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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 15 FEBBRAIO 2016
PORTI
LIVORNO AVVIA LA GARA PER IL NUOVO TERMINAL CONTAINER MENTRE
LA CONTSHIP ITALIA DIMOSTRA CHE IL PROPRIO CONCETTO DI PORTA
D'ACCESSO FUNZIONA
Mentre il porto italiano di Livorno il 26 gennaio ha formalmente
invitato i partecipanti alla gara a formulare offerte per la
costruzione e l'esercizio delle operazioni del suo nuovo terminal
container, il principale operatore terminalistico del paese, la
Contship Italia, ha pubblicato i propri risultati annuali i quali
dimostrano che la sua strategia consistente nell'offrire le proprie
infrastrutture principalmente come porte d'accesso all'Europa sta
iniziando a dare i suoi frutti.
L'operatore, che fa altresì parte del consorzio che
effettua operazioni in uno dei terminal del Tanger Med in Marocco,
ha riferito risultati produttivi dell'intero gruppo nel 2015 pari a
6,3 milioni di TEU, con un calo del 4,5% rispetto ai 6,6 milioni di
TEU che movimentava nel 2014.
Ciò è stato in gran parte dovuto ad una riduzione
dei volumi di trasbordo presso la sua infrastruttura hub di Gioia
Tauro.
"Lo MCT (Medcenter Container Terminal) di Gioia Tauro e
l'Eurogate di Tangeri hanno assistito ad un leggero calo dei volumi,
in generale coerenza con la tendenza del mercato di trasbordo nel
Mediterraneo" afferma la società in una dichiarazione,
aggiungendo che la riduzione del 14,2% dei risultati di Gioia Tauro
- dai 2,97 milioni di TEU nel 2014 a 2,54 milioni di TEU - è
stata "per lo più dovuta agli adeguamenti nell'ambito
della rete da parte delle linee di navigazione negli hub
mediterranei".
Tuttavia, i suoi terminal porte d'accesso al servizio dei
caricatori in Italia ed in Europa centro-meridionale hanno tutti
quanti assistito ad una crescita.
In particolare, la sua infrastruttura ammiraglia della Spezia
sembra avere tratto vantaggio sia dal proprio progetto di espansione
che dall'ampliamento del suo hub intermodale di capacità pari
a 300.000 TEU situato a Melzo, nei pressi di Milano, che consente
alla Contship di offrire alle linee di navigazione ed ai proprietari
dei carichi un servizio combinato terminalistico-intermodale.
Secondo i dati dell'ultimo Container Trades Statistics,
le importazioni italiane dall'Asia, una fonte di approvvigionamento
di contenitori fondamentale per gli scali porte d'accesso italiani,
sono diminuite da un anno all'altro del 5,7% nel terzo trimestre
dell'ultimo anno, successivamente a declini simili nei due trimestri
precedenti.
Cecilia Eckelmann-Battistello, presidente del gruppo Contship
Italia, afferma: "Gli investimenti riguardano terminal sia
marittimi che terrestri ed assicurano servizi completamente
integrati da porto a porta per la filiera distributiva globale.
Poiché la base clientelare del gruppo si estende
all'intera filiera distributiva in Italia, in Europa meridionale ed
oltre, le soluzioni di porta d'accesso alternativa della Contship
procedono a ritmo sempre più alto, fornendo alle linee di
navigazione, agli spedizionieri di merci ed ai proprietari della
merce l'opportunità di riconsiderare le proprie opzioni in
termini di trasporto più veloce, efficiente ed
eco-compatibile.
L'Italia è cambiata e continuerà a cambiare.
La Contship continuerà ad indirizzare quel cambiamento
nel settore della filiera distributiva" aggiunge la presidente.
La società si aspetta di effettuare ulteriori
investimenti sia a Melzo che nel proprio operatore intermodale
in-house "transalpino" Hannibal e probabilmente ce ne sarà
bisogno, perché in Italia nel giro dei prossimi due anni
arriverà altra concorrenza portuale.
I piani di Livorno comprendono un terminal da 72 ettari, con più
di 1 km di banchina, dal costo di oltre 800 milioni di euro.
Ci si aspetta che qualcosa come 500 milioni di euro vengano
coperti dal governo italiano, dalla Regione Toscana e dall'autorità
portuale, mentre il resto sarà sborsato da operatori privati.
Originariamente era stato programmato di indire la gara
d'appalto lo scorso autunno, ma poi era stata rinviata a causa di
problematiche in ordine alla profondità lungo le banchine, ha
spiegato il presidente dell'autorità portuale Giuliano
Gallanti.
"La Regione Toscana ha richiesto un pescaggio sino a 20
metri lungo le nuove banchine al fine di accogliere le navi
portacontainer di grandissime dimensioni dell'ultima generazione.
Tuttavia, ciò avrebbe comportato una notevole revisione
del progetto che prevede profondità sino a 16 metri.
Abbiamo trovato una soluzione: i moli poggeranno su una
profondità di 20 metri di modo che l'operatore che vincerà
la gara d'appalto potrà decidere sino a quale profondità
dragare il fondale.
Inutile dire che ciò basterebbe ad accogliere navi da
14.000-16.000 TEU".
Come La Spezia, il terminal sarà anche direttamente
collegato alle linee ferroviarie dirette a nord.
"Collegando direttamente la nuova infrastruttura alla rete
ferroviaria, il complesso offrirà ad importatori ed
esportatori una tratta ferroviaria completa alla volta dei centri di
deposito e produzione in Italia ed oltre" aggiunge Gallanti.
Il porto attualmente ha un pescaggio di 13 metri ed i critici
sostengono che anche il dragaggio sino ai 15 metri di profondità
occorrenti per movimentare le navi più grandi presenterebbe
difficoltà in termini di conseguimento dei permessi
ambientali.
Nel frattempo, stanno continuando anche i lavori presso la nuova
infrastruttura della APM Terminals di Vado Ligure, che dovrebbe
aprire nel 2018.
A novembre la APMT ha siglato un protocollo d'intesa con il
porto di Qingdao che secondo le attese dovrebbe indurre il gruppo
cinese ad investire nell'infrastruttura in questione.
Il porto ha assistito al conferimento di qualcosa come 450
milioni di euro di finanziamenti pubblici e privati ai fini del suo
sviluppo con un'offerta iniziale di 800.000 TEU di capacità.
Lo scorso anno la APMT ha inoltre acquisito il terminal reefer
convenzionale appartenenti a privati del porto.
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