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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 15/31 AGOSTO 2013
TRASPORTO INTERMODALE
IL TRASPORTO MERCI FERROVIARIO È ANCORA L'ANELLO
DEBOLE DELL'OFFERTA LOGISTICA GLOBALE DELLA SNCF GEODIS
Avendo accumulato un deficit operativo di 300 milioni di euro
nel 2012 rispetto ad un giro d'affari di 1,16 miliardi di euro, la
Fret SNCF è senz'alcun dubbio l'anello debole dell'offerta
logistica globale della società statale SNCF Geodis.
L'unità specializzata in trasporto merci ferroviario da
tempo immemorabile ogni anno perde considerevoli somme di denaro.
E piuttosto che spiegare perché le perdite sono state
così alte e perché le è stato permesso di
accumularle, la Fret SNCF preferisce sottolineare la loro
diminuzione dal 2009 quando avevano totalizzato 464 milioni di euro.
La società afferma di puntare al raggiungimento del
pareggio di bilancio nel 2015/16, ma non si dilunga in particolari
su come essa speri di conseguire tale obiettivo.
La storia dimostra che quando occorrono decisioni difficili alla
SNCF la dirigenza ed il governo normalmente si piegano e tornano
indietro sotto la minaccia di scioperi.
Pertanto, come potrà il nuovo capo della SNCF Geodis
Alain Picard, che ha una formazione da responsabile finanziario,
tamponare l'emorragia finanziaria della Fret SNCF?
Il suo predecessore Pierre Blayau, che ha lasciato a giugno, non
era a corto di idee ma il mediocre clima economico aveva ristretto
qualsiasi spazio di manovra.
Né - forse - era stato messo in condizione di contare
sulle capacità di soluzione da parte dei suoi superiori alla
SNCF o sulla forte volontà politica da parte dei responsabili
della ferrovia di stato: pre-requisiti, questi, di qualsiasi
importante trasformazione dell'operazione.
La messa in prospettiva delle persistenti difficoltà
della Fret SNCF è stato l'obiettivo di uno studio
commissionato dalla SNCF sul trasporto merci ferroviario in Europa.
I ritrovati dello studio, elaborato dalla Bain & Co, sono
stati presentati all'inizio di quest'anno e hanno concluso che, alla
luce delle attuali condizioni operative, il settore non può
conseguire una capacità di profitto durevole.
Lo studio ha messo in evidenza come, nel corso di un periodo
quinquennale (2007-2011), i principali operatori statali del
continente europeo hanno accumulato perdite nette per 5 miliardi di
euro nel trasporto merci ferroviario.
La Fret SNCF ha rappresentato più della metà di
tale importo.
Le croniche prestazioni in rosso dell'operatore sono in gran
parte da attribuirsi ad una carenza di competitività, dovuta
ad una struttura organizzativa ingombrante che ingenera elevati
costi del lavoro.
Ciò è sottolineato nel rapporto, il quale stima
che “il divario del costo unitario salariale” fra la
Fret SNCF ed alcuni dei suoi concorrenti è del 35% per i
macchinisti e del 20-30% per l'altro personale impegnato in attività
operative.
Una percentuale oscillante fra il 60 ed il 70 per cento di
questo divario è dovuta all'organizzazione del lavoro e,
principalmente, al numero dei giorni in cui il personale della Fret
SNCF è disponibile al lavoro nel contesto dei vantaggi
occupazionali di cui usufruisce in conseguenza del suo status di
ferrovieri di una holding statale.
Blayau era pervenuto all'opinione che l'armonizzazione delle
regole inerenti al lavoro in Francia fra la Fret SNCF ed i suoi
concorrenti nel mercato nazionale - quali la filiale francese della
DB Euro Cargo Rail e l'unità della Eurotunnel Europorte -
fosse divenuta una “questione di sopravvivenza” per la
Fret SNCF.
Ma quanto fattibile sarebbe un'iniziativa finalizzata
all'armonizzazione, data l'indignazione che essa provocherebbe fra i
concorrenti nazionali della Fret SNCF, che assisterebbero ad un
aumento dei propri costi inerenti all'attività e alla
minaccia apportata ai propri posti di lavoro ed al rischio che
correrebbe il loro benessere finanziario?
Forse potrebbe essere fattibile trasformando la Fret SNCF in una
filiale operativa nell'ambito di un regime privatistico con i
lavoratori ingaggiati ai sensi di contratti di impiego standard.
Le perdite della Fret SNCF l'avrebbero ormai condannata alla
chiusura nella maggior parte degli altri paesi, o almeno avrebbero
fatto sì che fosse rimaneggiata per renderla più
snella, lasciando che si arrangiasse nel mercato.
In Francia, peraltro, la ristrutturazione delle imprese statali
è sempre stata un campo minato sociale per il governo.
Il clima delle relazioni industriali alla SNCF è
migliorato notevolmente ed il personale esita molto di più a
dimettersi di quanto non accadesse in precedenza.
L'amministrazione socialista, però, non approverà
alcuna azione che possa scuotere la barca della Fret SNCF.
Le perdite restano elevate in modo sconcertante, ma stanno
diminuendo.
Il conto complessivo del personale impiegato, pari a circa 8.800
dipendenti, è in fase di riduzione in modo naturale dal
momento che il personale pensionato non viene rimpiazzato.
Sarà concesso il tempo di dare i suoi frutti ad una nuova
strategia commerciale che comprende la radicale ristrutturazione
dell'attività a carro singolo della Fret SNCF, vale a dire la
principale fonte delle perdite.
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