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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 30 NOVEMBRE 2013
TRASPORTO INTERMODALE
GLI OPERATORI PORTUALI RIVOLGONO LO SGUARDO ALL'ENTROTERRA
PER ATTIRARE NUOVI CLIENTI E FLUSSI DI TRAFFICO
Gli operatori portuali globali stanno iniziando a rivolgersi
all'entroterra per offrire i propri servizi a nuove tipologie di
clienti e reperire flussi di carichi finora non considerati,
realizzando un'espansione di attività ben al di là dei
varchi dei terminal container.
Questo processo in parte si è messo in movimento quando
le linee di navigazione containerizzate hanno iniziato la propria
precipitosa discesa verso perdite dolorose.
Poiché esse hanno cercato di ridurre i costi, fra le
prime attività a cadere sotto la scure sono state le
operazioni terrestri quali l'autotrasporto ed i servizi intermodali.
Il gruppo AP Møller Maersk ha guidato questa tendenza,
trasferendo le proprie attività dell'entroterra dalla Maersk
Line alla APM Terminals.
L'assorbimento di queste attività e poi lo sviluppo di
una strategia a loro attinente all'interno della loro nuova sede ha
richiesto ai dirigenti della APMT un certo numero di mesi, ma ora
sono stati in gran parte completati.
Secondo un recente comunicato stampa in cui annunciava i propri
risultati relativi al terzo trimestre, la APMT adesso fa riferimento
a se stessa come ad un “operatore di servizi internazionali
portuali e terrestri con sede nei Paesi Bassi”.
In un'intervista concessa poco tempo dopo alla rivista The
Loadstar, il responsabile esecutivo della APMT Kim Fejfer ha
dichiarato che l'aggiunta di servizi terrestri alla varietà
delle proprie attività aziendali ha consentito all'operatore
di mirare a nuovi tipi di clienti e ha citato l'apertura di un nuovo
deposito terrestre per contenitori nei pressi di Mombasa all'inizio
di quest'anno quale primo esempio.
“Il nostro portafoglio, di conseguenza, è in corso
di riorganizzazione: dal punto di vista della strategia non stiamo
puntando solo alle linee di navigazione, ma guardiamo anche
all'entroterra per vedere in che modo possiamo servire gli
importatori ed esportatori locali, settore in cui ci sono un sacco
di opportunità.
Nei mercati maturi, la maggiore percentuale dei nostri introiti
deriva dalle linee di navigazione, mentre nei mercati emergenti una
percentuale molto maggiore deriva dai proprietari dei carichi”
dichiara Fejfer.
Ciò significa che in alcuni casi la società,
tradizionalmente fornitrice di infrastrutture, ha iniziato a far
viaggiare mezzi di trasporto propri.
“Noi, peraltro, lo facciamo solo nei casi in cui ha senso”
aggiunge Fejfer.
“Possediamo alcune imprese di autotrasporto, ma gestiamo
anche depositi, porti secchi ed officine di riparazione dei
container: si tratta di una strategia che davvero dipende del tutto
da che cosa occorre al mercato locale”.
Nel contesto di uno sviluppo assai paragonabile, la DP World
recentemente ha siglato due contratti di consulenza con il governo
del Kazakhistan al fine di fornire consigli sulla gestione in
relazione allo sviluppo della Zona Economica Speciale ed il Deposito
Terrestre di Contenitori a Khorgos.
La DP World assicurerà altresì servizi simili ai
sensi di un distinto contratto presso il porto di Aktau, il
principale terminal merci e rinfuse del Kazakhistan sul Mar Caspio.
Una portavoce della DP World, per quanto abbia sostenuto che
l'accordo preveda per l'operatore con sede a Dubai un ruolo
puramente consultivo, ha peraltro ammesso che esso metterebbe la
società in una posizione di preminenza se il Kazakhistan
dovesse decidere di assegnare a terzi le concessioni relative alle
infrastrutture.
Nel frattempo, gli accordi aiuteranno i piani del Kazakhistan
finalizzati a trasformare le proprie infrastrutture
trasportistico-logistiche ed a sviluppare la sua posizione
strategica nell'ambito del ponte ferroviario terrestre della Nuova
Via della Seta fra gli hub manifatturieri della Cina ed i mercati
dei consumatori in Asia centrale ed in Europa.
La Zona Economica Speciale di Khorgos, situata alla frontiera
con la Cina, punta a diventare il principale hub produttivo e
logistico del Kazakhistan, mentre ad Aktau la DP World fornirà
la propria consulenza sullo sviluppo del porto in uno snodo quale
porta d'accesso per i carichi del Mar Caspio.
Per alcuni operatori, naturalmente, lo sviluppo di collegamenti
interni da un po' di tempo rappresenta una caratteristica-chiave
della loro offerta di prodotto.
Nella prima decade di novembre la HHLA, principale terminal
operator di Amburgo, ha fatto registrare risultati complessivi
relativamente stabili presso i propri terminal, ma ha assistito ad
una clamorosa crescita dei traffici intermodali.
Quest'ultima è il risultato di anni di rafforzamento dei
suoi collegamenti ferroviari con un mucchio di destinazioni europee,
tanto che i volumi intermodali del terzo trimestre sono aumentati
del 20% da un anno all'altro, mentre i volumi relativi ai primi nove
mesi dell'anno sono aumentati del 22% rispetto all'anno scorso;
risultato, questo, che secondo la Drewry Maritime Equity Research è
stato principalmente la conseguenza dei nuovi collegamenti
inaugurati.
“I volumi intermodali e le entrate per TEU hanno
persistito nel miglioramento sequenziale che perseguiamo sin
dall'inizio dell'anno” scrive la Drewry in una nota.
Aggiunge poi: “Tuttavia, per il segmento vi sono pressioni
sui margini, dal momento che esso ha intrapreso una fase di
ristrutturazione e di espansione della rete.
Il margine dei risultato ante oneri finanziari del segmento in
questione nel terzo trimestre del 2013 si è attestato al 9%,
rispetto al 10,4% del terzo trimestre del 2012.
Sarà interessante vedere come i margini evolveranno nei
trimestri a venire”.
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