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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 30 SETTEMBRE 2013
TRASPORTO STRADALE
CAOS EVITATO GRAZIE ALLA MARCIA INDIETRO RISPETTO ALLA NUOVA
ONEROSA NORMATIVA RUSSA SULL'AUTOTRASPORTO, MA SOLO PER ORA...
I timori che la frontiera terrestre della Russia potesse finire
nel caos sono stati scongiurati all'ultimo momento dopo che il
governo russo ha ritirato l'imminente regolamentazione ai sensi
della quale il paese avrebbe cessato di accettare i Carnet TIR.
A luglio, all'insaputa dei suoi partner commerciali, la FCS
(Servizio Federale Doganale della Russia) aveva decretato che a
partire dalla metà di agosto essa non avrebbe più
accettato la convenzione TIR, cioè il sistema riconosciuto
dall'ONU per le movimentazioni di trasporto stradale attraverso i
confini internazionali ed i regimi doganali che fa venir meno per le
agenzie doganali dei paesi intermedi la necessità di
ispezionare veicoli e merci, sui quali si garantisce il pagamento di
oneri e tasse.
Il carnet è il documento TIR distribuito dall'IRU (Unione
Trasporto Stradale Internazionale), a sua volta autorizzato
dall'ONU, che funge quale prova che la spedizione sia stata
registrata ai sensi del programma TIR.
In seguito alle vibranti proteste da parte dell'IRU, così
come alle preoccupazioni espresse dall'UNECE (Commissione Economica
per l'Europa dell'ONU), la FCS aveva ceduto rispetto all'entrata in
vigore del provvedimento il 14 agosto, rinviandola fino al 14
settembre; successivamente, il 13 settembre è sembrato che
abbia abbandonato del tutto tale intenzione, dopo che l'IRU aveva
rilasciato un comunicato stampa di questo tenore: “L'IRU è
stato appena informato che tutti gli uffici doganali regionali russi
hanno ricevuto istruzioni dal responsabile del Servizio Federale
Doganale russo, Andrei Belyaninov, nel senso che le misure
aggiuntive di garanzia previste dalla FCS saranno applicate
solamente negli uffici doganali subordinati ai dipartimenti doganali
regionali della Siberia e dell'Estremo Oriente”.
Tuttavia, il problema potrebbe riemergere alla fine di
quest'anno, secondo la DG Taxud, la direzione generale della
Commissione Europea per le dogane e le tasse, la quale ha
dichiarato: “La procedura TIR continuerà ad essere
osservata presso tutti gli altri uffici doganali fino al 1°
dicembre 2013”.
La FCS afferma che la ragione dei cambiamenti proposti, che
comporterebbero la richiesta di ulteriori garanzie nazionali russe
per le spedizioni ogni volta che esse fanno ingresso in Russia,
risiede nei “ripetuti casi di mancata consegna delle merci che
vengono trasportate mediante l'utilizzazione dei Carnet TIR e di
inadempimento da parte dell'ASMAP (Associazione Internazionale dei
Vettori di Trasporto Stradale, di fatto la succursale russa
dell'IRU) quanto alla responsabilità in ordine al pagamento
degli oneri doganali”.
Essa sostiene che una notevole minoranza di spedizioni di
autotrasporto - qualcosa come il 42% in tutto il paese - non sono
state completate, con il conseguente mancato pagamento dei relativi
oneri doganali.
Complessivamente, alla FCS sarebbero stati dovuti 20 miliardi di
rubli (464 milioni di euro).
In una dichiarazione, aggiunge la FCS: “La situazione
nella regione del Nord-Ovest è ancora più grave.
L'ammontare del debito dell'ASMAP raggiunge i 7 miliardi di
rubli e rappresenta il 57% di quello complessivo.
In confronto, il debito relativo alle merci in transito non
consegnate registrate senza Carnet TIR costituisce solamente l'1,73%
del totale”.
Tuttavia, ciò è contestato dal direttore generale
dell'ASMAP A. Kurushin in una lettera al segretario generale
dell'IRU Umberto de Pretto.
“L'ASMAP ritiene che né questa richiesta, né
le ragioni addotte a sua giustificazione, rispettino la normativa
applicabile e che esse contravvengano le disposizioni della
Convenzione TIR” ha dichiarato.
L'UNECE ha descritto il caos che potrebbe risultare se la Russia
dovesse insistere sulla uscita dalla convenzione.
“Essa inevitabilmente interromperà i traffici con
l'estero da, per ed attraverso la Russia, comportando altresì
enormi ritardi e code alla frontiera” afferma l'organismo.
“Essa avrà inoltre serie conseguenze economiche per
il settore dell'autotrasporto e per il commercio con l'estero della
Federazione Russa, per i suoi principali partner e per diverse altre
parti contrattuali nell'ambito della convenzione TIR.
Ogni anno, le imprese di trasporto russe effettuano qualcosa
come 700.000 operazioni di trasporto TIR presso altre realtà
con cui ci sono contratti in vigore e circa 1.500.000 operazioni TIR
nell'ambito della Federazione Russa.
Di conseguenza, l'iniziativa potrebbe potenzialmente paralizzare
le movimentazioni di autotrasporto merci in Europa e nell'intera
regione eurasiatica, apportando costi aggiuntivi di garanzia ad un
sistema che ha funzionato tranquillamente per decenni” afferma
l'UNECE.
Peter Cullum, responsabile degli affari internazionali
dell'Associazione Autotrasportatori del Regno Unito, ha dichiarato
che un ulteriore problema per i trasportatori non russi è
costituito dall'obbligo di servirsi di un garante russo ogni volta
che la spedizione passa la frontiera.
“Per l'offerta di garanzie sono state designate tre
società, ma francamente nessuno nell'ambito del trasporto
internazionale sa chi esse siano; non abbiamo idea di chi ci sia
dietro di loro ed il trasportatore deve considerare se possa fidarsi
di queste società”.
Secondo l'ASMAP, il costo di una spedizione stradale dal porto
finlandese di Kotka a Mosca, una delle più trafficate tratte
di trasporto stradale internazionale nel paese e fuori dal paese,
assoggettata ad una garanzia russa potrebbe essere maggiore di otto
volte rispetto all'attuale sistema TIR.
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