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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 31 AGOSTO 2016
LOGISTICA
LA FILIERA DISTRIBUTIVA SI COLLEGA AD INTERNET DELLE COSE
Il potenziale per la tecnologia di Internet delle Cose nella
gestione della filiera distributiva potrebbe essere imponente,
afferma Haley Garner, responsabile delle ricerche alla eft
(abbreviazione di Eye For Transport).
La eft, la cui sede è nel Regno Unito, fornisce soluzioni
logistiche e di filiera distributiva alle imprese che trovano sempre
maggiori difficoltà a gestire i propri fornitori e materiali
attraverso le frontiere.
La eft ha appena pubblicato una nuova ricerca sul ruolo che
Internet delle Cose attualmente svolge in tale contesto.
I decisori della filiera distributiva in tutta la logistica e
presso le imprese produttive hanno offerto le proprie opinioni
riguardo a come Internet delle Cose stia modellando il futuro dei
loro settori.
Al momento, constata la eft, il 41% dei responsabili della
gestione della filiera distributiva ha già messo in atto
qualche forma di soluzione di Internet delle Cose, mentre un altro
23% ha detto di avere in programma l'uso di una tecnologia relativa
ad Internet delle Cose in qualche momento del futuro.
Inoltre, un'ampia maggioranza (l'87%) ha dichiarato di avere in
programma l'espansione dell'uso di Internet delle Cose.
I ricercatori hanno puntualizzato dove questi soggetti
vorrebbero che le loro soluzioni di Internet delle Cose apportassero
trasparenza ed efficienza alle loro operazioni.
Soprattutto, la loro domanda primaria riguarda la capacità
di seguire la localizzazione dei materiali nella filiera
distributiva.
Ma anche la sicurezza e la prevenzione dei furti di quei
materiali, la temperatura alla quale quei materiali vengono
immagazzinati nel corso del trasporto e la velocità alla
quale quei materiali viaggiano sono in cima alla loro lista.
Garner, peraltro, ha detto a PYMNTS.com che il potenziale
dell'Internet delle Cose nella filiera distributiva potrebbe andare
molto oltre.
Ad esempio, attenuando il rischio per il fornitore.
"Fondamentalmente, l'Internet delle Cose consente alle
attività di raccogliere un numero di dati esterni ed interni
notevolmente maggiore e di integrarli nelle loro analitiche di
valutazione del rischio" ha spiegato.
"Le imprese che dispongono di efficaci strategie per la
mitigazione del rischio generalmente incorporano più flussi
di dati nei propri piani inerenti ai rischi, consentendo loro di
prendere decisioni calcolate in modo efficace".
Potrebbe trattarsi di una cosa enorme, considerato che lo U.S.
National Counterintelligence and Security Center ha appena
rilanciato il proprio impegno ad incrementare la condivisione di
dati con le imprese con il proposito di proteggere le filiere
distributive e di attenuare il rischio per il fornitore.
La eft ha inoltre identificato altri metodi di misura, come il
livello di umidità, le scosse e le vibrazioni, la pressione
sui materiali ed altre serie di informazioni che, senza la
tecnologia di Internet delle Cose, potrebbero essere considerati
piccolissimi punti di dati inaccessibili al gestore della filiera
distributiva o della logistica.
La capacità di capire quanti materiali leggeri sono
esposti o come si stanno muovendo nel tragitto potrebbe sembrare
irrilevante, ma Garner ha spiegato che tutti questi particolari
hanno un impatto sulle contabilità di queste ditte.
Per dirne una, afferma Garner, i dati di Internet delle Cose
assicurano un vantaggio in termini di concorrenza.
"Le attività che agiscono in questi spazi sono
sempre più consapevoli del fatto che avere più dati e
le corrette analitiche può essere un serio vantaggio
competitivo" sostiene Garner.
"L'Internet delle Cose fornisce alle imprese che adottano
la tecnologia in questione un numero notevolmente maggiore di dati
che possono essere utilizzato ai fini di previsioni, attenuazione
del rischio, pronostici ed efficienze più precisi".
La ricerca pubblicata l'anno scorso da DHL e Cisco ha previsto
che le filiere della distribuzione collegate ad Internet delle Cose
potrebbero comportare profitti per 1.900 miliardi di dollari USA a
causa dei costi inferiori e dell'aumento dei ricavi per le imprese
che impiegano tale tecnologia.
Ha poi aggiunto che anche l'automazione è un fattore
fondamentale affinché le ditte della filiera distributiva
restino competitive nel mercato odierno, dalla produzione al
magazzinaggio.
"C'è un certo numero di tecnologie sotto l'egida di
Internet delle Cose che consentono alle macchine di funzionare
autonomamente, cosa che ha un enorme potenziale per rendere più
rapida, efficiente ed agile la filiera distributiva" afferma
Garner.
Ma Internet delle Cose è alquanto lontana dall'aver
raggiunto il proprio pieno potenziale tanto da poter impattare sullo
spazio della filiera distributiva, aggiunge Garner.
Ad esempio, quando si tratta di attenuare il rischio del
fornitore, l'Internet delle Cose può arrivare solo fino ad un
certo punto, perché la tecnologia non è stata ancora
implementata presso tutti i punti all'interno della filiera
distributiva.
Le metriche di misurazione, come la temperatura e la
movimentazione, afferma, "sono solo il potenziale iniziale
della tecnologia, con l'autonomia a svolgere un enorme ruolo nello
spazio in futuro".
Le analisi condotte dalla eft hanno constatato che le imprese
vorrebbero incrementare il proprio uso della tecnologia di Internet
delle Cose in nuove aree.
Il perfezionamento del servizio alla clientela mediante migliori
informazioni è stato indicato come la domanda di punta delle
imprese che programmano di potenziare le tecnologie relative ad
Internet delle Cose nella gestione della propria filiera
distributiva, seguita dal conseguimento di una maggiore visibilità
rispetto alle variabili aggiuntive della filiera distributiva.
Anche la sicurezza personale e la conformità alla
normativa sono state classificate in alto nella loro lista delle
ragioni più importanti per cui ad essi piacerebbe dare
impulso agli investimenti in Internet delle Cose della filiera
distributiva.
E queste ditte inoltre sanno già dove questi investimenti
andranno a ricadere.
La maggior parte di loro ha dichiarato di essere intenzionata ad
incrementare i propri sensori di Internet delle Cose e le tecnologie
di monitoraggio, seguite dal tracking via GPS o satellitare e dalla
tecnologia RFID (che utilizza le onde radio per catturare i dati
relativi ad un oggetto cui è stata applicata una targhetta
RFID).
Questi dati sono promettenti, ma Garner ha detto che ci sono
alcune difficoltà per le attività che effettivamente
perseguono gli obiettivi che si sono prefissate.
"Penso che ci siano molte attività che non capiscono
il potere dell'Internet delle Cose" dichiara Garner.
Ha poi sottolineato la riluttanza ad impiegare risorse per usare
la tecnologia relativa ad Internet delle Cose.
Ad esempio, molte attività non desiderano investire in
tecnologia RFID perché è più costosa dei codici
a barre.
Ma può esserci un'altra ragione per cui l'adozione di
Internet delle Cose è stata lenta nella filiera della
distribuzione.
"Non credo che gli organismi di Internet delle Cose abbiano
fatto un bel lavoro con la strutturazione del valore nella
tecnologia, specialmente per i decisori non tecnici nelle attività"
sostiene Garner.
"Poiché l'Internet delle Cose richiede una solida
programmazione strategica al fine di assicurare una redditività
del capitale investito, le imprese che sono alle prese con le
strategie inerenti ai dati - e nel settore ce ne sono tante - non si
dimostrano entusiaste di aggiungere altri dati ancora a quelli
esistenti".
Le sofferenze comportate dall'investimento in tecnologia e la
minaccia di dati soverchianti potrebbero non essere troppo
allettanti per le imprese della filiera distributiva.
Ma la tecnologia di Internet delle Cose sta avanzando a gran
ritmo, afferma Garner, e alla fine produrrà risultati.
"È stato un lungo processo ma in misura sempre
maggiore le attività di filiera distributiva e logistica
stanno assumendo esperti e sviluppatori di dati, spendono denaro in
innovazione e tecnologia ed inseriscono dati nelle strategie
imprenditoriali" sostiene.
"Man mano che coloro che l'hanno adottata dimostreranno di
avere ricavato reddito dagli investimenti in Internet delle Cose e
che le imprese della filiera distributiva e della logistica
diventeranno più avanzate dal punto di vista tecnologico, la
sua adozione si incrementerà"-
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