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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXX - Numero 15 OTTOBRE 2012
Porti
Riforme e rimedi in Ucraina
La riforma normativa ucraina, cha va avanti balbettando da vari
decenni, potrebbe ora ricevere una spinta in avanti dalla nuova
Legge Marittima che si prefigge di preparare il terreno per la
privatizzazione dei porti del paese.
Tuttavia, quest'ultima rischia di essere un'impresa in salita,
dal momento che c'è un sacco di storia da lasciarsi alle
spalle.
Andrew Griffiths della BMT e Steve Wray della OSC concordano
entrambi sul fatto che in Ucraina siano state tentate varie
associazioni imprenditoriali speculative, ma sembra che molto poche
di loro sinora siano state effettivamente realizzate, essendosi
impigliate nella rete della burocrazia ed in una certa mancanza di
buon senso negli affari da parte degli imprenditori locali.
Non avrà aiutato il fatto che, mentre la TIS
(Transinvestsservice) di Yuzhny è stata una che alla fine ce
l'ha fatta malgrado i difficili rapporti con i proprietari dei porti
locali gestiti dallo stato, gli altri avranno preso nota delle
problematiche, afferma Andrii Kuzmenko, recentemente alla TIS.
Inoltre, la riforma si avvia ad andare per le lunghe “e si
tratta di qualcosa che avrebbe dovuto cominciare molto, molto tempo
fa” aggiunge Kuzmenko.
Non è solo la normativa che occorre ristrutturare per
conseguire il massimo dai volumi.
“Un mucchio di terminal che sono cresciuti organicamente
nel corso degli anni hanno inefficienze strutturali provocate
internamente” afferma Michiel Yberna della APM Terminals.
Pertanto, le operazioni a Poti in Georgia della APM terminal
sono assoggettate ad importanti cambiamenti, fra cui lo scavo in
profondità degli ormeggi ed una nuova impostazione delle
strutture, nel tentativo di far sì che Poti diventi un hub
per la regione.
L'operatore sta investendo qualcosa come 100 milioni di euro nel
porto, una somma davvero enorme per la Georgia, e punterà a
spingere in alto la capacità del 50% sino a 22 milioni di
tonnellate.
Tuttavia, sebbene possa attirare volumi da qualcuno dei suoi
vicini del Mar Nero, l'operatore non mira ad una vera e propria
concorrenza diretta con i porti turchi del Mar di Marmara, poiché
nelle attuali circostanze le linee di navigazione containerizzate
non vogliono né possono saltare i porti turchi, spiega
Yberna.
L'operatore sta crescendo ed il ruolo della componente normativa
non può essere sottostimato.
“Quello che importa è che il governo georgiano vede
con estremo favore chi cerca di attirare altre attività nei
porti georgiani” afferma Kuzmenko. (da:
portstrategy.com, 05.10.2012)
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