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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 31 GENNAIO 2013
TRASPORTO MARITTIMO
GLI ARMATORI DI PORTACONTAINER SPERANO IN UN MIGLIORAMENTO
DEL MERCATO
Secondo l'ultimo rapporto compilato dalla LLI (Lloyd's List
Intelligence) ci sono attualmente 333 portacontainer ferme, che
rappresentano il 6,6% della flotta cellulare mondiale.
I settori minori stanno attualmente subendo le conseguenze
peggiori, ma il numero delle portacontainer in esubero non riflette
veramente il difficile momento del settore, dal momento che molti
armatori stanno scegliendo di supportare finanziariamente i costi di
gestione delle proprie navi nella speranza di una ripresa del
mercato.
Infatti, il rapporto della LLI avverte che sono inattive 164
navi di capacità sino a 1.000 TEU, 108 delle quali sono state
messe in naftalina per 91 giorni o più.
Molte di queste unità di raccordo “da battaglia”
sono state costruite prima dell''ultima crisi petrolifera e pertanto
non sono efficienti dal punto di vista del carburante e non sono
desiderate nell'odierno mondo da 600 dollari USA per tonnellata.
I noleggiatori non sono al posto di guida e stanno non solo
puntando all'efficienza del carburante, ma anche richiedendo elevata
ventilazione, basso pescaggio e filtraggio dell'acqua di zavorra
ovvero sistemi di emissione delle sostanze esauste rispettose
dell'ambiente.
Nel contempo, i dati della LLI rivelano come ci siano 156 grandi
navi portacontainer feeder (sino a 1.700 TEU) e panamax (sino a
5.000 TEU) ferme su base a breve o lungo termine, con 67 navi in
stato di blocco fino a 5 anni.
Il numero delle portacontainer ferme è in procinto di
aumentare dopo il nuovo anno cinese, che inizia il 10 febbraio, e le
flotta di contenitori in esubero potrebbe impennarsi in modo
notevole se gli armatori dovessero decidere di non finanziare più
il costo operativo delle proprie navi.
Infatti, per alcuni non è stata una sorpresa, ma forse
per altri è stata una rivelazione, il fatto che le 14
portacontainer che i banchieri della Claus-Peter Offen vorrebbero
vendere stiano guadagnando appena 6.000 dollari USA al giorno in
noleggio, mentre i costi operativi e finanziari ammontano a tre
volte quella cifra.
Nel corso dell'ultima crisi, verso la fine del 2009, erano state
messe da parte circa 600 portacontainer.
Tuttavia, fermare una nave, sia in modalità calda
(disponibile per una rapida ripresa delle attività), sia in
modalità fredda (spenta dal punto di vista elettrico),
comporta sempre un costo.
Ad esempio: presidio da parte del personale (a seconda di fermo
caldo o freddo), assicurazione, ormeggio e sicurezza, sono tutti
quanti costi che gli armatori continuano a sostenere mentre la nave
è inattiva, senza alcuna entrata a compensazione.
Tutto ciò, inoltre, senza considerare i pagamenti delle
ipoteche ed il deprezzamento quando la nave non guadagna.
Così, sebbene nel fermo-nave esista un risparmio del 50%
circa sui costi operativi della nave per il fatto di non consumare
centinaia di tonnellate di carburante navale da 600 dollari USA alla
tonnellata - e ovviamente perché non ci sono esborsi portuali
- mettere in naftalina una grande portacontainer rappresenta un
esercizio di limitazione dei danni più strategico a lungo
termine rispetto al risparmio sui costi.
È pertanto una sorpresa il fatto che i vettori marittimi
abbiano solo relativamente di recente utilizzato l'opzione estrema:
eliminare la capacità annullando i viaggi al fine di
proteggere l'erosione tariffaria dei noli e suffragare i nuovi
generali incrementi tariffari.
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