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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXX - Numero 30 MARZO 2012
Studi e ricerche
Le previsioni per il 2012 sugli operatori terminalistici
mondiali
Flessione economica globale, ripresa della domanda e volto
mutevole degli investimenti nella rete terminalistica
Dal 2003, la Drewry Shipping Consultants pubblica un rapporto
annuale che analizza il settore dei terminal container,
concentrandosi sulle questioni-chiave ed in particolare sule
attività e strategie degli operatori di terminal container a
livello globale ed internazionale.
Il rapporto di quest'anno ha messo in evidenza un certo numero
di nuovi sviluppi e nuove linee di tendenza interessanti.
Dopo la straordinaria sfida apportata dalla flessione economica
del 2009, nel corso del quale quasi tutti gli operatori
terminalistici hanno assistito alla significativa riduzione dei
propri volumi, la maggior parte degli operatori di terminal
contenitori a livello globale ha registrato un ritorno ad una
robusta crescita dei volumi nel 2010.
I livelli di utilizzazione media dei terminal sono stati in
genere in aumento e gli operatori hanno incrementato il proprio
livello assoluto di margine operativo lordo rispetto a quello del
2009, sebbene sia assai significativo notare come anche nel 2009 il
margine operativo lordo in termini percentuali fosse stato in gran
parte conservato, il che aveva costituito un risultato notevole.
In termini assoluti, la HPH è stato l'operatore globale
di terminal contenitori dai maggiori profitti, con un margine
operativo lordo di 2 miliardi di dollari USA, in aumento rispetto
agli 1,1 miliardi di dollari USA del 2009.
La PSA ha conseguito un margine operativo lordo di circa 1,3
miliardi di dollari USA, mentre la DP World ha conseguito un
incremento del margine operativo lordo di 1,24 miliardi di dollari
USA, rispetto agli 1,1 miliardi di dollari USA dell'anno precedente.
ICTSI, PSA, HPH, DP World e HHLA hanno tutte quante conseguito
un margine operativo lordo superiore al 40% nel 2010.
La APM Terminals, nel contempo, ha incrementato il proprio
margine sino a poco più del 20%, perseverando nella propria
stabile linea di tendenza verso l'alto.
I principali operatori terminalistici internazionali hanno in
genere mantenuto le proprie posizioni nel 2010 e quelli che hanno
significativi interessi nei porti cinesi hanno conseguito una
crescita particolarmente alta.
La PSA di Singapore è stata il principale operatore
globale di terminal contenitori nel2010, con un risultato
patrimoniale netto regolato di 51,3 milioni di TEU, vale a dire più
alto del 14% rispetto al 2009.
La Hutchison Ports è situata al secondo posto in
classifica, con 36 milioni di TEU, seguita dalla DP World con 32,6
milioni di TEU e dalla APM Terminals con 31,6 milioni di TEU.
La cinese COSCO Group è al 5° posto in classifica con
13,6 milioni di TEU, un po' dietro agli altri membri del gruppo dei
primi cinque.
La posizione della PSA in cima alla classifica è
rafforzata in modo significativo dalla propria quota del 20% della
Hutchison Ports: nell'analisi della Drewry, infatti, la PSA vanta a
credito i TEU della HPH, mentre la HPH li registra a debito.
Se non si tenesse conto di questo approccio - vale a dire, se
non si valutasse la quota della PSA nella HPH - le cifre di PSA e
HPH sarebbero rispettivamente di 42,3 e 45 milioni.
La crescita della domanda presto supererà l'espansione
della capacità
Anche se vi sono ancora minacce alla ripresa economica globale a
causa della crisi dell'Eurozona e delle trattative sul debito degli
Stati Uniti, il giudizio generale è che la crescita economica
globale sarà sostenuta per diversi anni a venire.
La Drewry ha inserito questa prospettiva più positiva
nelle proprie anticipazioni e prevede che i risultati a livello
mondiale dei porti containerizzati cresceranno in media di circa il
7,5% all'anno nel giro dei prossimi sei anni, aumentando di quasi
840 milioni di TEU nel 2016.
Ciò rappresenterebbe un incremento prossimo ai 300
milioni di TEU rispetto ai livelli del 2010, equivalente ad un
aumento del 55%, percentuale davvero notevole che mostra l'effetto
di una semplice crescita annua a cifra singola ora che il settore è
cresciuto di una scala così grande.
È significativo che gli effetti della flessione debbano
ancora vedersi nei relativamente bassi incrementi di capacità
previsti per molti operatori e per l'intero settore, sebbene gli
operatori globali stiano adesso riattivando molti investimenti nei
terminal rinviati nel corso della crisi finanziaria.
Ciononostante, gli indicatori attuali sono nel senso che la
crescita della domanda nei prossimi cinque anni oltrepasserà
notevolmente l'espansione della capacità, comportando livelli
di utilizzazione in rapido aumento in molti porti e regioni del
mondo.
Le regioni del mondo in cui probabilmente ciò sarà
più pronunciato sono l'Estremo Oriente ed il Sud-Est
asiatico, in cui i livelli medi di utilizzazione potrebbero eccedere
il 90% entro il 2016, a meno che altri progetti di espansione della
capacità non vengano portati avanti al più presto.
Anche l'America Latina ed il Medio Oriente assisteranno a
pressioni simili, unitamente all'Africa, quest'ultima in misura
minore.
In mercati maturi quali il Nord America ed il Nord Europa la
pressione è minore a causa del fatto che la crescita della
domanda non ci si aspetta che sia altrettanto sostenuta.
Sorprendentemente, malgrado l'attuale seria congestione dei
porti in India in particolare, i livelli medi di utilizzazione in
Asia meridionale potrebbero calare entro il 2016 poiché c'è
un certo numero di progetti di espansione molto grandi in cantiere.
Tuttavia, resta da vedere se essi verranno realizzati tutti
quanti nelle proporzioni e secondo la tempistica suggerite dai loro
sviluppatori. (da: porttechnology.org, edition 52)
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