
Ciò si attaglia meglio alla varietà dei porti
europei rispetto ad una legislazione vincolante e rigorosa.
A questo proposito, la ESPO ha apprezzato il riconoscimento da
parte della Commissione Europea del ruolo di punta delle autorità
portuali, segnatamente rispetto all'uso delle concessioni.
Se considerate nella loro accezione più ampia, le
concessioni costituiscono strumenti di governo assai utili per le
autorità portuali titolari demaniali e spesso si tratta
dell'unico mezzo a loro disposizione per proteggere i legittimi
interessi dei loro porti.
L'interpretazione fornita dalla Commissione Europea corrisponde
in larga parte ai principi cui secondo la ESPO le autorità
portuali dovrebbero attenersi quando rilasciano le concessioni, ad
esempio, riguardo ai criteri di selezione, alla durata ed alle
clausole inerenti alle prestazioni ed alla proprietà.
Attualmente, la ESPO sta effettuando uno studio in ordine a
come le autorità portuali stanno utilizzando gli strumenti
concessori.
I risultati iniziali sono stati presentati in occasione della
conferenza annuale della ESPO, svoltasi ad Amburgo il 29 e 30
maggio2007, ma ci si possono aspettare ulteriori iniziative in
seguito.
La ESPO ha altresì accolto favorevolmente il fatto che
la Commissione non stia cercando di adottare provvedimenti che
potrebbero alterare la distribuzione dei traffici in tutta l'Europa.
Il mercato, unitamente alle politiche delle autorità
locali e nazionali, è per lo più in grado di trovare
da sé le soluzioni al problema.
Lo scenario portuale europeo sta infatti diventando diverso in
modo rilevante in termini del numero di porti coinvolti e del
raggio d'azione delle funzioni e dei servizi portuali, il che
comporta maggiori opzioni di rotta per i caricatori.
A giudizio della ESPO, la Commissione dovrebbe astenersi, ora
ed in futuro, da qualsivoglia politica interventista che,
direttamente od indirettamente, miri alla modifica dell'orientamento
dei flussi di traffico in Europa.
Infine, la ESPO guarda avanti allo scopo di persistere nel
proprio costruttivo dialogo con la Commissione Europea ed altre
organizzazioni di operatori interessati in relazione agli strumenti
ed alle misure annunciati nel contesto della comunicazione.
In particolare, l'organismo è interessato a contribuire
alla realizzazione delle linee-guida sull'applicazione della
normativa ambientale comunitaria allo sviluppo portuale ed alle
sovvenzioni statali.
Inoltre, ulteriori azioni sono in programma nei campi della
logistica, della semplificazione amministrativa, degli indicatori
delle prestazioni portuali, delle relazioni porto-città, del
dialogo sociale e della concorrenza con i porti dei paesi vicini non
appartenenti all'Unione Europea". (da: Containerisation
International, giugno 2008, pag. 92)
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