Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVIII - Numero 1/2010 - GENNAIO 2010
Commercio internazionale
Profondi cambiamenti in Russia
Sebbene i cambiamenti nelle procedure di sdoganamento dei
carichi in Russia - più volte annunciati lo scorso anno -
siano stati ancora una volta rinviati al 1° novembre 2010, essi,
molto probabilmente, finiranno per avverarsi e ciò avrà
ripercussioni enormi sulle filiere delle forniture per gli
importatori.
L'evento in questione potrebbe costituire una delle più
grandi rivoluzioni con cui gli importatori si sono dovuti
confrontare da quando la Russia ha iniziato a liberalizzare la
propria economia negli anni '90.
Andrey Naraevskiy, direttore dello sviluppo attività e
marketing della GCS (Global Container Service), spiega al riguardo:
“Il nostro primo ministro lo vuole, e di solito lui ottiene
quello che vuole, perciò il nostro consiglio a tutti quanti è
di cominciare a prepararsi a tali cambiamenti.
Il cambiamento è stato posticipato solamente per dare
all'Autorità Doganale russa più tempo per attrezzarsi
al riguardo.
Infatti, gli importatori hanno già iniziato a sdoganare
un numero maggiore dei propri carichi a San Pietroburgo e
Novorossyisk, secondo le ultime informazioni del nostro agente
doganale aziendale, la Ruscon-Broker”.
I cambiamenti sono stati ritenuti necessari al fine di ridurre
l'enorme perdita di gettito per lo stato derivante dalle
dichiarazioni fraudolente degli importatori.
Approssimativamente il 30% del bilancio federale russo proviene
dal pagamento di oneri.
Ad esempio, se un contenitore carico di nuovi televisori a
schermo piatto allo stato dell'arte che presentano un valore di
1.500 dollari USA ciascuno può essere in seguito dichiarato
in modo scorretto come cornice elettronica, che ha un valore di 100
dollari USA, il risparmio sugli oneri conseguente minimizzerà
il costo del trasporto aggiuntivo richiesto per passarlo a quel
doganiere “amichevole”.
Si sa che dei contenitori sono stati importati attraverso San
Pietroburgo o Kotka, inviati in regime doganale a Mosca per lo
sdoganamento, quindi restituiti pieni a San Pietroburgo, al fine di
trarne vantaggio.
Un'ulteriore complicazione deriva dal fatto che, poiché
gli introiti nazionali da oneri sono assai minori di prima a causa
della recessione, il governo ha drasticamente incrementato il
livello del suo prezzo minimo di riferimento sul quale viene pagato
l'onere, al fine di ridurre il deficit di bilancio.
Ciò si applica a quei casi in cui non ci si può
più fidare dei valori dichiarati dagli importatori.
L'onere è adesso talvolta più elevato del valore
reale della derrata.
Il nuovo trucco, perciò, consiste nel trovare un ufficio
doganale interno che applichi ancora la scala di valori più
bassa.
Questa prassi dovrebbe essere stata del tutto eliminata con la
chiusura di 45 uffici doganali a Mosca a maggio dello scorso anno,
seguiti poi da diversi altri poco dopo.
La direttiva allora era diventata quella di sdoganare i carichi
nei porti russi ovvero al passaggio della frontiera coi paesi
vicini, dove il personale doganale sarebbe stato rinforzato e meglio
addestrato.
Le eccezioni comprendevano gli importanti carichi diplomatici e
strategici ed alcuni prodotti farmaceutici.
Sfortunatamente - o fortunatamente, a seconda dei punti di vista
- i responsabili della dogana di queste località non sono
stati ancora in grado di far fronte al carico di lavoro, di modo che
si è proceduto ad una sorta via di mezzo.
Se l'economia russa fosse stata ancora in fase di espansione, il
sistema probabilmente sarebbe andato in tilt.
Stando così le cose, il crollo di oltre il 35% delle
importazioni containerizzate lo scorso anno pur nella disgrazia è
stata una benedizione.
Nel frattempo, sono stati creati alcuni magazzini doganali in
più, come quello presso il centro distributivo della GCS a
Lvovo, a 50 km a sud-ovest di Mosca.
Resta da vedersi se l'Autorità Doganale russa sarà
abbastanza preparata o meno a prendersi in carico tutto il lavoro di
sdoganamento nei propri porti ed alle frontiere il 1° novembre
prossimo, ma se il
Commentando il probabile ritardo, una fonte assai attendibile
che ha chiesto di rimanere anonima per ovvie ragioni si lamenta:
“Penso che ci siano troppi interessi in ballo, e che si
scoprirà che è troppo difficile per le dogane dare un
taglio netto alla tradizione senza versare troppo sangue.
Apparentemente, anche quelli che si oppongono ai cambiamenti e,
allo stesso tempo, sono esposti alla perdita di parte delle proprie
attività e/o dell'intero pagamento degli oneri invece di
adottare il cosiddetto “schema grigio”, che rappresenta
una indispensabile componente del transito doganale, possono
disporre di proprie risorse di lobbying.
Pertanto, il buon vecchio gioco a nascondino continua, fino a
quando prevarrà qualcosa d'altro. La solita storia,
maledizione!”.
Dopo che l'Autorità Doganale russa avrà
implementato le nuove regole, immediatamente cominceranno ad
emergere due linee di tendenza comportamentali.
In primo luogo, l'autotrasporto in regime doganale dai porti
russi verrà ovviamente eliminato del tutto, riducendo perciò
i costi di trasporto.
In secondo luogo, si potrebbe incoraggiare un numero maggiore di
carichi ad entrare nel paese attraverso i meno cari porti russi per
poi inviarli ai confini ai sensi delle condizioni dei carnet TIR.
Ciò, senza dubbio, sarà accolto favorevolmente dai
porti vicini quali Tallinn (in Estonia), Riga (in Lettonia) e
Klaipeda (in Lituania), nonché dai porti finlandesi di
Helsinki, Hamina e Kotka, che hanno assistito ad una significativa
riduzione dei propri traffici russi nel corso degli ultimi cinque
anni a causa del desiderio della Russia di favorire le proprie porte
d'accesso per i contenitori.
L'unico neo, tuttavia, potrebbe essere rappresentato dal ritorno
delle lunghe code di camion nelle località in cui passano la
frontiera.
La tabella 1 mostra come i principali porti baltici si siano
comportati lo scorso anno in relazione ai carichi; da essa ne
discende che le valvole di sfogo finlandesi di Kotka e Hamina sono
state le peggiori.
Tabella 1: Prestazioni dei porti del
Baltico nel 2009 (in TEU)
Porto
2008
2009
Cambiamento %
Helsinki
419.809
360.470
-14,1
Kotka
627.769
340.606
-45,7
Hamina
178.804
105.051
-41,2
San Pietroburgo
1.983.110
1.334.675
-32,7
Tallinn*
180.927
128.423
-29,0
Riga
207.122
182.980
-11,7
Klaipeda
373.263
247982
-33,6
Gdynia
610.767
378.340
-38,1
Danzica
185.661
240.600
29,6
Totale
4.767.232
3.319.127
-30,4
Nota: * = stime di Containerisation
International
Fonte: Porti
Fino al 2008, questi porti sono stati particolarmente in auge
presso gli importatori russi che volevano evitare la congestione
peggiore del normale a San Pietroburgo nel corso del periodo di
punta; tuttavia, poiché lo scorso hanno la congestione non si
è verificata, non c'è stato bisogno di loro.
È interessante notare come vi sia una proposta per
includere la Bielorussia in una sorta di unione doganale con la
Russia che, se venisse approvata, estenderebbe il confine per lo
sdoganamento ad occidente fino in Polonia, supportando ulteriormente
l'affermazione dei porti polacchi di essere porte d'accesso
alternative per il mercato russo.
L'iniziativa sarebbe particolarmente interessante per i traffici
infra-europei movimentati via terra.
Potrebbero verificarsi due ulteriori cambiamenti:
più carichi diretti verso città dell'interno come
Mosca potrebbero essere svuotati nei porti russi, al fine di trarre
vantaggio dai minori costi di autotrasporto;
si potrebbe incoraggiare la movimentazione di più carichi
per via ferroviaria, dal momento che l'atteggiamento inflessibile
della ferrovia rispetto allo sdoganamento presso il capolinea
ferroviario utilizzato potrebbe in teoria non avere più
importanza.
Si è capito che l'autotrasporto è stato favorito
fino adesso poiché i camion in regime doganale possono essere
diretti più facilmente verso uffici doganali amichevoli.
L'incremento del trasporto ferroviario può altresì
incoraggiare l'aumento del trasporto terrestre controllato dai
vettori.
Lo svuotamento di un numero maggiore di carichi nei porti russi
è un vantaggio di natura controversa, poiché apre la
via alla possibilità che aumentino i furti ed i danni al
carico.
Davide Lane, funzionario nella sede di Mosca della Tablogix,
ditta specializzata nel magazzinaggio e nella logistica contrattuale
nell'ambito del mercato russo, avverte: “A mio giudizio,
scaricare ed immagazzinare prodotti di consumo nei terminal russi
vuol dire andare in cerca di guai.
I furti sono un grosso problema, così come lo sono i
danni nel corso del viaggio, il che spiega perché quasi tutti
i nostri i nostri clienti preferiscano la sicurezza dei
contenitori”.
Commentando l'iniziativa dello spostamento dello sdoganamento
alla frontiera russa, aggiunge: “Il mio consiglio sarebbe
quello di distribuire il rischio.
In altre parole, bisognerebbe non servirsi di una sola porta
d'accesso, ma di diverse opzioni, di avere un piano B.
Inoltre, la parte più importante del processo decisionale
per la selezione delle tratte consiste nella scelta del fornitore di
servizio.
Sotto la guida di rispettabili esperti locali, si trova il
meglio che c'è sul mercato.
Lo sdoganamento nel migliore dei casi è una zona grigia,
ed è per questo che noi non forniamo questo servizio.
Come abbiamo già visto, anche il mutamento delle
procedure doganali non avverrà in una notte e potrebbe col
tempo comportare ulteriori modifiche”.
La Tablogix attualmente controlla approssimativamente 160.000 m2
di depositi per clienti quali Bosch, Siemens, Panasonic, Kodak e
Mars a San Pietroburgo, Mosca, Ekaterinburg e Novosibirsk, di modo
che può parlare con cognizione di causa al riguardo.
Ottenere il calcolo dei costi delle varie alternative a
disposizione degli importatori è molto difficile, in quanto i
prezzi sono in continua evoluzione e soggetti ad innumerevoli
disposizioni.
La tabella 2 ciononostante presenta alcune cifre assai
approssimative, ricavate da uno spedizioniere locale ai primi dello
scorso mese di febbraio.
Come si può vedere, il risparmio sul trasporto è
abbastanza piccolo e sarà quasi senza conseguenze rispetto ai
più elevati pagamenti di oneri che si dovranno effettuare da
parte di coloro che sinora sono stati meno che sinceri nelle proprie
dichiarazioni.
La questione dell'esigenza o meno di scaricare nel porto è
interessante, dal momento che molti centri di distribuzione allo
stato dell'arte stanno ora sorgendo a San Pietroburgo ed a
Novorossiysk.
Una ragione consiste nella velocizzazione degli sdoganamenti in
importazione.
Tabella 2: Confronto approssimativo
dei costi di trasporto a Mosca
Opzione di trasporto
Costo (in dollari USA)
Camion TIR da Kotka a Mosca
1.500
Camion con contenitore in transito
doganale da San Pietroburgo a Mosca
1.400
Camion con contenitore sdoganato da San
Pietroburgo a Mosca
1.100
Camion furgonato sdoganato da San
Pietroburgo a Mosca
800
Camion con contenitore in transito
doganale da Novorossiysk a Mosca
1.900
Camion con contenitore sdoganato da
Novorossiysk a Mosca
1.700
Camion furgonato sdoganato da
Novorossiysk a Mosca
900
Costo del trasferimento del carico sul
camion furgonato
350-400
Fonte: Spedizioniere locale
Una delle cause della cronica congestione dei terminal container
del porto nel corso periodo del boom sino alla fine del 2008 è
consistita nell'intasamento che spesso si verificava nei loro
piazzali di deposito, malgrado gli oneri di controstallia in
continua crescita.
Se ciò dovesse nuovamente verificarsi, l'operatore più
importante, cioè lo FCT (First Container Terminal), adesso ha
la possibilità di trasferire le unità che hanno
oltrepassato il limite di permanenza in regime doganale nelle
proprie infrastrutture situate nella vicina Shushary, dove viene
assicurato altro spazio per il deposito di contenitori e, se ce n'è
bisogno, si può procedere allo svuotamento del box.
Anche il PLP (Petrolesport), il secondo terminal in ordine di
grandezza di San Pietroburgo, si aspetta di essere presto in grado
di assicurare lo stesso servizio presso la propria infrastruttura
nei pressi di Yanino.
Il PLP sta cercando di recuperare il tempo perduto in relazione
alla propria infrastruttura di Yanino.
Un portavoce ha commentato al riguardo: “Il deposito
interno alla periferia di San Pietroburgo andrà ad
aggiungersi ai nostri 124 ettari di spazio di magazzinaggio dentro
al PLP”.
“Ci stiamo dando da fare per ottenere tutte le licenze
necessarie per consentirvi lo sdoganamento.
Yanino rappresenta uno sviluppo del tutto nuovo in ordine ad
oltre 50 ettari di terreno.
Esso include un piazzale per i contenitori, un magazzino coperto
ed un raccordo ferroviario dedicato.
Si tratterà di una localizzazione ideale per il deposito
di contenitori, lo sdoganamento, il magazzinaggio e la
distribuzione, così come un sito atto ad ospitare altri
servizi a valore aggiunto.
I futuri piani di sviluppo comprendono la costruzione di
ulteriori depositi interni alla periferia di Mosca e di
Ekaterinburg, a seconda della domanda del mercato.
I treni-blocco potranno quindi essere smistati da Yanino a
queste stazioni interne.
In breve, con il PLP e Yanino, la Global Ports (cioè la
società-holding) è in una buona posizione per
rispondere alle preoccupazioni dei clienti riguardo ai cambiamenti
doganali ed ai limiti di capacità.
Sarà perciò demandato alla scelta da parte dei
clienti stabilire se essi desiderano ricevere in consegna i carichi
presso un deposito interno o collegare i loro contenitori
direttamente dal porto”.
Le infrastrutture sono importanti, per quanto in Russia esista
ancora molta speculazione.
Le merci vengono spesso acquistate all'estero dai commercianti
in base all'aspettativa che si possano trovare gli acquirenti nel
corso del viaggio.
Nel caso che ciò non dovesse avvenire per qualsiasi
ragione, allora lo sdoganamento verrebbe inevitabilmente ritardato.
Un ulteriore cambiamento apportato dalla modifica delle
procedure di sdoganamento in Russia potrebbe essere costituito dalla
chiusura di molti uffici di broker doganali “tradizionali”.
Una fonte che ha chiesto di rimanere anonima fa notare: “Può
anche darsi che alcuni di questi uffici non trovino più
abbastanza gratificante lo sdoganamento corretto, di modo che decida
di concentrarsi su altri servizi a valore aggiunto.
In quel caso, ci sarà la necessità di cominciare a
cercare nuovi agenti: di quelli che non perdano documenti
misteriosamente, incorrendo di conseguenza in sanzioni non
necessarie, ovvero che non siano disponibili quando ne avete
bisogno”.
In conclusione, coloro che sono coinvolti con l'esportazione
delle merci in Russia hanno molte cose a cui pensare, e devono
iniziare a pianificare il cambiamento adesso, anche se la versione
definitiva delle sue nuove procedure doganali deve ancora essere
svelata e potrebbe essere ulteriormente rinviata. (da:
Containerisation International, 01.04.2010)
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