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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 31 GENNAIO 2017
TRASPORTI ED AMBIENTE
GLI ESPERTI AVVERTONO CHE L'UNIONE EUROPEA RISCHIA DI MANCARE
GLI OBIETTIVI RELATIVI AL CLIMA SENZA BIOCARBURANTI "SOSTENIBILI"
Gli esperti sostengono che la proposta della Commissione Europea
di eliminare gradualmente i biocarburanti di prima generazione
"sostenibili" impedirà all'Unione Europea di
centrare i propri obiettivi sul clima per il 2030.
A novembre dello scorso anno, la Commissione Europea ha
presentato la propria bozza di proposta di revisione della Direttiva
sull'Energia Rinnovabile per il periodo successivo al 2020 nel
contesto del Pacchetto per l'Energia Pulita.
L'organo esecutivo ha proposto che i biocarburanti abbiano un
ruolo limitato nella decarbonizzazione del settore trasportistico e
non ricevano supporto pubblico dopo il 2020.
Il piano della Commissione è quello di ridurre il
contributo dei biocarburanti convenzionali nel trasporto da un
massimo del 7% nel 2021 al 3,8% nel 2030, portando effettivamente
l'uso dei biocarburanti basati sulle colture al livello precedente
il 2008.
Esso ha inoltre imposto l'obbligo di aumentare sino al 6,8% la
quota nel trasporto degli altri "carburanti a basse emissioni"
come l'elettricità rinnovabile ed i biocarburanti avanzati.
La Commissione è stata aspramente criticata dal settore.
I produttori di etanolo hanno accusato l'esecutivo di essere
sostenitore dell'uso del petrolio nel trasporto all'interno
dell'Unione Europea, mentre il settore dei biocarburanti ha
dichiarato "inaccettabile" la proposta, prevedendo un
incremento dei carburanti fossili nel trasporto a causa della
carenza di disponibilità di biocarburanti avanzati.
Fallimento degli obiettivi climatici
Parlando in occasione di un evento presso il Parlamento Europeo
il 10 gennaio organizzato dalla ePURE (associazione europea
dell'etanolo rinnovabile), il segretario generale Emmanuel
Desplechin ha sottolineato che l'uso di "biocarburanti
convenzionali sostenibili" come l'etanolo derivato dal mais,
dal grano e dalle barbabietole da zucchero aiuterebbe l'Unione
Europea a centrare i propri obiettivi relativi al clima ed
all'energia per il trasporto.
Desplechin ha inoltre sostenuto che questa potrebbe davvero
essere una "opportunità mancata" per l'Unione
Europea.
"Invece di incoraggiare ulteriormente l'uso dei carburanti
rinnovabili a basso contenuto di carbonio, come i biocarburanti
realizzati in Europa da materie prime prodotte in maniera
sostenibile, la proposta della Commissione è favorevole al
petrolio" ha notato.
Il settore afferma che l'etanolo prodotto in Europa comporta un
risparmio del 64% in più di gas serra rispetto a quello del
petrolio, cosa che corrisponde alle emissioni di gas serra di 4
milioni di automobili.
In un documento sulla politica in materia, il settore definisce
"contrastante" la proposta della Commissione ed afferma
che essa rischia di mancare gli obiettivi sul clima e l'energia
entro il 2030 dell'Unione Europea, comportando un deficit di
approssimativamente il 10% rispetto a ciò che sarebbe
necessario.
Confusione politica
La parlamentare europea conservatrice Julie Girling dell'ECR
(Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei) che ha ospitato
l'evento ha espresso la proprie preoccupazione in ordine alla
struttura politica proposta dalla Commissione Europea.
"Sono in pensiero per quanto riguarda lo scenario di
politica confusionaria" ha notato la parlamentare britannica,
aggiungendo che i legislatori dell'Unione Europea dovrebbero
concentrarsi sulla scienza.
"L'uso dell'energia rinnovabile nel trasporto richiede un
serio e ragionevole controllo circa quello che si possa ottenere (…)
per cambiare le regole politiche inerenti ai biocarburanti - non una
volta, né due volte, ma tre volte - e non mi sembra un modo
sensato per andare avanti" ha sottolineato.
Veicoli elettrici
Il dr. Paul Deane dell'Environmental Research Institute presso
lo University College di Cork ha sottolineato come il trasporto sia
responsabile di quasi 1/3 dell'energia che consumiamo in Europa e di
circa 1/4 delle nostre emissioni.
"È il solo settore in cui le emissioni sono in
aumento in tutta Europa e questo è preoccupante"
afferma, aggiungendo che un sacco di stati membri hanno un mucchio
di strada da fare e che molti altri non riusciranno a centrare il
proprio obiettivo obbligatorio del 10% entro il 2020".
Per il dr. Deane questo lento progresso potrebbe essere
attribuito al fatto che le politiche bioenergetiche sono state fra
le aree politiche più instabili in Europa.
"L'incertezza politica circa le azioni al riguardo ha
bloccato tanti investimenti" rimarca Deane.
Un'altra ragione, secondo Deane, è che le originali
"speranze" sui biocarburanti avanzati della direttiva
sulle rinnovabili non sono state esaudite negli ultimi anni, in
primo luogo a causa dei costi, del crollo del mercato petrolifero e
della instabilità politica, che hanno contribuito alla
carenza di investimenti in un certo numero di progetti.
In riferimento ai veicoli elettrici, Deane sostiene che essi
potrebbero svolgere un ruolo importante nel conseguimento di
riduzioni delle emissioni per gli autoveicoli adibiti al trasporto
di passeggeri da qui al 2050.
Tuttavia, il loro impatto nel breve-medio termine è
"piccolo o trascurabile".
"I modelli della Commissione mostrano che l'elettricità
nel trasporto stradale raggiungerà fra l'1 ed il 3 per cento
(di energia nel trasporto) entro il 2030 e sino al 20% entro il
2050.
Gli stessi modelli mostrano che i biocarburanti liquidi
rappresenteranno il 36% dell'energia nei trasporti nel 2050" ha
spiegato, sostenendo che la loro costosa tecnologia dovrà
confrontarsi con un difficile panorama commerciale.
Più buonsenso
Deane ha inoltre rimarcato che non dovremmo dimenticare i
biocarburanti.
"I biocarburanti che dimostrano riduzioni delle emissioni
verificate e un basso cambiamento dell'uso indiretto del suolo
dovrebbero svolgere un ruolo nella decarbonizzazione del trasporto
in Europa" ha detto, aggiungendo che ci sarebbe bisogno di un
approccio di maggiore buonsenso all'energia nei trasporti, in cui
"le politiche incoraggino il tipo giusto di biocarburante che
comporti significative riduzioni delle emissioni nonché
politiche che scoraggino i biocarburanti che non lo fanno".
Deane nota che la bioenergia costituisce una famiglia allargata
di carburanti e che la difficoltà per i legislatori
dell'Unione Europea consiste nello sviluppo di una politica che sia
chiara e faccia distinzione fra le diverse famiglie di
biocarburanti.
Deane ha inoltre criticato la percezione della scienza nella
politica dell'Unione Europea, affermando che non si dovrebbe essere
schizzinosi.
"La politica dovrebbe basarsi sulla scienza suffragata da
prove.
In Europa, noi accettiamo la scienza oppure no" ha
concluso.
Nessuna informazione sull'occupazione
Bernd Kuepker, funzionario del settore politiche presso la DG
Energy, ha spiegato il fondamento logico che sta dietro al piano
proposto e ha notato che gli stati membri potrebbero istituire un
limite inferiore e distinguere fra diversi tipi di biocarburanti,
per esempio stabilendo un limite più basso per il contributo
dato dai biocarburanti basati su alimentari e colture prodotti da
raccolti di olio, tenendo presente il basso cambiamento dell'uso
indiretto del suolo.
Peraltro il funzionario sostiene che c'è differenza fra
l'etanolo derivato dall'amido basato sulle colture ed i
biocarburanti, che presentano stime basse o negative di basso
cambiamento dell'uso indiretto del suolo.
"Al contrario, l'amido derivante da colture presenta senza
dubbio un basso cambiamento dell'uso indiretto del suolo di segno
positivo e davvero notevole e non sarà in grado di conseguire
il risparmio cui la Commissione mira" afferma il funzionario
dell'Unione Europea.
Un'altra importante prospettiva è costituita dal rischio
di perdita di posti di lavoro, in relazione al quale il settore
ritiene che il piano della Commissione condurrà ad una
perdita permanente di 133.000 posti di lavoro diretti o indiretti
nelle zone rurali.
Alla domanda posta da EurActiv.com se la Commissione
Juncker avesse condotto uno studio specifico in ordine all'impatto
sull'occupazione, Kuepner ha risposto che non ce n'è nessuno
in atto.
"Abbiamo preso in considerazione diversi fattori ed in
genere ciò che è stato constatato è che la
quota più alta di posti di lavoro si trova nel settore
dell'agricoltura e noi non ci aspettiamo che essa si fermi" ha
dichiarato, aggiungendo che con i piani inerenti ai biocarburanti
avanzati le perdite di posti di lavoro correlate ai biocarburanti di
prima generazione saranno compensate.
"Pertanto, non si tratta certamente di una politica il cui
principale obiettivo è quello di creare posti di lavoro, ma
la proposta nemmeno farà diminuire i tassi di occupazione"
ha concluso.
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