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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 30 SETTEMBRE 2017
PORTI
SECONDO LA DREWRY SONO IN ARRIVO ALTRI INVESTIMENTI PER I
PORTI CINESI
Nel corso del mese la Drewry Maritime Research ha effettuato una
presentazione webinar del proprio "Ports & Terminals
Insight Report".
Il rapporto viene pubblicato ogni trimestre e costituisce un
supplemento del rapporto principale della Drewry "Annual
Container Terminal Operators".
Il rapporto relativo al terzo trimestre è stato
presentato da Neil Davidson, capo analista della Drewry per porti e
terminal.
Il rapporto riguarda diverse questioni.
Una di loro è lo straordinario aumento degli investimenti
all'estero da parte degli operatori portuali cinesi.
In effetti, 15 anni fa ce n'erano davvero pochi e persino nel
2012 non erano molti, ma oggi più della metà degli
investimenti cinesi nei porti avvengono al difuori della Cina.
Tuttavia, malgrado l'ampia copertura a livello internazionale, i
volumi deiterminal all'estero degli operatori con sede in Cina
(COSCO, China Shipping, China Merchants, SIPG) costituiscono
solamente il 15% del loro patrimonio di TEU, indicando così
che gli operatori cinesi devono ancora crescere prima di poter
diventare davvero internazionali come i maggiori quattro operatori
mondiali (Hutchison Ports, PSA, APMT e DP World).
Analizzando i recenti accordi fusione ed acquisizione dei
compratori cinesi e non, la Drewry riconosce che gli acquirenti
cinesi vorrebbero e sono in grado di pagare una maggiorazione per le
risorse portuali.
Ad esempio, i loro accordi con le autorità portuali di
Melbourne, Darwin e del Pireo sono stati raggiunti sulla base di un
rapporto superiore a 20 fra il valore d'impresa ed il margine
operativo lordo.
La COSCO ha pagato 14,9 volte il margine operativo lordo per il
51% dei porti settentrionali spagnoli.
Si tratta di una cifra piuttosto alta, dato che "gli
investitori tradizionali sarebbero stati pronti a pagare 12 volte il
margine operativo lordo" secondo Neil Davidson.
Ma i bassi costi di indebitamento delle banche nazionali (con
tassi d'interesse di appena il 2-3,5%) ed una forte motivazione
geopolitica (la strategia "Una Cintura Una Via")
sostengono questa attività di fusioni ed acquisizioni dei
soggetti cinesi.
Commentando i possibili prossimi passi degli investitori cinesi,
Neil Davidson ammette che ci si può aspettare una ulteriore
espansione e non solo lungo la rotta della "Una Cintura Una
Via" ma anche in Africa ed in America Latina, con l'idea di
"colmare altri divari a livello mondiale".
Quale esempio, Davidson menziona la recente acquisizione di un
terminal container a Paranaguá in Brasile da parte della
China Merchants Port che ha finito per diventare il primo ingresso
degli investitori cinesi nel mercato dell'America Latina.
Ed essi possono prendere in considerazione non solo i singoli
porti o terminal per la propria attività di fusioni ed
acquisizioni ma anche allo stesso modo i gruppi con ingenti
portafogli di risorse.
Ma ovviamente non solo la Cina è interessata ad
acquisizioni di porti e terminal.
Trattando della concorrenza in quest'area, Neil Davidson
sottolinea l'interesse da parte dell'operatore turco Yilport, così
come dei tradizionali soggetti globali come DP World, Hutchison
Ports, PSA ed ICTSI che sono recentemente diventati più
prudenti ma hanno ancora il desiderio di conseguire risorse adeguate
al giusto prezzo.
Ed il rapporto valore d'impresa/margine operativo lordo che gli
offerenti sono pronti a pagare per una risorsa alla fine dipenderà
da questa concorrenza.
Un'altra questione trattata nel rapporto è costituita
dalle tendenze dei risultati produttivi dei porti containerizzati a
livello mondiale.
E qui la Drewry evidenzia i segnali positivi che sono continuati
finora per quattro trimestri.
La ripresa dei volumi portuali containerizzati vista alla fine
del 2016 e nel corso del 2017 è stata sostenuta attraverso il
secondo trimestre del 2017 raggiungendo un tasso di crescita del 5%
su base annua, di modo che per l'intera annata 2017 i consulenti
prevedono che il tasso di crescita sia al livello del 5,5%.
Tuttavia, Neil Davidson avverte di "non lasciarsi
fuorviare" dall'attuale vivace tasso di crescita, poiché
esso molto probabilmente non sarà sostenuto e nel 2018-2019
tornerà al 3-4%.
La Drewry ha inoltre fatto notare che malgrado la ripresa dei
volumi, il margine operativo lordo delle società portuali
quotate in borsa è calato leggermente nel terzo trimestre del
2017 dal 39,6% al 36,7%.
La motivazione che vi sta alla base è che sebbene le
entrate abbiano risentito positivamente dai risultati produttivi in
crescita, il lato dei costi viene ancora pregiudicato dall'impatto
delle navi più grandi.
Parlando della futura tendenza dell'aumento dimensionale delle
navi, Neil Davidson esprime la speranza che le dimensioni massime
delle navi siano state raggiunte con la categoria delle navi da
18.000-22.000 TEU, l'ultima ordinazione per le quali è stata
effettuata dalla CMA CGM giusto pochi giorni fa.
Tuttavia, lo spostamento a cascata delle navi comporterà
conseguenze per i porti nei prossimi anni, dato che molte grandi
navi saranno consegnate nei traffici Asia-Europa.
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