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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 15 GENNAIO 2017
TRASPORTO MARITTIMO
IL 2017 PORTERÀ DONI AGLI ARMATORI O SI DIMOSTRERÀ
DIFFICILE COME IL 2016?
Molto probabilmente, il 2016 non sarà andato a genio alla
maggioranza degli armatori di navi, almeno quelli attivi nei
principali segmenti, dal momento che tutti quanti hanno dovuto
affrontare molteplici difficoltà per tutta una serie di
ragioni.
Le rinfuse secche hanno fatto un altro passo verso il
riequilibrio, anche se ancora ciò non è stato
conseguito, le petroliere e le navi cisterna hanno dovuto sopportare
un aumento della pressione verso il basso in conseguenza
dell'incremento dell'offerta, mentre nel segmento del trasporto
marittimo containerizzato "si è scatenato l'inferno",
con la rovina della Hanjin a reclamare il titolo di storia dell'anno
in questo settore di attività.
Le petroliere e le navi cisterna hanno dovuto affrontare
quest'anno anche il problema delle tariffe di nolo inferiori, dal
momento che le nuove costruzioni hanno iniziato ad aumentare.
Il mercato delle rinfuse secche
Per gli armatori di rinfusiere il 2016 è stato forse più
di un anno di transizione, dato che il mercato delle rinfuse secche
ha chiuso l'annata notevolmente più in alto rispetto a dove
si trovava un anno fa (961 punti rispetto a 478).
Ciò riflette la crescita del mercato nel corso degli
ultimi 12 mesi, dal momento che un imponente numero di navi obsolete
sono state vendute per essere rottamate, specialmente nel corso
della prima metà dell'anno.
Questo, unitamente al minimo livello di nuove ordinazioni
nell'anno, fa presagire bene per il futuro equilibrio del mercato,
dopo anni di regressione, principalmente in conseguenza dell'eccesso
di offerta di tonnellaggio e di una crescita della domanda più
lenta di quanto ci si aspettasse, dal momento che la Cina ha
gradualmente rallentato.
Secondo George Lazaridis della Allied Shipbroking, "può
anche darsi che il mercato dei noli stia mostrando di dirigersi
verso una fase di correzione della regressione, con un aumento della
possibilità che le tariffe possano davvero scendere
notevolmente nel corso dei prossimi 2 mesi, ma è improbabile
che questo dissuada gli acquirenti, dato che il loro spiccato
interesse non è generato dal convincimento che le tariffe di
nolo stiano per raggiungere un livello straordinariamente alto nelle
settimane finali dell'anno o nel corso dei primi mesi del 2017.
Sicuramente non c'è delusione circa la nostra situazione
e nessuno si aspetta di essere in salvo e che sia tutta una
navigazione tranquilla da qui in avanti.
Ciò che più sembra di avvertire è che per
il momento abbiamo visto il peggio e che, dato che il livello dei
noli dovrebbe alquanto incrementarsi rispetto al livello notato nel
corso degli ultimi 12 mesi, i prezzi pertanto dovrebbero iniziare a
riflettere meglio questo miglioramento.
È più probabile che gli acquirenti, come tali,
offrano di più per ciascuna nave e si sentano più
fiduciosi di offrire di più dei loro concorrenti anche se
questi dovessero innalzare i prezzi rispetto al livello che
osserviamo adesso.
Il principale ostacolo al momento attuale sembrano essere le
difficoltà da affrontare sul fronte finanziario, dato
peraltro che c'è ancora un certo numero di acquirenti "dalle
tasche profonde" che probabilmente ora agiranno in modo più
deciso al fine di assicurarsi beni patrimoniali prima che i prezzi
si incrementino troppo, non tralasciando nel contempo di riservarsi
opzioni di finanziamento in una fase successiva, cosa che in ogni
caso consentirebbe loro di trovare migliori termini di finanziamento
una volta che sia le tariffe di nolo sia il valore dei beni saranno
migliorati".
Il mercato dei contenitori
La caduta della Hanjin - e ancora prima per essere onesti - ha
innescato una importante ristrutturazione del mercato, dal momento
che un numero sempre maggiore di linee di navigazione si sta
mettendo assieme, allo scopo di sostenere la regressione al momento
in atto.
Più di 150 navi portacontainer sono state rottamate nel
corso dell'anno e nessuna compagnia di navigazione di linea ne è
stata esente.
Anche la possente Maersk è stata costretta a
ristrutturare le proprie attività al fine di ottimizzarle al
meglio e di renderle più efficienti.
Nel contempo, le "Tre Grandi" giapponesi MOL, NYK e K
Line hanno annunciato l'aggregazione delle proprie attività
containerizzate, la CMA CGM ha completato l'acquisizione della NOL e
Taiwan ha annunciato l'adozione di provvedimenti allo scopo di
offrire supporto finanziario sino a 2 miliardi di dollari USA alle
proprie compagnie di linea, cioè Evergreen, Yang Ming ed
altre, al fine di metterle in grado di sostenere le perdite per i
postumi derivanti dal crollo della Hanjin.
Con tutta probabilità, il 2017 farà segnare
ulteriori acquisizioni e fusioni.
Il mercato delle petroliere e delle navi cisterna
Il suddetto mercato dovrà forse affrontare maggiori
difficoltà nel corso del 2017, dal momento che l'OPEC ha
concordato di ridurre la produzione di approssimativamente 1,2
milioni di barili/giorno sino ad un tetto di 32,5 di barili/giorno
con effetto dal 1° gennaio per un periodo di sei mesi.
Ciò si tradurrà in meno carichi dal Medio Oriente,
che a sua volta potrà essere controbilanciato in parte dalle
rotte dell'Africa Occidentale e dai traffici atlantici, ma al
momento le cose sono alquanto confuse per poter dire con sicurezza
quali saranno le conseguenze per il mercato.
Molti analisti sembrano concordare che sarà la parte
dell'offerta dell'equazione a costringere gli armatori a rottamare
di più, dal momento che le tariffe probabilmente si
troveranno di fronte a pressioni aggiuntive, in conseguenza del
ritmo delle consegne di nuove costruzioni.
In una recente nota, la MSI (Maritime Strategies International)
ha dichiarato che, malgrado i tagli dell'OPEC che hanno avuto un
limitato negativo impatto a breve termine, esistono ragioni per
essere ottimisti in ordine alle prospettive a lungo termine.
Rispetto ad altri settori del trasporto marittimo, nell'ultimo
paio d'anni nel mercato delle petroliere e cisterne si è
assistito ad una distinta mancanza di tendenza.
I mercati si sono spostati verso l'alto rapidamente e poi
ritirati quasi alla stessa velocità.
L'instabilità e l'incertezza in ordine al mutevole
panorama del mercato petrolifero si sono riflesse ed amplificate nel
mercato dei noli delle petroliere.
"L'eccesso di offerta di capacità produttiva nel
mercato petrolifero si è rispecchiato nella eccessiva
capacità di tonnellaggio nel mercato delle petroliere.
Entrambi si stanno adesso riequilibrando e, sebbene ci si
aspetti che la crescita della flotta resti elevata nel 2017, i bassi
redditi e la ratifica della regolamentazione del trattamento delle
acque di zavorra supportano le aspettative della MSI secondo le
quali la rottamazione delle petroliere sarà drasticamente più
alta nel 2017" afferma il capo analista Tim Smith.
Smith conclude notando come "il mercato delle petroliere,
come quello del petrolio, è in una fase di compensazione,
rimuovendo l'eccesso di offerta e riequilibrandola.
Quel processo potrebbe richiedere più o meno un anno
prima che si possa tornare ad una situazione in cui si possano
realizzare guadagni sostenuti, ma noi restiamo ottimisti circa le
prospettive a lungo termine".
La normativa
In termini di regolamentazione per il trasporto marittimo
globale, il 2016 probabilmente passerà alla storia come un
"punto di svolta" per quanto attiene il "modus
operandi" del settore.
In primo luogo, la BWM (Convenzione sulla Gestione delle Acque
di Zavorra) è stata ufficialmente ratificata, il che
significa che entro settembre del 2017 tutte le navi dovranno essere
dotate di qualche tipo di sistema per il trattamento della zavorra.
Tuttavia, l'arco di tempo assai breve è visto dalla
maggior parte dei rappresentanti del settore come "irrealistico",
cosa che sta a significare che l'IMO potrebbe senz'altro decidere di
estendere la data di scadenza di almeno un altro anno o due,
assicurando agli armatori tempo prezioso per valutare quale sarebbe
il sistema migliore da installare a bordo delle proprie navi.
Tuttavia, l'aspetto forse più importante dell'anno scorso
è stata la storica decisione da parte dell'IMO di fissare un
limite all'uso degli oli combustibili marittimi ad elevato contenuto
di zolfo entro il 2020, con la conseguenza che entro quell'anno la
flotta marittima globale dovrà consumare olio a basso
contenuto di zolfo in tutto il mondo.
Ciò si tradurrà in importanti cambiamenti per
quanto attiene i motori navali attuali e futuri, così come
per il settore delle raffinerie e del rifornimento di carburante in
tutto il mondo, dal momento che gli armatori dovranno trovare nuovi
modelli di approvvigionamento per quanto riguarda i carburanti che
acquistano.
Il tempo dirà se tali sforzi e la disponibilità di
carburante saranno sufficienti affinché il settore si
conformi.
Tuttavia, sembra che "la palla abbia cominciato a rotolare"
e su questo non si torna indietro.
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