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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 15 LUGLIO 2013
STUDI E RICERCHE
LA MANIA DELLE ORDINAZIONI DI NAVI
Secondo l'ultimo rapporto Container Insight della Drewry
Maritime Research, la recente impennata di ordinazioni di nuove navi
in un periodo in cui in tutto il settore esiste un eccesso di
capacità suggerisce come i fondamenti del mercato non siano
più i principali elementi-chiave.
A detta del rapporto, anche quando le navi ordinate più
recentemente saranno state consegnate nel 2016, è probabile
che l'Europa e gli Stati Uniti staranno ancora arrampicandosi per
uscire dalla recessione, il che significa che la capacità nei
traffici est-ovest continuerà ad eccedere la domanda.
Uno dei fattori che stanno dietro all'impennata delle
ordinazioni è il crollo dei prezzi praticati dai cantieri
navali.
I vettori minori adesso ravvisano l'opportunità di
conseguire finalmente un margine concorrenziale rispetto alle grandi
linee e non sono stati lenti ad approfittarne.
Ad esempio, si veda la recente ordinazione della CSCL per cinque
navi da 18.400 TEU, la prima delle quali dovrebbe essere consegnata
nel quarto trimestre del 2014, ognuna dal costo di 136,6 milioni di
dollari USA, approssimativamente il 26% in meno rispetto alle 20
navi da 18.000 TEU della Maersk, che erano state ordinate nel 2011,
la prima delle quali è stata battezzata solo due settimane
fa.
Il grande vantaggio comportato dalle navi da 18.000 TEU è
il loro consumo di carburante.
Si dice che esse, rispetto alle navi da 13.000 TEU, consumino
circa il 35% in meno per container.
Poiché il carburante rappresenta ben oltre la metà
di tutti i costi del viaggio, è facile dedurre come i nuovi
entranti nel mercato possano essere indotti ad acquistarle.
La UASC ha espresso il proprio interesse ad ordinare quattro
navi da 14.000 TEU, la OOCL ha ordinato sei navi da 13.000 TEU nel
2011, ciascuna dal costo di 136 milioni di dollari USA, e la NOL ha
ordinato dieci navi da 14.000 TEU nel 2011, dal costo di 154 milioni
di dollari USA, mentre si stima che le cinque navi della Seaspan da
14.000 TEU, ordinate a marzo del 2013, siano costate appena 108
milioni di dollari USA ciascuna.
Afferma la Drewry: “Stranamente, ottenere credito per tali
ordinazioni non è ancora difficile, malgrado le navi non
vengano sempre ordinate per far fronte alla crescita della domanda.
Tuttavia, il credito viene concesso su base selettiva per certe
compagnie di navigazione e certi tipi di nave.
Inoltre, dato che molti vettori marittimi vengono in qualche
modo supportati dallo stato, le banche sembrano considerare i propri
prestiti al livello del “debito sovrano”, e pertanto non
ad elevato rischio, anche se l'attuale eccesso di capacità
navale sta già distruggendo la capacità di conseguire
profitti attraverso disinvolti decrementi delle tariffe di nolo.
Questo significa che mantenere la liquidità richiesta per
i mutui delle navi è sempre più difficile per i
vettori.
Gli operatori non armatori dotati di liquidità come
Seaspan, Costamare, Technomar e Capital Ship Management senza dubbio
ravvisano che questo problema stia diventando sempre più
grave, il che spiega perché essi siano tornati sul mercato
alla grande, fornendo un altro fattore che sta dietro all'impennata
di ordinazioni”.
Aggiunge il rapporto: “Pertanto, anche nei casi in cui
ottenere un prestito per finanziare le nuove costruzioni diventa
troppo difficile, i vettori saranno in grado di aggirare il problema
attraverso il leasing od il noleggio.
Il settore containerizzato, a quanto pare, resta dominio degli
ottimisti”.
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