Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
05:31 GMT+1
COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 15 OTTOBRE 2017
PORTI
CATALEXIT: IL POSSIBILE IMPATTO SU PORTI E LOGISTICA
Domenica 1° ottobre scorso in Catalogna si è svolto
il controverso referendum sull'indipendenza, contrastato con vigore
dal governo spagnolo ma che ha mostrato come la maggioranza dei
votanti (il 90%) si sia espressa a favore dell'indipendenza, sebbene
l'affluenza alle urne sia stata di appena il 42%.
E mentre gli analisti politici si stanno adesso chiedendo che
cosa accadrà successivamente, occorre soffermarsi sulle
principali implicazioni della cosiddetta "Catalexit" per
l'economia nazionale e regionale e per il settore dei trasporti in
particolare.
Secondo i dati relativi all'annata 2016, la Catalogna
rappresenta il 19% dell'intero PIL spagnolo ed il 25% delle
esportazioni del paese.
È una delle regioni più produttive dal punto di
vista economico ed una delle più ricche, essendo la quarta in
termini di PIL pro capite (28.600 euro) dopo Madrid, i Paesi Baschi
e la Navarra.
La Catalogna ha una comprovata esperienza nell'attirare gli
investimenti.
Nel 2015, essa ha attirato il 14% di tutti gli investimenti
esteri in Spagna, di gran lunga in più rispetto alle altre
regioni eccetto Madrid che ne ha ricevuto un cospicuo 64%.
Il suo capoluogo Barcellona è la patria di molte grandi
imprese nazionali: il gruppo attivo nella moda Mango, la società
produttrice di profumi Puig, la Gas Natural e la terza banca
spagnola in termini di grandezza CaixaBank.
Circa un terzo di tutte le società estere hanno scelto
Barcellona quale propria sede in Spagna.
Così, ad esempio, la Volkswagen e la Nissan hanno
localizzato i propri impianti nei pressi di Barcellona.
Con i porti di Barcellona e Tarragona la Catalogna è
altresì un importante hub logistico.
Malgrado il protrarsi degli scioperi dei lavoratori portuali in
tutta la Spagna nella scorsa primavera, Barcellona ha movimentato
39,3 milioni di tonnellate mostrando un ingente incremento del 21%
dei propri risultati produttivi complessivi da gennaio ad agosto del
2017.
A differenza dei propri rivali - Valencia (+1,44%) ed Algeciras
(-9%) - Barcellona ha inoltre mostrato una straordinaria crescita
dei volumi containerizzati: +30,2% sino a 1.945.647 TEU nel medesimo
periodo.
All'inizio di quest'anno, Port.Today aveva riportato la
notizia del prestito da 75 milioni di euro concesso dalla BEI (Banca
Europea degli Investimenti) per l'espansione dello ZAL Port ((Zona
d'Activitats Logístiques), la piattaforma logistica del Porto
di Barcellona.
Lo ZAL Port ha in programma la costruzione di nuove
infrastrutture per la logistica ed il magazzinaggio che
incrementeranno la propria capacità sino a 1 milione di
metri2.
Lo ZAL Port è adiacente al BEST (Barcelona Europe South
Terminal), infrastruttura dedicata dalla capacità di 2,6
milioni di TEU, il cui sviluppo e le cui operazioni sono a cura
della Hutchison Port Holdings.
L'altro terminal dedicato alla movimentazione dei container è
lo APMT Barcelona, ex TCB, dotato di capacità per altri 2,3
milioni di TEU.
Pertanto, quale sarà l'impatto del referendum sui porti e
sulle infrastrutture logistiche, sulle imprese e sulle aziende
estere, alcune della quali già iniziano a spostare i propri
uffici a Madrid o in altre più stabili regioni spagnole?
Ma in effetti la Catalogna si assumerà il rischio di
abbandonare la Spagna, che automaticamente significa abbandonare
l'Unione Europea e così pregiudicare gli investimenti diretti
esteri e far salire i costi di esportazione delle merci prodotte in
Catalogna?
La Commissione Europea ha già dichiarato il 2 ottobre che
la Catalogna indipendente comunque si ritroverebbe fuori dal blocco
commerciale dei 28 membri.
Sorprendentemente, c'è uno scarso dibattito nei media
sulle implicazioni dell'indipendenza catalana per i porti e le altre
infrastrutture di trasporto.
Ma, oltre alle questioni economiche, potrebbero sorgere
problematiche concernenti la proprietà.
Se una strada, un porto od un aeroporto in territorio catalano
sono stati costruiti e finanziati dallo stato spagnolo, la Catalogna
indipendente dovrebbe compensare il loro valore prima di poter
effettuare operazioni in proprio nelle infrastrutture.
Ed alcune fonti rivelano che la Generalitat (il Governo) della
Catalogna ha già effettuato le valutazioni sulle
infrastrutture da espropriare, per un ammontare di circa 100
miliardi di euro, ma chi finanzierà tale esproprio?
Ancora, citando Geoffrey Minne, economista della Dutch ING Bank:
"I costi economici sembrano essere una questione secondaria
nell'attuale dibattito ed i riflettori sono più puntati sui
motivi culturali e politici".
Nel documento intitolato "Catalogna: il costo di stare da
soli" scrive: "L'eventuale Catalexit precipiterebbe la
regione in un lungo periodo di incertezza e sarebbe più
probabilmente negativo per il settore privato che è
sfavorevolmente afflitto da un calo del potere di acquisto delle
famiglie".
Quale primo segnale di tale incertezza, è stato
annunciato uno sciopero generale per il 3 ottobre in Catalogna
nell'ottica di protestare contro il comportamento della polizia
spagnola nel corso del voto di domenica.
I portuali dello scalo di Barcellona hanno aderito allo
sciopero, paralizzando il lavoro in porto e costringendo alcune navi
ad attraccare in rada.
Secondo la Organización de Estibadores Portuarios de
Barcelona (Organizzazione degli Scaricatori di Barcellona)
l'adesione allo sciopero è stata del 100%, sebbene il
Ministerio de Fomento (Ministero dei Trasporti) spagnolo abbia
riferito che solo l'1,5% dei lavoratori del turno del mattino ha
aderito allo sciopero.
O forse la Catalogna si limiterà ad utilizzare i
risultati del referendum nei propri ulteriori negoziati con il
governo spagnolo per una maggiore autonomia regionale?
Secondo il presidente del Gruppo Eurasia Ian Bremmer citato
dalla CNBC, "la regione basca in Spagna attualmente ha più
diritti di autonomia della Catalogna, di modo che c'è un
precedente per un esito che possa soddisfare entrambe le parti".
Port.Today seguirà questo processo e fornirà
informazioni sugli ulteriori sviluppi.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore