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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 31 AGOSTO 2016
STUDI E RICERCHE
MIGLIORANO LE PROSPETTIVE PER IL SETTORE DEI CONTAINER
Secondo la nuova analisi di mercato della Clarksons Research, un
crescente livello di demolizioni di portacontainer ed una leggera
crescita dei traffici globali hanno contribuito quest'anno a
spingere più verso l'equilibrio l'equazione tra offerta e
domanda.
"La crescita dei traffici containerizzati sembra finora
essere migliorata nel 2016, dopo avere rallentato sino ad un tasso
stimato di appena il 2,2% nel 2015: il ritmo di crescita più
lento dal 2009" afferma la Clarksons.
"Anche se i rischi nell'economia globale senza dubbio
permangono, si stima che i volumi containerizzati complessivi
raggiungano i 182 milioni di TEU per l'intero anno 2016,
rappresentando una crescita del 3,8%".
Ciò è stato bilanciato dal livello in crescita
delle demolizioni e dalla riduzione delle consegne, aggiunge la
Clarksons, il che significa che la crescita dell'offerta è
stata di appena l'1,1% nella prima metà dell'anno.
"Per la fine del 2016 ci si aspetta che la flotta di
portacontainer consista complessivamente di 20,2 milioni di TEU, che
rappresentano una crescita di appena il 2,4% da un anno all'altro e
sarebbe il ritmo più lento registrato, dopo un tasso
dell'8,1% nel 2015" dichiara la Clarksons.
Questo comporterebbe un'inversione della tendenza dell'anno
scorso e potrebbe far sì che quest'anno la crescita dei
traffici si lasci alle spalle l'espansione della flotta
containerizzata.
"Ciò contribuirà ad erodere un po'
dell'eccesso di capacità generato lo scorso anno, sebbene
siano necessari ulteriori cambiamenti significativi rispetto a
quell'equilibrio prima che migliorino le condizioni del mercato"
ha detto la Clarksons.
"Il mercato dei noli resta sotto una notevole pressione e,
dove si sono conseguiti dei miglioramenti, i guadagni sono stati
limitati.
Le tariffe di noleggio hanno languito ad un livello storicamente
basso finora nel 2016 ed anche se i fondamentali del lato
dell'offerta restano positivi per alcune parti del mercato,
occorrerà un sostenuto e significativo miglioramento della
crescita dei traffici containerizzati affinché le tariffe
aumentino".
La Clarksons sostiene che secondo le previsioni i traffici delle
direttrici primarie, che si sono espansi solamente dello 0,6% nel
2015, dovrebbero crescere del 3,2% sino a 53,1 milioni di TEU
quest'anno dal momento che i traffici Asia-Europa sono migliorati.
Dopo essersi contratti del 3,1% nel 2015 in conseguenza delle
sanzioni alla Russia, della lenta crescita delle economie europee e
della messa a punto del livello delle scorte, i traffici Asia-Europa
si sono ripresi nella prima metà dell'anno e ci si aspetta
che crescano del 3,9% nell'intera annata.
Nei traffici transpacifici i volumi dell'alta stagione sono
cresciuti più lentamente, ma a detta della Clarksons ci si
aspetta ancora che raggiungano i 16,1 milioni di TEU quest'anno, con
un incremento del 4%.
Nel contempo, si prevede che un dollaro USA forte rispetto alle
valute europee dia impulso altresì ai traffici di andata alla
volta degli Stati Uniti attraverso l'Atlantico, mentre ci si aspetta
che i volumi si incrementino del 3,6% per 4 milioni di TEU.
Altrove, sui traffici nelle direttrici di secondo piano, la
Clarksons si aspetta che i volumi crescano del 4% sino a 128,6
milioni di TEU ed afferma che i traffici est-ovest, in particolare
quelli fra l'Asia ed il sub-continente indiano, sarebbero fra quelli
dalla crescita più rapida.
Nei traffici nord-sud, tuttavia, il crollo dei prezzi delle
derrate lo scorso anno ha colpito il livello delle importazioni nei
paesi che le producono e tale situazione è continuata nel
2016.
"Le importazioni sia in America Latina che nell'Africa
sub-sahariana sembrano restare sotto pressione, sebbene si stimi che
le esportazioni containerizzate da queste due regioni alla volta
dell'emisfero settentrionale abbiano almeno mostrato una crescita
abbastanza stabile" dice la Clarksons.
Ci si aspetta che la ripresa della crescita in Asia comporti
un'accelerazione dei volumi interregionali del 4% quest'anno dal
momento che i traffici interasiatici dai volumi elevati si sono
ripresi nuovamente dopo i disservizi dell'anno scorso apportati
dalla turbolenza economica della Cina.
"Mentre la Cina sembra continuare la propria transizione
verso un'economia diversa e lontana dal concentrarsi sull'industria
pesante, le prospettive per i traffici containerizzati interasiatici
restano positive" afferma la Clarksons.
"Le economie asiatiche in fase di sviluppo continuano a
mantenere un potenziale di crescita e ci si aspetta che
l'assemblaggio plurilocalizzato di merci manufatte prosegua, in
particolare con gli sviluppi relativi alle differenze salariali in
tutta la regione".
Tuttavia l'analista del settore del trasporto marittimo
containerizzato Drewry il mese scorso aveva detto di ritenere che
l'aumento delle demolizioni navali quest'anno non sarà
sufficiente a portare equilibrio nei mercati containerizzati.
L'analista afferma che l'apertura del nuovo Canale di Panama, il
divario in aumento fra l'offerta e la domanda di trasporto marittimo
ed il timore della continuazione delle perdite fra gli armatori di
unità noleggiate sono stati i tre fattori "persuasivi"
che stanno dietro all'attuale impennata delle demolizioni di navi
portacontainer che adesso si prevede saranno nell'ordine di
complessivi 450.000 TEU di capacità.
Peraltro, sebbene costituiscano un passo necessario per colmare
il divario fra domanda ed offerta che ha colpito le tariffe di nolo
negli ultimi anni, "le demolizioni navali non basteranno a
riportare il settore dei container all'equilibrio a meno che gli
armatori non si astengano anche dall'ordinare molte nuove navi"
afferma la Drewry.
L'impennata delle demolizioni è iniziata nel quarto
trimestre del 2015 ed è continuata quest'anno, tanto che ora
alcune navi vengono rottamate malgrado abbiano meno di 15 anni di
età.
"Le portacontainer normalmente si deprezzano in 25 anni;
pertanto, rottamare una nave di 15 anni significa buttarne via quasi
il 40%" afferma la Drewry.
"Inoltre, l'apertura del nuovo Canale di Panama a giugno ha
creato un'eccedenza di vecchie navi Panamax da circa 4.500 TEU.
Queste dimensioni e questo modello di nave - in precedenza uno
dei cavalli di battaglia del settore delle portacontainer - sono
stati in sostanza resi superflui.
Un numero maggiore di navi Panamax saranno sicuramente
indirizzate ai cantieri navali nell'Asia meridionale, dal momento
che gli armatori o i vettori li rimpiazzeranno con più nuove
ed efficienti navi da 8.000 TEU ed oltre".
Tuttavia, anche espellendo dal mercato quest'anno 450.000 TEU di
capacità, ciò rappresenterà solo grosso modo il
2% dell'attuale flotta globale di portacontainer che conta 20
milioni di TEU.
"Questo intaccherà soltanto l'eccesso di capacità
costruita nel corso del periodo 2010-2015, nel quale si è
assistito all'aggiunta di 4,5 milioni di TEU nel settore in tutto il
mondo in un momento di rallentamento della domanda" afferma
l'analista.
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