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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 10/2008 - OTTOBRE 2008
Industria
Inflazione in crescita per i prezzi dei contenitori nuovi
Dopo essere rimasti relativamente stabili per più di un
anno, i prezzi dei contenitori nuovi per carichi secchi quest'anno
sono saliti e adesso hanno raggiunto un livello mai visto dai primi
anni '90.
Ciò ha suscitato il timore - sia fra i produttori sia fra
gli acquirenti di contenitori - che si possa essere in vista di una
nuova era di inflazione.
Il prezzo franco fabbrica "da titolo" per uno standard
da 20 piedi ha superato i 2.500 dollari USA per una consegna
all'inizio del terzo trimestre, mentre si prevede un prezzo di 2.600
dollari ed oltre per il trimestre finale dell'anno.
Addirittura, c'è che parla di un prezzo in salita fino a
3.000 dollari.
Il corrispondente prezzo per uno standard da 40 piedi è
stato superiore ai 4.000 dollari, mentre un 40 piedi high-cube
costava più di 4.250 dollari nello scorso mese di giugno.
Questi prezzi sono più alti del 25% rispetto alla media
del 2007 e sono quasi il doppio rispetto al livello di sei anni fa,
l'ultimo nadir nel settore produttivo.
Il parallelo più prossimo alla situazione attuale è
quello della fine anni '80, quando i prezzi dei contenitori finiti
si erano rafforzati rapidamente in risposta alla domanda elevata,
alla limitata capacità di produzione ed ai crescenti costi
delle materie prime.
Di conseguenza, erano poi rimasti vicini ai 3.000 dollari USA
per un 20 piedi per diversi anni.
Come allora, i prezzi dei nuovi box in questo momento sono
guidati verso l'alto dagli incrementi da record del costo
dell'acciaio e di molte altre materie, come il legno compensato.
In parte, ciò è stato indotto dal crescente
livello di consumo di tali materie in Cina, India ed altri paesi in
via di rapido sviluppo.
Il prezzo medio dell'acciaio Corten, che da lungo tempo
costituisce il materiale di produzione principale dei contenitori, è
aumentato di più del 60% nella prima metà del 2008,
raggiungendo una punta di 1.000 dollari USA/tonnellata a luglio.
Il prezzo medio del Corten era stato di circa 600 dollari per
tonnellata per gran parte del biennio 2006/07.
Inoltre, è probabile che il prezzo continui ad aumentare,
dato che la domanda per tutti i tipi di acciaio in Cina resta alta.
I lavori di ricostruzione resi necessari dal recente terremoto
hanno spinto ancora più in alto questa domanda.
L'ultimo balzo verso l'alto è stato provocato all'inizio
di quest'anno, quando i timori di una carenza a livello globale
avevano spinto il prezzo contrattato dei minerali di ferro al di là
del suo precedente massimo.
La conseguenza era stata un aumento di più del 65%, che
inizialmente aveva spostato in alto il costo medio per tonnellata
del Corten oltre gli 850 dollari USA nel corso del mese di marzo.
Questo prezzo era più alto di 250 dollari rispetto alla
sua media inerente alle consegne del primo trimestre, ma ad aprile
sono seguiti ulteriori incrementi, quando il prezzo è andato
oltre la barriera dei 900 dollari/tonnellata.
Le cifre medie quotate, tuttavia, nascondono tutta una fascia di
prezzi diversi, dato che il pannello di piccolo spessore (4 mm)
attira una maggiorazione per tonnellata maggiore rispetto a quella
delle sezioni posteriori o strutturali di spessore più
standard.
L'impatto di questi maggiori prezzi dell'acciaio è stato
tremendo, dal momento che nella costruzione basilare di un
contenitore 20 piedi standard vengono utilizzate fino a 1,7
tonnellate di acciaio Corten, mentre per l'unità da 40 piedi
ce ne vogliono oltre 2,9 tonnellate.
Ciò equivale ad un'attuale spesa di oltre 1.700 dollari
USA per un 20 piedi, rispetto ai circa 1.050 dollari dell'inizio di
quest'anno.
Il costo delle forniture di acciaio per un 20 piedi, perciò,
si è incrementato di quasi 650 dollari nel corso del 2008,
mentre i prezzi dei box finiti sono cresciuti di quasi 500 dollari.
Di conseguenza, i margini dei costruttori di box sono stati
erosi.
Gran parte dei produttori ha dovuto inoltre fronteggiare una
sempre più incerta filiera delle forniture, dal momento che
alcune fonderie dell'acciaio cinesi hanno limitato la produzione di
acciaio Corten a favore di acciai meno speciali utilizzati
nell'industria edile.
Questa linea di tendenza si era manifestata l'ultima volta nel
2004/04, quando i costruttori di box cinesi avevano dovuto importare
un po' di acciaio Corten dalla Corea del Sud e dal Giappone ed a
prezzi notevolmente più alti.
Ciò aveva sospinto i prezzi dei contenitori nuovi sino a
2.000 dollari USA per un 20 piedi, mettendo così fine ad un
percorso deflattivo di oltre cinque anni, durante i quali il prezzo
medio di un contenitore da 20 piedi non aveva mai superato i 1.500
dollari USA.
I produttori di box sono altresì alle prese con grossi
aumenti del costo di altri materiali, quali il legname per la
pavimentazione e le vernici, che sono del 50% più cari
rispetto a due anni fa.
I prezzi dei contenitori finiti sono stati ulteriormente spinti
verso l'alto dallo stabile apprezzamento della valuta cinese, lo
yuan RMB, nonché dalla fine degli sconti fiscali erogabili
dal governo sulle produzioni riesportate.
Inoltre, i costi di gestione delle fabbriche sono stati spronati
verso l'alto dalla inesorabile crescita dei costi energetici e, più
recentemente, a causa della domanda più elevata per i salari.
Questi ultimi vengono alimentati dalla crescente carenza di
abilità professionali in tutta la Cina e dalla nuova
normativa recentemente emanata dal governo allo scopo di assicurare
una migliore salvaguardia alla già enorme forza lavoro nelle
fabbriche del paese.
Si sa che la nuova legislazione in materia di lavoro dovrebbe
limitare la lunghezza dei turni, introducendo altresì la
settimana lavorativa su cinque giorni ed istituendo compensi più
generosi per le ore di straordinario ed il lavoro festivo.
Si è persino parlato dell'istituzione di una qualche
forma di salario minimo.
Gli acquirenti di contenitori sono adesso meno in grado di
conseguire garanzie sui prezzi in relazione alla produzione
prenotata anticipatamente, nonché sui tempi di consegna in
poche settimane, a meno che non si tratti di contratti inerenti a
grosse ordinazioni.
Di conseguenza, alcuni acquirenti stanno perdendo l'appetito; ne
risulta che ci si aspetta che la produzione a livello mondiale
diminuisca.
Ciò potrebbe comportare il massimo impatto sui vettori
marittimi, dal momento che questi ultimi tendono ad incrementare le
proprie acquisizioni di box nel corso della (solitamente meno
attiva) seconda metà dell'anno, quando tradizionalmente
vengono offerti i maggiori sconti sui prezzi.
Peraltro, il calo della produzione dei contenitori è
altresì una conseguenza della domanda più debole,
nonché del rallentamento della crescita dei traffici a
livello globale.
Anche se il registro mondiale delle ordinazioni delle
portacontainer è in salute, i volumi di traffico
containerizzato quest'anno probabilmente si espanderanno del 7% e
non del 10% previsto all'inizio dell'anno.
Ancor più decisivo è il fatto che molti vettori
marittimi non sono stati in grado di assicurarsi tariffe di nolo più
alte in un momento in cui i loro costi di gestione e quelli
finanziari stanno salendo.
Di conseguenza, alcuni servizi sono stati ridotti od eliminati.
Il risultato è che si prevede che la produzione mondiale
di box diminuisca di almeno il 10% quest'anno; nel 2007, la
produzione complessiva aveva totalizzato un record di 4,25 milioni
di TEU (10 miliardi di dollari USA); dal punto di vista del valore,
peraltro, ci si aspetta un incremento del 10%.
Le previsioni attuali sono che la produzione nel 2008
totalizzerà circa 3,8 milioni di TEU, per un valore
contrattuale di 11 miliardi di dollari USA.
Anche i proventi potrebbero migliorare per i produttori di
contenitori, ma i margini sono sotto pressione.
La CIMC Group - il maggiore produttore mondiale - ad esempio, ha
fatto registrare un calo del 30% dei propri profitti netti per il
trimestre di apertura del 2008.
Il giro d'affari della società ed i risultati in TEU sono
cambiati di poco rispetto al corrispondente periodo del 2007.
Gran parte delle perdite d'introito è da attribuirsi alle
attività di costruzione di contenitori per carichi secchi
della società, sebbene si siano verificate prima che i
rilevanti incrementi dei prezzi delle materie prima si diffondessero
nel sistema.
I proventi della CIMC relativi alla produzione di contenitori ed
a tutti i servizi ad essa correlati erano in precedenza giunti sino
a 34 miliardi di yuan RMB (5 miliardi di dollari USA) nel 2007, con
un incremento di oltre il 30% rispetto ai 26 miliardi di yuan RMB
(3,4 miliardi di dollari USA) generati nel corso del 2006.
La Singamas Container Holdings - il secondo produttore di box
del mondo (che controlla il 20% in termini di TEU - ha incrementato
i propri proventi del 70% nel 2007, sino ad oltre 1,5 miliardi di
dollari USA, rispetto ad un aumento della produzione di TEU del 44%;
anche i suoi profitti sono cresciuti notevolmente.
Peraltro, quest'anno fino adesso è stato notato un
rallentamento di questi ultimi.
Le prospettive in relazione all'annata completa sono ora meno
rassicuranti per entrambe le società.
Anche se ci si aspetta che le vendite complessive di contenitori
della CIMC crescano sino a 5,5 miliardi dollari, la sua produzione
di TEU sarà quasi certamente in diminuzione per quanto
riguarda il 2007 mentre la capacità di conseguire profitti
sarà più debole.
La Singamas potrebbe esserne danneggiata anche più
seriamente, dal momento che essa attualmente dispone di un eccesso
di infrastrutture maggiore rispetto alla CIMC e pertanto potrebbe
ritrovarsi con un ammontare anche più grande di riduzioni da
effettuare.
Si può sostenere che un calo della domanda sia l'ultima
cosa di cui il settore della costruzione di box cinese abbia
bisogno, dal momento che qualsiasi riduzione dei turni lavorativi
avrà un ulteriore impatto negativo sul livello delle
prestazioni che già sono sotto pressione a causa dei costi in
aumento.
Tuttavia, la capacità costruttiva annua di contenitori è
stata largamente superata negli ultimi 12 mesi, nella misura di
circa 5,5 milioni di TEU (sulla base di operazioni su due turni),
dato che alcune nuove fabbriche stanno scendendo in campo.
Quest'anno si potrebbe anche assistere ad un declino, dal
momento che le società manderanno in naftalina gli impianti
più vecchi e meno economici.
Ciò contrasta decisamente con la situazione del biennio
2006707, quando oltre un milione di TEU di capacità in
eccesso era stato immesso al netto delle fabbriche chiuse.
Questo aveva fatto seguito all'avvio, e/o alla ristrutturazione
estensiva, di più di una dozzina di fabbriche.
Inoltre, gli ultimi piani governativi finalizzati alla
limitazione del numero o della lunghezza dei turni giornalieri
potrebbero fungere da ulteriore impedimento, tagliando
effettivamente la produzione presso alcuni impianti.
L'incremento della costruzione di equipaggiamento speciale è
un'altra potenziale via di uscita per i produttori sotto assedio,
che si trovano ad affrontare aumenti insostenibili dei costi delle
proprie unità per carichi secchi, mentre i costi di gestione
sia dei refrigerati che delle cisterne sono stati più
stabili.
Sebbene il costo di produzione di un'unità reefer sia
salito negli ultimi mesi, l'incremento complessivo è stato
inferiore al 10%.
Il prezzo attuale di un contenitore high-cube refrigerato da 40
piedi (macchinari esclusi) è ancora una volta prossimo a
10.000 dollari USA, essendo in precedenza sceso sotto i 9.500
dollari USA alla fine del 2007.
Questa recente fluttuazione dei prezzi è stata causata in
gran parte dal cambiamento di rotta dei prezzi dell'acciaio
inossidabile, che avevano raggiunto il proprio apice all'inizio del
2007 (oltre 5.000 dollari USA a tonnellata per le qualità più
elevate), ma poi erano diminuiti.
Malgrado la ripresa, essi non hanno ancora conseguito nuovamente
il proprio punto più alto raggiunto in precedenza.
Il settore in cui i produttori di refrigerati sono stati colpiti
maggiormente è quello del prezzo delle componenti, come le
sezioni di alluminio e gli agenti di schiuma refrigerante.
Anche i prezzi dell'energia ed i costi del lavoro sono
aumentati.
I recenti movimenti del prezzo dei reefer quest'anno sono stati
ulteriormente influenzati dalla riduzione della domanda.
Al contrario del 2007, quando la produzione arretrata era di
notevoli dimensioni e tutti gli impianti per reefer avevano
conseguito risultati da record, il mercato quest'anno è molto
più tranquillo, tanto che in alcune fabbriche si notano pile
di eccedenze.
Anche i prezzi dei macchinari si sono attestati a livelli
stabili, il che ha comportato fluttuazioni relativamente piccole nel
prezzo finale delle unità reefer consegnate.
Quest'ultimo viene calcolato in circa 18.500 dollari USA per un
high-cube da 40 piedi, partendo dal presupposto di specifiche
"medie"; esso è assai prossimo al proprio livello
di un anno fa ed è inferiore solamente di alcuni punti
percentuali rispetto ai prezzi più bassi quotati alla fine
del 2007.
Anche i prezzi dei contenitori cisterna ISO sono rimasti
stabili, essendosi attestati mediamente sui 30.000 dollari USA per i
modelli "standard".
Ciononostante, questo prezzo è circa il doppio di quello
quotato cinque/sei anni fa, il cui aumento è da attribuirsi
ai maggiori costi dell'acciaio inossidabile, oltre alla persistente
alta domanda di equipaggiamenti cisterna.
Anche se la domanda potrebbe indebolirsi, sembra che i
produttori di contenitori manterranno i loro attuali prezzi elevati
per l'equipaggiamento standard, dal momento che i costi di impiego
stanno crescendo straordinariamente. (da: Containerisation
International, settembre 2008, pagg. 51-53)
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