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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 15 APRILE 2019
LOGISTICA
NUOVA VIA DELLA SETA: OPPORTUNITÀ PER LA LOGISTICA
EUROPEA?
Il megaprogetto cinese della Nuova Via della Seta ha scosso il
mondo logistico con un volume di investimenti di approssimativamente
un trilione di euro.
Sebbene vi siano incertezze in ordine a come le imprese europee
possano contribuire all'iniziativa OBOR (One Belt, One Road) e
trarne vantaggio, esistono opportunità per partecipare allo
sviluppo con la giusta strategia.
La Cina punta a far rivivere l'antica Via della Seta con il
megaprogetto "One Belt, One Road" (una cintura, una via).
L'iniziativa è finalizzata a contribuire al trasporto di
merci per strada, ferrovia e nave fra l'Asia, l'Africa e l'Europa,
promovendo perciò la cooperazione economica fra i paesi
europei e migliorando i traffici internazionali e le reti
infrastrutturali.
Inoltre, il Regno di Mezzo ha in programma la conclusione di
accordi di libero scambio, l'istituzione di zone economiche speciali
e la messa in atto di procedure di sdoganamento semplificate.
I settori della logistica e dei trasporti in Europa in
particolare potrebbero trarre notevoli vantaggi da questo.
Più flussi di merci, più logistica
Ad esempio, la Deutsche Bahn si aspetta di incrementare in modo
significativo il proprio trasporto di merci terrestre.
La società ha stimato che nel 2018 sono avvenute
approssimativamente 90.000 movimentazioni containerizzate
distribuite su oltre 3.600 treni fra la Cina e l'Europa.
Essa stima che questa cifra sarà nell'ordine di 100.000
contenitori nel 2020.
Il fornitore di servizi logistici Rhenus assicura il trasporto
da porta a porta sia in Asia che in Europa attraverso una rete
internazionale.
"Abbiamo risposto alla domanda in aumento di tratte
alternative con progetti per il trasporto stradale e ferroviario con
l'ausilio di nostri siti.
Le competenze in loco sono essenziali per il trasporto sicuro,
veloce ed efficiente delle merci" dichiara Tobias Bartz,
amministratore delegato della Rhenus.
Una cosa è chiara: la Nuova Via della Seta incrementerà
notevolmente il numero delle merci trasportate fra Cina ed Europa.
"Allo stesso tempo, essa presenta notevoli problematiche
per le imprese, specialmente a causa delle differenze geografiche,
culturali ed economiche.
La logistica dei trasporti assicura una piattaforma per
scambiare e mettere in rete a livello internazionale" spiega
Gerhard Gerritzen, consigliere di amministrazione della Messe
München GmbH.
Dove ci sono opportunità, ci sono anche rischi
Il governo cinese sostiene che la sua iniziativa ha a che fare
con la pace, l'integrazione e la sicurezza.
Allo stesso tempo, la Cina vuole rafforzare la propria influenza
politica e aprire nuovi mercati di vendita.
In pratica, è difficile per le imprese estere avere a che
fare con la concorrenza cinese o rendersi conto delle gare d'appalto
in tempo utile.
La maggior parte dei progetti vengono assegnati ad imprese
cinesi.
Secondo un'indagine condotta dalla Camera di Commercio Tedesca
nel 2017, due terzi delle imprese tedesche interpellate in Cina
dubitano se i loro investimenti nella Nuova Via della Seta avranno
mai un impatto positivo sulle proprie attività.
Tuttavia, grosso modo il 30% delle imprese tedesche operative in
Cina sono coinvolte nell'OBOR o almeno stanno prendendo in
considerazione la possibilità di parteciparvi.
Si tratta decisamente del passo giusto da compiere per stabilire
presto contatti aziendali adeguati in Cina e nei mercati terzi.
Il Pakistan come caso esemplare
Con la dovuta cautela, la Via della Seta sta già
mostrando effetti positivi.
Andreas Breinbauer, vice cancelliere dell'Università di
Scienze Applicate dell'Istituto per la Promozione Professionale BFI
di Vienna e capo dipartimento degli studi superiori per la gestione
della logistica e dei trasporti, ha segnalato il Pakistan: sinora,
vi sono stati investiti 60 miliardi di dollari USA e la maggior
parte dei progetti sono stati completati.
Di conseguenza, la crescita del PIL pakistano si è
incrementata dal 3,5% al 6% fra il 2013 ed il 2017 secondo dati
cinesi.
Tuttavia, è anche chiaro che la Cina sta perseguendo
interessi geopolitici nella regione ed in particolare in relazione
all'India.
D'altro canto, il 70% dei paesi della Via della Seta hanno un
reddito pro capite del PIL al di sotto della media mondiale secondo
Breinbauer.
C'è una grande domanda di investimenti in infrastrutture
fra Europa e Cina che non può essere soddisfatta senza la
Cina.
Un'infrastruttura che funziona è a sua volta la base per
l'industrializzazione ed una ulteriore ripresa economica.
"Di conseguenza, i responsabili della politica cinesi
ravvisano l'opportunità di realizzare in questa regione
filiere di valore locali che apportino vantaggi a tutti i paesi
partecipanti" ha spiegato Breinbauer.
Gli investimenti cinesi in paesi in crisi potrebbero altresì
stabilizzare la regione, cioè "generare una sorta di
ritorno alla pace".
"Gli investimenti multilaterali e soprattutto cinesi in
infrastrutture e logistica dovrebbero inoltre apportare vantaggi
alle imprese europee".
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