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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 15 FEBBRAIO 2017
STUDI E RICERCHE
SPEDIZIONIERI E CARICATORI "NON SANNO QUELLO CHE
DOVREBBERO PAGARE"
Secondo l'amministratore delegato della ditta specialista in
digitalizzazione dei noli Freightos, le ampie variazioni dei prezzi
di mercato indicano che gli spedizionieri ed i caricatori non sanno
quello che dovrebbero pagare e che è il momento per gli
acquirenti di trasporto merci di rivalutare il ruolo che i dati e la
trasparenza possono svolgere nell'aggiornamento dei loro modelli di
attività un tempo vincenti.
In un articolo pubblicato il 31 gennaio da Lloyd's Loading
List, Zvi Scheiber afferma che la carenza di trasparenza in
ordine ai dati nell'ambito del settore logistico vuol dire che il
mercato del trasporto merci non funziona in modo efficiente.
Commenta infatti: "La caratteristica di un mercato che
funziona è il flusso di informazioni, che abilita gli
acquirenti dandogli la conoscenza per fare una scelta intelligente
consentendo nel contempo ai venditori di differenziarsi e competere
in modo selettivo.
Peraltro, la trasparenza dei dati nell'ambito del settore della
logistica nella migliore delle ipotesi è carente.
"Diamo un'occhiata ad una gamma di prezzi dei vettori per
gli spedizionieri nel contesto di una delle più trafficare
rotte mondiali - quella da Shanghai a Long Beach in California - in
un'istantanea dei dati dalla metà di dicembre 2016.
Per i primi cento vettori, la gamma dei prezzi variava di oltre
il 30%.
Questo non è stato il risultato di una deliberata
discriminazione dei prezzi; i prezzi più alti non erano
correlati ai clienti di maggiori dimensioni" sostiene Scheiber.
"In parole povere, ciò significa che gli
spedizionieri ed i caricatori non sanno quello che dovrebbero
pagare.
Quando qualcuno acquista un'auto, confronta i prezzi, dato che
la maggior parte dei prezzi si attesta al punto focale dell'offerta
e della domanda, e quindi prende una decisione consapevole basata
sul valore e sul costo.
Per quanto riguarda i noli di trasporto, l'offerta e la domanda
possono metterci anni a sincronizzarsi.
Per la maggior parte, non si fa altro che passare questi costi
agli spedizionieri e caricatori meno raffinati".
Scheiber afferma che, mentre i volumi in importazione sono
rimasti in genere piatti nel 2016, le tariffe di nolo non sono per
nulla stabili, sebbene abbia osservato qualche interessante
variazione e modello celati in questa instabilità.
"Una gamma di fattori inattesi, come il fallimento della
Hanjin, così come i normali fattori stagionali, hanno voluto
dire che le tariffe sono cambiate in modo sensibile" nota
Scheiber.
"Osservando quasi un milione di dati tratti dal database
della Freightos, esiste una chiara tendenza nel senso di una
riduzione dell'instabilità per la fascia più alta
delle tariffe, mentre le fasce più basse fluttuano in maniera
molto più marcata.
In altre parole, gli spedizionieri ed i caricatori che pagano
prezzi alti stanno in effetti pagando gli stessi stabili prezzi alti
- quelli dell'alta stagione - tutto l'anno.
Le imprese soggette ad una determinazione dei prezzi aggressiva
li pagano con una maggiore esposizione esterna ai cambiamenti di
mercato.
Ad esempio, prima del fallimento della Hanjin, c'era un ricarico
del 30% rispetto al percentile del 10% del prezzo fino al 90%.
Alcuni giorni dopo la bancarotta della Hanjin, le tariffe con
percentile 10% sono scattate in alto".
Scheiber sostiene che l'eccesso di capacità aveva
caratterizzato il mercato del trasporto merci marittimo nel 2016, un
sottoprodotto del quale era consistito in un'alta stagione
prematura, in cui il picco di settembre successivo alla vicenda
della Hanjin aveva portato i prezzi dei noli marittimi dalla Grande
Cina agli Stati Uniti a raggiungere i prezzi dell'alta stagione,
dove sono rimasti fino alla metà di dicembre.
Peraltro a suo dire le filiere distributive che in misura sempre
maggiore cambiano i produttori, i tempi di esecuzione ed i volumi
hanno bisogno di una movimentazione di dati snella al fine di
supportare quel grado di flessibilità.
Nel contempo, le imprese dotate di grandi capitali si stanno
occupando delle inefficienze logistiche e hanno deciso di
intraprendere delle iniziative.
"Ciò è diventato più evidente ogni
singolo trimestre, dalla proliferazione di imprese tipo "Uber
per l'autotrasporto" (compresa la Uber stessa) all'impegno di
Alibaba ed Amazon nel settore" osserva Scheiber.
"L'unico fattore unificante? Indotte dalle opportunità
del mercato (come la Uber) o dalla spesa ingente in ordine ai costi
della logistica (Amazon) le centrali tecnologiche stanno facendo
quello che gli riesce meglio: lo sviluppo della tecnologia per
lasciare un segno".
Ma secondo Scheiber gli sviluppi tecnologici della Fortune 500
sono soltanto la punta dell'iceberg.
"Sta emergendo un esercito di start-up attive nella
tecnologia logistica, che si concentrano su localizzazione, analisi
dei dati, piazze di mercato dei noli ed altro ancora: supportate da
oltre 5 miliardi dollari USA in investimenti nel 2016" ha
sottolineato.
Cosa tutto ciò significhi per gli spedizionieri ed i
vettori globali è che "il 2017 è iniziato con una
incerta agitazione, accompagnata da qualche preoccupazione assai
reale" osserva Scheiber, aggiungendo: "Un settore
instabile ed il rapido cambiamento vogliono dire opportunità
di diversificazione, ma l'instabilità significa anche che ci
sono dei lati negativi: provare a chiedere a qualcuno della Hanjin".
Conclude Scheiber: "Poiché il settore del trasporto
merci si rimodella sulla base del combinato influsso delle società
tecnologiche, dei vettori marittimi, delle imprese di logistica e
della start-up, il 2017 è l'anno buono per valutare il ruolo
che i dati e la trasparenza possono svolgere nel supportare i
modelli di attività una volta di successo che però non
servono più allo scopo".
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