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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVIII - Numero 4/2010 - APRILE 2010
Porti
Avviato il dragaggio della Schelda per Anversa
Ha finalmente ricevuto il via libera il dragaggio della riva
olandese del fiume Schelda, che aveva subito molti rinvii.
Dopo anni di trattative avviate e sospese con il governo
olandese, il primo passo finalizzato a rendere più profonda
la propria parte dell'idrovia di Anversa è stato finalmente
intrapreso nello scorso mese di febbraio.
La riva belga era già stata completata un paio d'anni fa.
Il programma prevede il dragaggio della restante metà del
fiume sino a 14,75 metri nel giro dei prossimi 15 mesi.
Ciò consentirà di incrementare il pescaggio
massimo delle navi che impegneranno l'idrovia da 11,9 metri a 13,1
metri indipendentemente dalla marea.
Eddy Bruyninckx, amministratore delegato del Porto di Anversa,
commenta al riguardo: “Le trattative con gli olandesi sono
state difficoltose, anche se solo il 2% del letto del fiume sarà
coinvolto nell'iniziativa.
Naturalmente, è facile sospettare che gli olandesi
volessero proteggere Rotterdam, ma si tratta solo di supposizioni.
L'approfondimento del letto del fiume è stata
la nostra priorità numero uno nel corso degli ultimi anni,
di modo che ora siamo contenti che i lavori siano finalmente iniziati.
Le navi portacontainer stanno diventando più grandi e,
anche se finora siamo riusciti a movimentare quelle più
grandi, lo abbiamo fatto solo grazie alla marea.
Sarà lo stesso anche in seguito, ma le nostre finestre di
marea saranno molto più lunghe”.
Una volta ultimato il dragaggio, le navi super-post-panamax
lunghe oltre 340 metri in entrata potranno disporre del proprio
dragaggio massimo mediante l'uso di una marea incrementata da 14 a
15 metri.
Le navi in uscita lunghe più di 340 metri saranno in
grado di pescare altri 20 cm in più, anche in questo caso
sino a 15 metri.
Secondo il Porto di Anversa, lo scorso anno 931 navi
portacontainer hanno dovuto servirsi della marea per entrare ed
uscire dal porto.
Con il nuovo pescaggio da 13,1 metri indipendente dalla marea,
questa cifra sarebbe stata ridotta a 310 unità.
Tuttavia, in questo caso non si tiene conto delle navi, come
alcune della CMA CGM, che non sarebbero in ogni caso riuscite ad
entrare in porto.
Alla richiesta di commentare il futuro, Frank Kho, capo della
divisione contenitori della PSA HNN ad Anversa, ha risposto: “Come
tutti i porti che dipendono dalla marea, noi siamo inclini a seguire
le finestre di marea.
Non possiamo dimenticare cosa significherebbe per i nostri
clienti perdere una finestra, di modo che tutte quante le nostre
operazioni sono pianificate - sia dal punto di vista dei tempi, sia
da quello delle risorse - per evitare che ciò accada”.
Kho sostiene che questo approccio non dovrebbe cambiare in
seguito al progetto finalizzato all'approfondimento del fiume.
Tuttavia, il dirigente spera che le acque più profonde
possano contribuire ad attirare nuovi clienti ed incoraggiare altri
vettori a mettere nuovamente Anversa nei propri orari fra i primi
porti di scarico, in luogo di uno degli ultimi porti di carico.
“Ciò dovrebbe contribuire ad incrementare i carichi
di trasbordo” ha dichiarato.
L'Autorità Portuale di Amburgo sarà preoccupata a
tale riguardo, dal momento che l'anno scorso sono stati fatti pochi
progressi in ordine alla sua proposta di dragare di un altro metro
il fiume Elba.
Le navi in arrivo alla seconda porta d'accesso containerizzata
d'Europa sono, perciò, ancora limitate ad un pescaggio
massimo di soli 12,5 metri in condizioni di bassa marea, ovvero 14,8
metri quando la marea è alta.
Le navi in uscita se la passano ancora peggio, dal momento che
sono soggette alle medesime limitazioni indipendentemente dalla
marea, ma con un pescaggio massimo di appena 13,5 metri in
condizioni di alta marea. (da: Containerisation International,
01.04.2010)
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