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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 15 FEBBRAIO 2019
PORTI
AMBURGO VEDE LA QUOTA DI MERCATO PASSARE AI RIVALI DATO CHE
LE LIMITAZIONI AL PESCAGGIO COMINCIANO A DARE FASTIDIO
L'arrivo di un numero maggiore di navi da oltre 20.000 TEU ha
comportato "uno stabile spostamento della quota di mercato"
dal porto containerizzato di Amburgo, hub porta d'accesso alla
Germania, ai vicini occidentali di Rotterdam ed Anversa e, in misura
più limitata, a Wilhelmshaven.
L'ultimo Global Port Tracker per il Nord Europa prevede
un calo del 5,1% delle importazioni containerizzate di Amburgo nel
primo trimestre di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del
2018.
Amburgo deve ancora pubblicare le proprie cifre definitive
inerenti ai risultati produttivi per il 2018 ma al termine della
fase dei primi nove mesi i volumi complessivi movimentati presso i
suoi terminal container del fiume Elba sono stati in ribasso del
2,4% rispetto all'anno precedente per 6,6 milioni di TEU.
Inoltre, Rotterdam ed Anversa hanno visto i numeri dei propri
risultati balzare verso l'alto del 5,7% e 6,8% rispettivamente nel
corso dello stesso periodo.
Il rapporto mensile, compilato dalla Hackett Associates
congiuntamente allo ISL (Bremen Institute of Shipping Economics &
Logistics) suggerisce che l'inizio da lungo tempo atteso
dell'approfondimento dell'Elba potrebbe essere avvenuto troppo tardi
per impedire che i due porti del Benelux conseguissero uno stretto
controllo sul tradizionale hinterland di Amburgo.
Sonke Maatsch dell'ISL afferma che nel corso dei trimestri
precedenti il Global Port Tracker aveva fatto registrare "uno
stabile dirottamento della quota di mercato" dai porti tedeschi
di Amburgo e Bremerhaven a Rotterdam ed Anversa, sebbene ci fosse
stata qualche attività che era stata trasferita presso il
nuovo porto ad acque profonde di Wilhelmshaven.
"A causa della loro ubicazione geografica, i porti tedeschi
sono raramente il primo scalo dei servizi di linea
intercontinentali, di modo che alcuni dei carichi d'importazione
della nave sono già stati scaricati" dichiara Maatsch.
Questo, a suo dire, significa che le navi in ingresso avrebbero
un pescaggio di qualcosa come uno-due metri in meno al loro arrivo
in Germania, dopo avere alleggerito il proprio carico.
Ma "questo è ancora troppo" per le ULCVs (navi
portacontainer di grandissime dimensioni) da oltre 20.000 TEU,
sostiene Maatsch.
"Dapprima abbiamo visto il trasbordo spostarsi dai porti
tedeschi a Rotterdam ed Anversa, di modo che i servizi per l'Asia
potrebbero ancora scalare Amburgo e Bremerhaven" afferma
l'analista, "ma recentemente abbiamo assistito ad un numero
sempre maggiore di navi che si rivolgono ad Anversa ed a Rotterdam".
Sebbene i vettori non possano permettersi di trascurare tutti
quanti i porti tedeschi, Maatsch sottolinea che le alleanze stanno
utilizzando sempre di più il trasbordo o "le strategie
interlinea per evitare la necessità di scalare lì con
ogni linea di navigazione".
Afferma Maatsch: "Ancora una volta gli operatori di linea
hanno innalzato lo standard per i porti" aggiungendo che
persino dopo il dragaggio dell'Elba sino a "un pescaggio
indipendente dalle maree di 13,5 metri" ciò sarebbe
ancora lontano dal pescaggio massimo delle più recenti ULCVs:
circa 16 metri.
"Lo svantaggio competitivo sarebbe più lieve, ma non
scomparirebbe completamente" suggerisce Maatsch.
Nel contempo, il porto di Amburgo è più ottimista
in ordine al pescaggio disponibile per la navigazione sul fiume Elba
dopo l'approfondimento, che porterà la cifra a 14,5 metri
(sebbene essa comprenda un metro di flusso di marea) e ha calcolato
che le navi che facessero scalo sarebbero in grado di trasportare
1.600 container in più di quello che fanno attualmente.
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