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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 30 NOVEMBRE 2013
STUDI E RICERCHE
I GRANDI VETTORI ACQUISISCONO QUOTE DI MERCATO
L'analisi degli ultimi risultati finanziari dei vettori
marittimi mostra significativi cambiamenti delle quote di mercato
dei carichi, ma non è chiaro quanto di ciò sia dovuto
alla differenziazione dei servizi.
I risultati finanziari del terzo trimestre dei vettori finora
rivelano che i più grandi stanno crescendo più
rapidamente dei piccoli.
La crescita dei carichi da un anno all'altro del 9,5% nel terzo
trimestre del 2013 della Maersk è stata di oltre il doppio
rispetto alla media globale del 4,2%; i carichi della Hapag-Lloyd
sono aumentati dell'8,7%; la Cosco è salita al 7,8%; infine,
i carichi della Hanjin sono cresciuti del 5,8%.
All'estremo opposto, i carichi della K Line sono calati del
6,3%, quelli della APL sono diminuiti del 5,4% e quelli della OOCL
si sono ridotti dello 0,9%.
La MOL e la NYK, i cui volumi includono solo le poderose
direttrici di traffico Asia/Europa ed Asia/Nordamerica, hanno
assistito ad incrementi di appena il 2,3% e 1,2% rispettivamente.
La crescita dei carichi della CMA CGM, che è stata
annunciata dopo la pubblicazione di questi dati, è aumentata
ad una quota da predominio del mercato pari all'11%.
È difficile valutare quanto di ciò sia dovuto alla
differenziazione dei servizi, come il miglioramento
dell'affidabilità degli orari.
Il taglio dei prezzi può avere svolto un suo ruolo nella
partita in questione, nel senso che quelli che acquisiscono quote di
mercato solitamente lo fanno iniziando con ridurre le tariffe di
nolo, ma nel caso di specie ciò non è così
ovvio, dato che tutti quanti hanno sofferto allo stesso modo: Maersk
(-12.2%), CMA CGM (-11.8%), Hapag-Lloyd (-10.4%), OOCL (-9.4%), MOL
(-9.9%), K Line (-9.6%) ed APL (-8.8%).
Il massimo calo del tasso di crescita, pari a -13,1%, relativo
alla CSAV riguarda solo luglio ed agosto e potrebbe essere stato
falsato dal fatto che comprende un'elevata concentrazione di carichi
nord-sud.
Anche i volumi dei carichi e le tariffe medie di nolo possono
subire contraccolpi a causa delle modifiche alla composizione dei
carichi nella direttrice di traffico.
Ad esempio, le quote della OOCL nelle poderose direttrici di
traffico del Transpacifico e dell'Asia/Europa, in cui le tariffe di
nolo si sono comportate in maniera diversa, cambiando dal 23% e dal
15,4% rispettivamente al 24% ed al 17,8%, mentre quelle della APL
sono cambiate dal 30% e dal 15% al 29% ed al 16%.
Quelli con la maggiore esposizione nella direttrice di traffico
Asia/Europa avranno subito di più e viceversa.
Detto ciò, neanche molti traffici nord-sud sono stati un
letto di rose.
Pure i confronti fra il terzo trimestre del 2013 ed il terzo
trimestre del 2012 debbono essere considerati con cautela, dato che
il terzo trimestre dell'anno scorso è stato un periodo
alquanto insolito a causa dell'assenza di qualsiasi alta stagione
nelle direttrici di traffico est-ovest.
Ad esempio, potrebbe essere che quest'anno la lotta abbia
riguardato le quote di mercato perdute, piuttosto che l'acquisizione
di ulteriori quote di mercato.
Al fine di contribuire a chiarire questa situazione, se si
confrontano i primi nove mesi di quest'anno con lo stesso periodo
del 2012, sebbene il quadro sia più attenuato, il messaggio
resta tuttavia simile, con i grandi vettori che diventano più
grandi a spese delle linee di navigazione più piccole.
A titolo di esempio, l'incremento dei volumi della Maersk del
3,1% è stato di poco maggiore del 35% rispetto alla media
“globale” del 2,3% invece che 2,3 volte maggiore.
D'altro lato, la crescita della Cosco è stata di un molto
più alto 8,4%, mentre quella della Hanjin è rimasta su
un elevato 6,9%.
I carichi della CMA CGM sono cresciuti del 7%.
Il prezzo pagato per questo è consistito nel fatto che le
tariffe di nolo medie della Maersk sono diminuite del 7,5%, quelle
della Hapag-Lloyd lo sono del 4,3%, quelle della OOCL del 4,8%,
quelle della APL del 7,3% e quelle della K Line del 9,4%.
Ciò implica che i pezzi grossi sono andati dietro alle
quote di mercato, piuttosto che all'istinto di conservazione, anche
se questo potrebbe aver significato una ulteriore destabilizzazione
del mercato delle tariffe di nolo, il che è curioso data la
natura rischiosa di qualcuna delle loro finanze.
La Cosco e la Hanjin, ad esempio, restano in gravi difficoltà
finanziarie, dato che la Cosco ha dovuto ancora vendere beni per
evitare l'annullamento della quotazione presso la Borsa di Shanghai,
mentre la Hanjin ha dovuto prendere in prestito denaro per pagare i
propri conti.
Se la quota di mercato fosse stata in effetti l'obiettivo, ciò
metterebbe in dubbio qualche perplessità espressa dalle linee
di navigazione maggiori in relazione alla recente instabilità
delle tariffe di nolo.
Ad esempio, si dice che il presidente del consiglio di
amministrazione della Hapag-Lloyd si sia così lamentato: “Il
comportamento irrazionale del settore, che ancora una volta ha
indotto il drastico calo delle tariffe di nolo ad ottobre, è
del tutto incomprensibile”.
Le linee di navigazione minori che vengono buttate fuori dalle
quote di mercato - per qualsiasi ragione - naturalmente vedono le
cose in modo molto diverso.
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