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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVIII - Numero 1/2010 - GENNAIO 2010
Studi e ricerche
Settore contenitori: verso la ripresa?
Un certo numero di operatori del settore containerizzato in
questo momento riferiscono un aumento dei volumi dei carichi ed in
genere suggeriscono che le cose stanno andando meglio.
Siamo sulla strada della ripresa? In realtà, tutto
dipende da come la si definisce, questa ripresa.
Se si è una linea di navigazione containerizzata, in
effetti su determinate direttrici di traffico-chiave si può
mirare ad una ripresa dei volumi e ad una stabile spinta verso
l'alto in termini di tariffe di nolo.
In realtà, peraltro, non vi è alcuna possibilità
che in termini di profittabilità i vecchi bei tempi tornino
dappertutto; piuttosto, è facile che accada il contrario.
Quanto sarebbe apparso strano, solo un paio di anni fa, sentire
la CMA CGM parlare in termini positivi degli importanti vantaggi
derivanti da un "piano risparmi" adottato in tutto il
gruppo, di un ritorno alla profittabilità nei traffici
Asia-Nord Europa e dell'aspettativa che le altre linee di
navigazione del gruppo possano raggiungere il punto di pareggio
entro la fine del 2009.
Oggi, la realtà è che la CMA CGM sta lottando per
sopravvivere, almeno per quanto attiene la proprietà e la
conservazione della struttura dell'alta dirigenza.
La compagnia è in trattativa con le sue banche di fiducia
allo scopo di ristrutturare il proprio debito da 5,6 miliardi di
dollari USA, si parla di un'iniezione di fondi da parte del governo
francese e, secondo voci circolanti, pare che siano in atto
iniziative per rimpiazzare il fondatore e presidente Jack Saade
quale capo della CMA CGM.
Si dice che quest'ultima iniziativa sia stata promossa dalle
banche che hanno concesso mutui al gruppo nel contesto del programma
di ristrutturazione.
La storia è simile anche altrove: la Zim, linea di
navigazione containerizzata israeliana, è stata salvata per
un soffio dal fallimento da una ciambella di salvataggio; i
risultati del terzo trimestre della Maersk Line per il 2009 hanno
fatto registrare sinora perdite annuali per 1,54 miliardi di dollari
USA e la linea di navigazione tedesca Hapag-Lloyd - anch'essa
beneficiaria di una ciambella di salvataggio costituita da aiuti
statali - sta ora implementando tagli alla sua forza-lavoro diffusa
in tutto il mondo.
Laddove il governo è coinvolto nella "ristrutturazione"
o, come direbbe qualcuno, nella "rianimazione", esistono
alcune voci ricorrenti nel settore che correttamente si chiedono se
ciò sia una cosa buona.
Nils Andersen, capo esecutivo della AP-Møller Maersk,
parlando recentemente in occasione dell'annuncio da parte della
compagnia dei propri risultati relativi al terzo trimestre, ha
criticato i salvataggi delle linee di navigazione effettuati dai
vari governi, suggerendo come in tal modo essi abbiano "inflitto
dei danni alla parte sana del settore".
Afferma infatti Andersen: "Se si offrono ad una compagnia
in difficoltà condizioni speciali e così le si
mantiene a galla, è ovvio che si infliggano danni alla parte
sana del settore".
"Ciò può avere senso a breve termine, ma si
tratta di una politica molto pericolosa.
La nostra sensazione è che sia un rischio gratuito
ordinare navi in eccesso e poi toglierne la responsabilità
agli operatori di mercato" ha detto dei salvataggi
sponsorizzati dallo stato.
La cilena CSAV è un'altra importante linea di navigazione
containerizzata che è stata costretta a rivolgersi agli aiuti
statali per salvarsi e che quasi certamente non sarebbe
sopravvissuta senza di essi.
La Maersk è una delle due sole importanti linee
containerizzate, unitamente alla Neptune Orient Lines di Singapore,
ad avere conseguito con successo liquidità fresche per
resistere al crollo mediante debiti convenzionali e vendite di
quote.
La Maersk ha infatti provveduto a vendere buoni del tesoro al
fine di recuperare 1,8 miliardi di dollari USA e ha rilasciato 750
milioni di euro di nuovi eurobond.
Gli esperti indicano la strada della ripresa in termini di
volumi di traffico, ma ci si aspetta che ci voglia il 2011 prima che
i volumi di traffico dell'Estremo Oriente tornino ai livelli del
2008, mentre per quanto riguarda il Nord Europa ciò dovrebbe
avverarsi non prima del 2013.
Inoltre, anche se dovesse avere luogo la ripresa dei volumi,
nessuno è ancora in grado di prevedere la tempistica per una
ripresa delle tariffe (tariffe di nolo ed oneri di movimentazione
terminalistica).
Nei casi in cui le tariffe abbiano dovuto subire drastici cali,
non vi è alcuna garanzia che esse si riprendano secondo tempi
prestabiliti. (da: portstrategy.com, 06.01.2009)
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