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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXX - Numero 16 GENNAIO 2012
Porti
Storie di successo in Asia
Alan Lee, presidente dell'Associazione Operatori Terminal
Container di Hong Kong, afferma che, a causa della concorrenza da
parte dei porti vicini, le esportazioni dirette da Hong Kong si
stanno riducendo e che pertanto i suoi terminal sono propensi a
reindirizzare la propria attenzione verso il trasbordo
internazionale.
Anche l'aumento delle dimensioni delle navi supporta questo
scenario del tipo hub-and-spoke.
Storicamente, i volumi di trasbordo a Hong Kong hanno da sempre
costituito approssimativamente il 15-20% dei risultati complessivi.
Ora la nuova percentuale si è incrementata a quasi il
60%.
Questa crescita, peraltro, non può verificarsi senza
difficoltà da superare.
Hong Kong non dispone di un terminal di trasbordo dedicato e Lee
afferma che il governo non è stato in grado di dedicare tempo
e risorse adeguati alle esigenze di trasbordo del porto.
“C'è una notevole domanda di territorio di supporto
e di ormeggi per chiatte nell'area portuale al fine di movimentare i
volumi in aumento di container di trasbordo in attesa di spedizione
successiva.
Questo problema, tuttavia, nel corso degli anni è rimasto
irrisolto”.
A mo' di lezione che gli altri porti possano apprendere, Lee
dichiara che affinché il concetto dello hub-and-spoke
funzioni, un terminal ha bisogno di un agglomerato dello shipping
per assicurare buoni collegamenti, di un'elevata produttività
terminalistica per assicurare l'efficienza e dell'affidabilità
dei processi di lavoro.
Bisognerebbe studiare i fattori decisivi per il successo di un
buon porto di trasbordo, come quello della PSA.
In alternativa, ci si potrebbe consultare con le linee di
navigazione, che potrebbero essere i propri futuri clienti, allo
scopo di capire le loro reali esigenze al fine di consentire una
migliore programmazione”.
Martin Gaard Christiansen, capo esecutivo della APM Terminals
per la regione Asia-Pacifico, afferma che gli attuali principali hub
di trasbordo quali Busan, Hong Kong, Singapore e Tanjung Pelepas
continuano a dominare il settore.
“Per competere, ci vogliono la giusta localizzazione, le
economie di scala ed un'elevata efficienza.
La concorrenza fra gli attuali operatori per l'attività
di trasbordo è piuttosto dura.
Per le attività di avviamento ciò diventa ancora
più difficile, poiché esse non dispongono dei vantaggi
di scala né i precedenti di elevata efficienza e movimentare
uno hub di trasbordo per i vettori è un compito più
difficile che comporta – nel caso non lo si faccia bene –
notevoli complessità e costi per la rete”.
Christiansen afferma che con l'aumento delle dimensioni delle
navi e l'esigenza di un'elevata produttività, i terminal di
trasbordo, al fine di poter competere, necessitano di avere le
corrette dimensioni fisiche in termini di pescaggio, lunghezza degli
ormeggi e dimensioni delle gru, così come la capacità
del piazzale per un'elevata produttività.
“Occorre che le autorità portuali siano
all'avanguardia ed assicurino che venga reso possibile un
sufficiente supporto per gli aggiornamenti richiesti”.
Alla richiesta di elencare i requisiti più importanti per
un terminal di trasbordo di successo in Asia, Christiansen evidenzia
“la localizzazione, l'elevata efficienza, l'affidabilità
e la competitività in termini di costi”.
“Il PSA e Tanjing Pelepas costituiscono esempi eccellenti
di porti di trasbordo eccellenti.
Entrambi sono situati in modo assai strategico in località
in cui si incontra un numero significativo di servizi est/ovest e
nord/sud.
Tutti e due dispongono di eccellenti dimensioni fisiche e di
scala per competere”.
Il consiglio che Christiansen rivolge a qualsiasi dirigente
portuale che s'imbarca in un progetto relativo a terminal di
trasbordo è quello di assicurarsi in primo luogo ed
innanzitutto di poter disporre di una localizzazione e di un
prodotto che possano competere gli operatori già affermati,
“dopodiché, occorre avere sostegno e supporto assai
solido e duraturo da parte sia dell'autorità portuale, sia
dei clienti-chiave”. (da: portstrategy.com, 06.01.2012)
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