Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
14:38 GMT+1
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 15 OTTOBRE 2016
TRASPORTO STRADALE
LA BREXIT FA LIEVITARE I PREZZI DELL'AUTOTRASPORTO
INTERNAZIONALE DEL REGNO UNITO
Secondo l'analisi effettuata dalla specialista in autotrasporto
europeo Freightex, l'indebolimento della sterlina dal momento del
voto a favore dell'abbandono dell'Unione Europea ha notevolmente
incrementato i costi del trasporto stradale internazionale del Regno
Unito per coloro che pagano in sterline.
L'amministratore delegato Tim Phillips afferma che il voto del
Regno Unito a favore della Brexit alla fine di giugno è stato
il fattore dominante dell'ultimo trimestre per quanto attiene la
determinazione dei prezzi del trasporto stradale internazionale del
Regno Unito, principalmente perché ha comportato un immediato
calo della sterlina da 1,30 a circa 1,18 euro, con una diminuzione
di oltre il 10,2%.
Sebbene sia poi seguito un breve periodo di ripresa che ha
riportato la sterlina a più di 1,20 euro, nelle ultime
settimane si è assistito ad un ulteriore indebolimento della
sterlina, dal momento che cresce la speculazione sul pieno impatto
della Brexit, e la sterlina adesso viene scambiata al di sotto di
1,15 euro.
Poiché quasi l'80% della capacità attraverso la
Manica viene assicurata da imprese con sede nel continente europeo,
si sono verificati effetti prevedibili sui prezzi, ha dichiarato
Phillips nella sua rivista trimestrale dei prezzi dell'autotrasporto
attraverso la Manica del Regno Unito, pubblicata il 7 ottobre su
Lloyd's Loading List.
"Abbiamo assistito ad un significativo movimento verso
l'alto per i clienti che pagano nel Regno Unito in relazione a tutte
le movimentazioni internazionali" ha detto.
"Il tasso delle esportazioni ha mostrato effetti
sensazionali con un incremento del 16% dalla fine di giugno, forse
esaltato dall'aumento delle attività di esportazione a causa
del tasso di cambio più basso".
Tuttavia, adesso ci sono stati segnali di livellamento, con un
lieve balzo all'indietro alla fine di settembre.
Nel contempo, l'incremento dei tassi di importazione era stato
"più in linea con i movimenti del mero tasso di cambio,
all'8% circa".
"Tuttavia, esso sta ancora salendo, cosicché
aspettiamo di vedere l'entità dell'impatto" ha aggiunto.
A suo dire, i clienti che pagano in euro sono stati ovviamente
meno colpiti dalla Brexit e dai movimenti del tasso di cambio.
I prezzi per le movimentazioni delle importazioni in entrata
erano rimasti ragionevolmente statici nel corso del periodo, ma le
direttrici di esportazione dal Regno Unito avevano assistito ad un
aumento dell'8% per i clienti che pagano in euro, "forse
riflettendo un miglioramento della domanda di esportazione nel corso
degli ultimi mesi dal momento che i prodotti del Regno Unito erano
diventati più convenienti in Europa" ha sottolineato.
In termini di prospettiva, Phillips afferma: "Le
implicazioni della Brexit sono ancora poco chiare ed è troppo
presto per prevedere come i costi del trasporto merci ne saranno
toccati a medio termine.
Quello che è chiaro è come sia probabile che ogni
proposta di aumento dei controlli alle frontiere od in dogana andrà
rapidamente ad aggiungersi ai costi".
Phillips afferma che anche una recente decisione rafforzativa
del gruppo OPEC finalizzata all'incremento dei prezzi del petrolio
greggio potrebbe comportare un impatto se ciò passasse ai
prezzi del diesel, sebbene ancora non ci sia alcuna prova di questo.
Nel corso di una notte, la sterlina ha sperimentato un "crollo
improvviso" negli scambi asiatici, calando sino a 1,10 nei
confronti dell'euro e si dice che sia crollata del 6% "nel giro
di minuti" nei confronti del dollaro USA sino a 1,18, prima di
riprendersi negli scambi europei il 7 ottobre sino a 1,11 euro e
1,24 dollari USA.
Il crollo improvviso è stato "verosimilmente
innescato dai duri commenti sui termini di uscita del Regno Unito da
parte del presidente francese François Hollande", in un
momento in cui "i volumi sarebbero stati insolitamente magri"
ha dichiarato al sito web finanziario poundsterlinglive.com Adam
Cole della RBC Capital.
Altri dannati sistemi di scambio automatizzati hanno reagito ad
un lancio di notizie.
Alcuni analisti ritengono che l'euro e la sterlina siano avviati
ad uniformarsi, tanto che si dice che la UBS preveda la quotazione
di 1,20 per gli scambi Sterlina/dollaro per la fine del 2017 e di
1,00 per gli scambi euro/sterlina.
Il cosiddetto "orso della sterlina" John Wraith,
analista della UBS, ritiene che l'attuale disavanzo delle partire
correnti del Regno Unito "sia ancora insostenibilmente grande",
quale conseguenza dell'affidamento del paese sulle importazioni
rispetto alle esportazioni unitamente al fatto che il paese è
un debitore netto del resto del mondo, come riferisce
poundsterlinglive.com.
Come riferisce Lloyd's Loading List, le preoccupazioni in
ordine alle conseguenze di una "Brexit difficile" hanno
mandato la sterlina a ruzzolare sino ad un nuovo punto basso da 31
anni in qua rispetto al dollaro il 4 ottobre, ampliando le sue
perdite del giorno precedente.
La scivolata del valore della sterlina ha fatto seguito alle
dichiarazioni del primo ministro del Regno Unito Theresa May in
occasione della conferenza annuale del Partito Conservatore, nella
quale ha posto fine a settimane di congetture e ha rivelato che
avvierà negoziati formali sulla Brexit con i leader
dell'Unione Europea prima della fine di marzo del 2017.
La suddetta tempistica significa che il Regno Unito punta ad
abbandonare l'Unione Europea entro l'estate del 2019.
La banca francese Société Générale
ha dichiarato che la conferma che il governo del Regno Unito ha in
programma di dare il via all'articolo 50 entro la fine del primo
trimestre del 2017 aveva toccato la sterlina più duramente di
quanto non ci si aspettasse.
Essa afferma che il governo del Regno Unito non stava mostrando
alcun segnale di volersi spostare dalla propria posizione "in
cui il controllo sull'immigrazione è la più difficile
delle linee di negoziato in ordine all'abbandono dell'Unione
Europea, che non saranno sacrificate o annacquate allo scopo di
conservare l'accesso al mercato unico, in particolare riguardo ai
servizi finanziari".
Gli esperti hanno avvertito che la posizione di Londra quale hub
finanziario riceverebbe un duro colpo se il Regno Unito dovesse
lasciare il "mercato unico" dell'Unione Europea.
Tuttavia, quell'accesso è subordinato all'accordo fra i
paesi per lasciare che i cittadini dell'Unione Europea vivano e
lavorino ovunque nel blocco.
Theresa May ai primi di ottobre ha dichiarato che la gente che
parla di un "compromesso" fra il controllo
dell'immigrazione e gli scambi commerciali con l'Europa guarda le
cose "in modo sbagliato".
La sua vigorosa presa di posizione nei confronti della City è
andata ad aggiungersi alle preoccupazioni degli investitori circa la
cosiddetta "difficile Brexit", aggiunge The
Independent.
Conner Campbell della SpreadEx ha dichiarato a The Independent
che la prospettiva di una "difficile Brexit" compromette
la sterlina, "data la solidità della tempistica della
Brexit di recente annuncio e la fermezza con cui la May ha
dichiarato la propria intenzione di perseguire il controllo alle
frontiere anche se ciò dovesse significare la rinuncia alla
posizione della Gran Bretagna nel mercato unico".
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore