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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXX - Numero 15 FEBBRAIO 2012
Trasporto marittimo
Si teme che l'eccesso di capacità possa danneggiare i
vettori marittimi
Le preoccupazioni circa l'eccesso di capacità nelle
principali direttrici di traffico mondiali sembrano essere il
problema numero uno nel 2012: l'ultimo numero della rivista
trimestrale Container Forecaster della Drewry Maritime
Research, relativo al quarto trimestre del 2011, delinea uno
scenario finanziario sconfortante, a meno che gli slot in
soprannumero non vengano rimossi dal mercato.
Il rapporto ha messo in evidenza come si preveda che la capacità
globale della flotta assicurata dalle navi di oltre 8.000 TEU
aumenti del 25% nel 2012, cioè di un livello ben al di sopra
delle previsioni di crescita dei carichi nei principali traffici
est-ovest, il loro terreno di caccia primario.
Malgrado le migliori prospettive di crescita nei traffici da e
per i mercati emergenti, quali l'America Latina, l'Asia meridionale
e l'Africa, la ditta di consulenze si aspetta che la domanda globale
aumenti del solo 5,4% quest'anno.
Dal momento che si calcola che i vettori marittimi abbiano
perduto circa 5,2 milioni di dollari USA lo scorso anno, la Drewry
ritiene che rimanga “poco grasso” destinato ad assorbire
ulteriori shock finanziari.
Neil Dekker, capo delle ricerche sui container del consulente
marittimo, sostiene: “Noi pensiamo che al tasso attuale di
consumazione, le riserve di liquidi dei vettori si estingueranno nel
corso della seconda metà del 2012.
Se essi non dovessero dismettere un quantitativo significativo
di tonnellaggio entro quel termine, le conseguenze potrebbero esser
drammatiche.
Al momento attuale, relativamente poche navi provenienti da
servizi sospesi sono state dismesse o fermate e la maggior parte del
tonnellaggio è stato ri-noleggiato o assorbito in altre
rotte.
Tuttavia, noi stimiamo che l'inattività potrebbe
raggiungere l'8% della flotta globale nel corso della seconda metà
del 2012, il che potrebbe equivalere a 1,3-1,4 milioni di TEU”.
La dismissione del tonnellaggio, unitamente alla generale
ristrutturazione in atto nel settore, stanno a significare che
Dekker confida in qualche miglioramento delle tariffe relative agli
spot nel corso della seconda metà del 2012.
Tuttavia, egli non si aspetta che si verifichino acquisizioni di
compagnie di navigazione, così com'era accaduto nel 2009,
tanto che il consolidamento verrà conseguito - a suo giudizio
- mediante la scomparsa (il ritiro) di piccoli operatori.
Anche i presidenti delle tre principali linee di navigazione
giapponesi MOL (Mitsui OSK Lines), K Line e NYK Line hanno espresso
nei propri discorsi di apertura dell'anno le proprie preoccupazioni
circa l'eccesso di capacità.
Il presidente della MOL, Koichi Muto, avverte al riguardo: “Lo
scenario di gestione che circonda la MOL resta imprevedibile ed è
reso nebuloso dall'imminente eccesso di offerta di navi in
conseguenza del completamento di nuove unità, nonché
dalle sensazioni negative che circolano nel settore”.
Ciononostante, Muto ha suggerito che la situazione potrebbe
alleviarsi fra pochi anni: “Dopo il 2013, ci si aspetta che il
numero nelle nuove navi ultimate si stabilizzi, consentendo di
vedere un po' di luce alla fine del tunnel.
Anche sul medio-lungo termine, prevediamo che l'eccessiva
capacità di produzione dei cantieri navali in Cina, due su
tre dei quali appartengono a privati, venga riportata in equilibrio.
Anche Yasumi Kudo, presidente della NYK, ha espresso un
avvertimento in ordine ai problemi indotti dall'eccesso di capacità.
“Poiché sono stati previsti una domanda stagnante
ad ovest ed un eccesso di capacità di mega-portacontainer, le
nostre ordinazioni di nuove portacontainer dovrebbero essere sospese
per un po' ed inoltre si dovrebbe adottare un modello di attività
basato su un patrimonio leggero in cui si noleggerebbero navi e
spazi quando necessario, minimizzando perciò i rischi da
perdite e sostenendo le attività” ha dichiarato Kudo.
Pure il presidente della K Line, Jiro Asakura, sostiene che
l'eccesso di offerta rappresenta una problematica e che ci si
aspetta che ogni miglioramento dell'equilibrio fra offerta e domanda
“richieda un po' di tempo”.
Aggiunge Asakura: “Il settore delle nostre portacontainer
è impegnato in un'ulteriore riforma strutturale senza tregua;
siamo alla ricerca di un modo per allontanarci dal precedente
deficit”.
Nel contempo, le ultime tariffe relative agli spot nelle
direttrici di traffico Asia/Europa e transpacifico suggeriscono come
gli attuali incrementi da una settimana all'altra a partire dal 23
dicembre siano “un fenomeno dalla vita breve” utilizzato
dai caricatori per muovere i propri carichi prima dell'avvento del
nuovo anno cinese.
Secondo l'Indice dei Noli relativi al Trasporto Merci
Containerizzato della Shanghai Shipping Exchange, l'importo delle
tariffe tutto compreso offerte il 13 gennaio per i carichi
movimentati in uscita da Shanghai alla volta del Nord Europa era in
media di 733 dollari USA per TEU, appena 3 dollari USA/TEU in più
rispetto alla settimana precedente.
La tariffa media per il Mediterraneo era di 18 dollari USA/TEU
in più, per un nuovo totale di 772 dollari USA/TEU.
I corrispondenti livelli tariffari del 23 dicembre erano
rispettivamente di 536 e 631 dollari USA per TEU.
I carichi in spot transpacifici in direzione est erano quotati
in media a 1.822 dollari USA/FEU, appena 9 dollari USA/FEU in più
rispetto alla settimana precedente.
Quelli alla volta della Costa Orientale degli Stati Uniti erano
attestati a 2.960 dollari USA per FEU, con un aumento di 18 dollari
USA/FEU.
Le corrispondenti tariffe del 23 dicembre erano di 1.424 e 2.529
dollari USA/FEU rispettivamente.
Philip Damas, direttore della divisione navigazione di linea e
filiere della fornitura alla Drewry, avverte: “La nostra
opinione è che si tratti di un fenomeno a breve termine
connotato dalla scadenza correlata al nuovo anno cinese e che le
condizioni di fondo non sono mutate.
L'economia è ancora molto depressa e gli indici di
gestione delle acquisizioni sono deboli.
Le prospettive per il futuro sono abbastanza negative ed i
vettori non mettono il profilo davanti alla quota di mercato”.
La Drewry ha previsto che i volumi del transpacifico in
direzione est aumenteranno quest'anno del solo 3,1% rispetto al
2011.
Anche se si tratta di un risultato migliore rispetto all'aumento
dello 0,4% previsto nel passaggio dal 2011 al 2010, esso è
ancora scarso.
Afferma Damas: “Entrambi gli incrementi sono davvero bassi
per gli standard tradizionali”.
Mentre la Broker Group GFI avvisa: “Molti non si
sorprenderanno se i volumi dei carichi – ed in corrispondenza
le tariffe – caleranno come la storia dimostrerà.
Il 2012 non sembra destinato ad essere un'eccezione”.
Ci si aspetta che l'utilizzazione media delle navi nella
direttrice di traffico transpacifica in direzione est per il primo
trimestre del 2012 raggiunga solo il 69% alla volta della Costa
Occidentale degli Stati Uniti e l'80% alla volta della Costa
Orientale degli Stati Uniti.
I vettori impegnati nei traffici Asia/Europa sembrano essere in
una posizione più salda, dal momento che la loro
utilizzazione media delle navi dovrebbe restare superiore al
90%”. (da: Containerisation International, 01.02.2012)
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