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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 15 GENNAIO 2016
STUDI E RICERCHE
I VETTORI DOVRANNO TENERE INATTIVA PIÙ CAPACITÀ
RISPETTO AL 2009 AFFINCHÉ LE TARIFFE SI RIPRENDANO
Secondo la danese SeaIntel Maritime Analysis, le compagnie di
navigazione containerizzate dovranno tenere inattive le navi ad un
ritmo più consistente rispetto al 2009 e la maggior parte di
tale capacità dovrà rimanere inattiva al fine di
assicurare una ripresa più stabile delle tariffe di nolo.
La SeaIntel afferma che l'attuale livello delle tariffe dei nove
traffici marittimi a lungo raggio presi in considerazione dallo SCFI
(Shanghai Containerised Freight Index) della Borsa Marittima di
Shanghai è al di sotto di quello visto nel corso della crisi
finanziaria del 2009 fatta eccezione per le tariffe relative al
transpacifico.
Secondo l'ultimo Sunday Spotlight della SeaIntel, quando le
tariffe di nolo avevano toccato il fondo nel 2009 i vettori avevano
cercato di tenere inattive le navi nell'ordine del 10-15% del
tonnellaggio globale.
Di conseguenza, le tariffe si impennarono nel 2010 e nell'annata
in questione si videro le più alte tariffe di nolo registrate
per otto dei nove traffici marittimi a lungo raggio considerati
nello SCFI.
Quell'anno si assistette inoltre al maggiore incremento da un
anno all'altro dei livelli medi dei noli finora registrati.
Lo SCFI segue le tracce delle tariffe a pronti dei contenitori
marittimi da Shanghai a 15 importanti destinazioni nel mondo.
I dati campione per i calcoli dello SCFI vengono raccolti presso
un gruppo di 41 compagnie di navigazione di linea e case di
spedizione.
Un imponente eccesso di capacità, una più debole
domanda di traffici e le basse tariffe di nolo hanno afflitto il
settore del trasporto marittimo containerizzato mondiale.
Le linee di navigazione sono ricorse all'annullamento di
partenze ed a misure di riduzione dei costi allo scopo di far fronte
alla regressione.
L'inattività delle navi, tuttavia, potrebbe ancora
dilagare sino ai livelli del 2009.
Gli ultimi dati di Lloyd's List Intelligence mostrano che
la flotta containerizzata inattiva si attesta a 303 navi, ovvero il
5,9% della flotta complessiva, che rappresenta il 3,8% - ovvero
746.014 TEU - della capacità containerizzata totale.
"Data la consegna di 1,7 milioni di TEU nel 2015 e la
crescita della domanda globale nell'ordine dello 0%, è chiaro
che al fine di conseguire una ripresa sarebbe necessaria una più
consistente inattività del tonnellaggio" afferma la
SeaIntel.
"Per assistere ad una ripresa delle tariffe nel 2016, essa
dovrebbe essere indotta da una più consistente inattività
della capacità dopo il Nuovo Anno cinese" aggiunge la
SeaIntel.
Il Nuovo Anno Lunare cinese inizia l'8 febbraio.
Se i vettori dovessero mettere in scena una ripresa tariffaria
simile a quella del 2010 mediante il fermo di sufficiente capacità,
ciò significherebbe ricavi combinati aggiuntivi pari a 13
miliardi di dollari USA per quest'anno, afferma la SeaIntel,
sottolineando come le previsioni di conseguimento di ricavi siano
state fondate sulle stime dei volumi della britannica Container
Trade Statistics.
La SeaIntel sostiene che, anche se le tariffe a pronti riferite
dalla Borsa Marittima di Shanghai e le tariffe contrattuali incluse
negli indici di nolo pubblicate dalla CTS sono correlate, queste
ultime mostrano solamente il 50% circa della instabilità
delle prime.
Quindi, il conseguimento potenziale dei ricavi è stato
ricavato partendo dal presupposto che il 50% degli incrementi delle
tariffe a pronti si applicheranno mediamente ad ogni TEU spedito in
ciascuno dei nove traffici marittimi a lungo raggio.
La SeaIntel, tuttavia, ha sottolineato come il problema dei
vettori nel 2009 sia stato indotto dalla domanda mentre l'attuale
regressione sia stata causata in primo luogo dall'offerta.
"Questo significa che al fine di conseguire una ripresa più
sostenuta, gran parte della flotta dovrebbe rimanere inattiva:
qualcosa che i vettori non riuscirono a gestire nel 2010".
Secondo Alphaliner, la flotta di navi portacontainer inattiva si
è attestata a 306 navi che rappresentavano 1,33 milioni di
TEU alla data del 14 dicembre, in ribasso di 70.000 TEU rispetto a
quindici giorni prima.
Ciò costituisce il primo decremento della flotta inattiva
da luglio.
Alphaliner afferma che sono stati il recente aumento del numero
di navi vendute per essere demolite e le riparazioni generali di
numerose grandi navi, e non l'incremento della domanda, a comportare
le minori cifre di capacità inattiva.
La Drewry Maritime Research ha sostenuto a dicembre che le
dimensioni della flotta inattiva si sono gonfiate del 52% sino a
900.000 TEU a novembre 2015 rispetto al mese precedente.
Le navi inattive hanno rappresentato il 4,6% della flotta
mondiale a novembre.
La Drewry afferma che la flotta inattiva ha raggiunto il culmine
nel 2009 quando qualcosa come 1,4 milioni di TEU di capacità
navale, che allora rappresentavano l'11% della flotta mondiale, sono
stati messi in disarmo.
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