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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 15 LUGLIO 2016
PORTI
THAMES VISION OSCURATA DALLE INCERTEZZE DERIVANTI DALLA
BREXIT
La prospettiva del ritiro della Gran Bretagna dall'Unione
Europea ha tolto un po' di smalto ai piani finalizzati a rinvigorire
l'attività sul fiume Tamigi dove sono situati due dei
principali terminal container del Regno Unito, unitamente a numerose
altre strutture per la movimentazione dei carichi.
La PLA (Port of London Authority), che è responsabile
dell'estuario del Tamigi dal Mare del Nord alla chiusa di Teddington
nella Londra occidentale, ha varato i propri obiettivi della Thames
Vision il 4 luglio scorso, poco più di una settimana dopo che
il Regno Unito aveva votato a favore dell'abbandono dell'Unione
Europea.
I piani, che sono stati sviluppati per 18 mesi, stabiliscono
come la PLA speri di sviluppare un'ampia gamma di attività
commerciali e per il tempo libero nel giro dei prossimi 20 anni, dal
trasporto di merci e passeggeri allo sport ed alle attività
ricreative, unitamente ad interessi di eredità culturali.
Sia il London Gateway della DP World che il London Container
Terminal della Forth Ports a Tilbury sono situati sulle rive del
Tamigi, così come diverse altre strutture minori per la
movimentazione di contenitori e ci si aspetta che Londra quest'anno
sia presente nella classifica annuale dei primi 100 porti
containerizzati di Lloyd's List.
Come ha dichiarato Val Shawcross, vice sindaco di Londra con
delega ai trasporti ai partecipanti alla cerimonia di lancio della
Thames Vision, una delle intenzioni è quella della riapertura
dei moli lungo il Tamigi che sarebbero in grado di movimentare merci
compresi i container.
Questo messaggio è stato condiviso da Robin Mortimer,
amministratore delegato della PLA, il quale ha detto che l'obiettivo
è quello di raddoppiare i
volumi delle merci dell'hinterland movimentate sul Tamigi sino a
più di 4 milioni di tonnellate "e di riportare
nuovamente i container a monte".
La PLA ha dichiarato di mirare ad aggiungere almeno cinque nuove
strutture per la movimentazione de carichi entro il 2025.
Il Porto di Londra attualmente movimenta sino a 45 milioni di
tonnellate di merci all'anno, comprese grandi quantità di
aggregati ed altri materiali destinati al fiorente settore edile
della capitale, oltre ai rifiuti ed agli scarti che devono essere
spediti dalla città alla volta dei siti di riciclaggio.
Ci sono numerose strutture specializzate lungo il fiume che
movimentano molti diversi tipi di carichi, dal petrolio ai cereali,
allo zucchero ed alle parti di auto, mentre Tilbury movimenta le
navi da crociera.
Tuttavia, il voto a favore dell'abbandono dell'Unione Europea
solleva tutta una serie di incertezze rispetto alle prospettive di
Londra e anche se la maggior parte dei soggetti interessati alla
Thames Vision ancora si aspetta che i traffici continuino a
crescere, il direttore generale della Camera di Commercio ed
Industria di Londra Colin Stanbridge ha fatto risuonare una parola
di deciso avvertimento.
Quelli che ora vorrebbero che il Regno Unito sviluppasse nuove
relazioni commerciali con i paesi al di fuori dell'Unione Europea lo
troveranno "incredibilmente difficile" ha detto
Stanbridge.
Le sue esperienze in importanti missioni commerciali in Asia o
Sud America, ad esempio, hanno dimostrato che le imprese minori, in
particolare, preferirebbero fare affari più vicino a casa, in
Europa.
E questa è una cosa che i politici non capiscono, ha
detto in occasione del varo della Thames Vision.
La preferenza per il commercio con altri paesi europei è
particolarmente rilevante per le strutture del Tamigi che
movimentano grandi quantitativi di traffici marittimi a corto
raggio.
Quei terminal fanno altresì affidamento sulla libera
movimentazione delle merci per far sì che i carichi non
vengano assoggettati a ritardi in porto da parte delle dogane ma che
vengano avviati alla destinazione finale molto presto dopo essere
stati scaricati dalla nave.
Peraltro, anche la libera circolazione del lavoro è
essenziale per Londra, afferma Stanbridge.
Londra "non deve tirare su il ponte levatoio" ha
avvisato.
La capitale "vuole lavoratori immigrati… e senza di
loro potrebbe subire una battuta d'arresto".
I leader del settore marittimo stanno già cominciando ad
avvertire contro i rischi della cessazione della libera
movimentazioni delle persone in un settore come questo che ha
bisogno costantemente di ruotare i dipendenti.
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