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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 15 OTTOBRE 2019
TRASPORTO MARITTIMO
IL TRASPORTO MARITTIMO CINESE: 70 ANNI DENSI DI AVVENIMENTI
Nell'ambito delle celebrazioni per il 70° anniversario della
nascita della Repubblica Popolare, è stato sottolineato come
la Cina abbia conseguito una posizione di spicco in molte attività
marittime.
Una delle più rilevanti è la flotta della marina
mercantile appartenente a compagnie di navigazione con sede in Cina,
che al momento attuale è la seconda al mondo in termini di
grandezza.
Settant'anni fa nel 1949 la partecipazione al trasporto
marittimo internazionale era minima.
I progressi nella edificazione della flotta da allora sono stati
notevoli, specialmente nel corso di questo secolo.
Poco più di un anno fa, in seguito al rapido ampliamento
conseguito nel decennio precedente, la flotta della Cina ha
raggiunto una capacità maggiore di quella del Giappone, che
era stata al secondo posto in classifica dopo la Grecia per un lungo
periodo.
Nel corso degli ultimi dodici mesi la flotta di proprietà
cinese ha continuato a crescere risolutamente, riducendo la distanza
dal paese primo in classifica in ordine alle flotte nazionali.
Attualmente la capacità della flotta cinese è di
1/7 del totale mondiale.
Da minuscola a gigantesca
Dopo gli epici viaggi dell'ammiraglio Zheng He, il famoso
esploratore dell'epoca Ming nel quindicesimo secolo, quando la Cina
era uno dei più avanzati paesi marittimi, il coinvolgimento
nei traffici marittimi a lungo raggio internazionali era cessato
quasi del tutto per cinque secoli.
Nel 1949 quando nacque la Repubblica Popolare Cinese la flotta
nazionale era minuscola.
Nei primi anni 2000 la flotta di proprietà cinese era
cresciuta fino al 5-6% del totale mondiale e a metà del 2019
la percentuale si avvicina al 14%.
Nel corso dell'ultimo decennio, a partire dalla fine del 2009,
la capacità è salita da 74,4 milioni di tonnellate
lorde a 189,3 milioni di tonnellate lorde alla fine dello scorso
mese di agosto, con un incremento - secondo le statistiche della
Clarksons Research - di 115 milioni di tonnellate lorde ovvero del
154%.
Nel giro degli ultimi cinque anni, come mostra il grafico
sottostante, il totale è salito di 63 milioni di tonnellate
lorde ovvero del 50% da 126,1 milioni di tonnellate lorde alla fine
del 2014.
Dal grafico si evince chiaramente la crescita più rapida
della flotta cinese rispetto a quelle delle altre principali
nazionalità proprietarie.
I tassi di crescita annui della flotta di proprietà
cinese (che comprende tutte le navi da 100 tonnellate lorde ed oltre
ma non tiene conto delle navi appartenenti a Hong Kong) hanno
riportato una media del 7,9% negli ultimi cinque anni completi dal
2014 al 2018.
Il ritmo annuo di espansione varia sensibilmente, da un
relativamente lento 2% (nel 2014) ad un rapido 14% (nel 2018).
In queste statistiche le tonnellate lorde vengono utilizzate
quale conveniente misura comune di capacità.
Il paese armatore viene definito dalla localizzazione della
compagnia di navigazione che possiede e controlla una nave.
L'espansione della flotta ha rispecchiato principalmente le
molte nuove petroliere, rinfusiere - fra cui una sottocategoria
specializzata, le porta minerali grezzi - portacontainer e gasiere
introdotte in questo periodo.
Ma pure diversi altri influssi hanno contribuito all'evoluzione
della flotta.
Le acquisizioni di navi di seconda mano nel mercato
internazionale hanno fornito altri apporti.
Viceversa le eliminazioni - navi vendute a fini di riciclaggio
(rottamazioni) o vendute nel mercato di seconda meno - sono state
una parziale compensazione.
Forze trainanti
Che cosa ha indotto questa forte espansione della flotta
appartenente alla Cina nel ventesimo secolo?
La crescita dei flussi di traffico di origine marittima del
paese, sia in entrata che in uscita, ha chiaramente influito al
riguardo.
In particolare, le importazioni in aumento di derrate della Cina
che in certi settori sono cresciute sino a diventare la maggiore a
livello mondiale o una delle maggiori movimentazioni di importazione
hanno assicurato l'incentivo a cercare un maggiore coinvolgimento
nell'attività di trasporto marittimo.
Le abbondanti esportazioni di prodotti finiti hanno motivato la
partecipazione ai servizi di trasporto marittimo containerizzato.
Il potenziamento del controllo sulle rotte
dell'approvvigionamento, assicurando una più rigorosa
sicurezza dei servizi di trasporto e riducendo la dipendenza dai
vettori esteri, si è rivelata una intensificazione delle
motivazioni ad espandere la capacità di trasporto dei
carichi.
Anche il potenziale di conseguimento di ingenti profitti,
mediante la proprietà e l'effettuazione di operazioni con
risorse di trasporto marittimo, è stato significativo.
Subito dopo la nascita della Repubblica Popolare Cinese, il
presidente Mao Zedong aveva dichiarato nel 1953 che "(noi
cinesi) dobbiamo lavorare sodo per sviluppare un nostro settore del
trasporto marittimo.
Dobbiamo sforzarci di costruire più navi e di creare la
nostra 'ferrovia' in mare".
Questa prescrizione, con enfasi variabile nella politica e nella
pratica, è stata ampiamente rispettata negli ultimi
settant'anni.
Nel primo decennio di questo secolo, quando la maggiore presenza
della Cina nei traffici globali di origine marittima stava emergendo
in seguito all'adesione alla World Trade Organization a dicembre del
2001, la crescita della flotta era nettamente inferiore
all'espansione dei traffici.
Rispetto al ciclo di sviluppo delle economie europea e
giapponese diversi decenni prima, quando la capacità di
trasporto per le importazioni di materie prime e altri carichi era
stata attentamente pianificata dagli utenti industriali, l'approccio
della Cina era diverso.
Gli importatori cinesi si sono affidati maggiormente al mercato
del trasporto merci marittimo internazionale e agli armatori
stranieri per assicurare il trasporto, principalmente nell'ambito di
accordi di noleggio a breve termine.
Alla fine del primo decennio gli investimenti in nuove navi da
parte degli armatori in Cina stavano guadagnando slancio.
Secondo quanto riferito, le ricerche degli economisti hanno
sottolineato le debolezze delle compagnie di navigazione cinesi in
un contesto internazionale.
L'analisi ha sottolineato che, in base alla politica del
governo, non sono stati erogati sussidi operativi o di costruzione
navale, né erano disponibili tassi di prestito, tasse,
ammortamenti o altre misure preferenziali vantaggiose per la
costruzione navale.
Durante l'attuale secondo decennio, i progressi della flotta di
proprietà della Cina possono essere interpretati come
efficaci in modalità di 'recupero'.
Anche così, all'inizio di questa fase, la rapida
espansione non era sempre vista universalmente come una solida
strategia.
Lunghi periodi di debolezza dei mercati globali del trasporto
merci primi dieci anni del 21° secolo hanno impedito o limitato
i tentativi di conseguire un'adeguata redditività nelle
attività di armamento.
Tuttavia, il motivo alla base della sicurezza dei movimenti
commerciali per espandere la quota della Cina nel suo commercio via
mare è rimasto intatto.
Un ulteriore incentivo per promuovere lo sviluppo della flotta
ha richiesto un periodo di quattro anni dal 2013 al 2017.
Nel contesto di modesti mercati marittimi globali, il governo
cinese ha presentato un nuovo regime di sovvenzioni per rottamazioni
che è stato introdotto alla fine del 2013, inizialmente per
due anni, per incoraggiare gli investimenti.
Il regime, disponibile solo per le navi battenti bandiera
cinese, prevedeva che il tonnellaggio di una nuova ordinazione di
costruzione dovesse superare quello della nave venduta per il
riciclaggio.
Successivamente questo sussidio è stato prorogato per
altri due anni, cessando alla fine del 2017.
Un notevole ampliamento
Negli ultimi anni diverse aggiunte di alto profilo hanno dato
impulso alla crescita della flotta di proprietà della Cina.
Numerose grandi navi cisterna di nuova costruzione nel gruppo di
dimensioni VLCC (grandissime petroliere per il trasporto di greggio)
sono state consegnate dai cantieri navali.
Gli armatori cinesi hanno acquisito dalla società
mineraria brasiliana Vale 20 navi giganti esistenti costruite nella
prima fase dei vettori minerari Valemax.
È stata completata l'acquisizione da parte di COSCO
dell'operatore di servizi containerizzati con sede a Hong Kong
Orient Overseas Container Lines (OOCL), uno dei maggiori operatori
mondiali.
Più di recente lo scorso anno è iniziata la
consegna della seconda fase di enormi vettori minerari Valemax
insieme ad altre grandi navi cisterna ed a mega navi portacontainer.
Osservando le principali categorie tipologiche di navi e il modo
in cui queste si sono evolute negli ultimi cinque anni, dal 2014 al
2018, il ritmo di ampliamento della flotta è stato di varia
natura.
La flotta di navi portacontainer è stata di gran lunga
quella contrassegnata dalla più rapida crescita dei tre
segmenti principali, espandendosi da 12,4 a 36,2 milioni di
tonnellate, con un aumento del 191%.
Le petroliere hanno registrato un aumento del 41% da 22,0 a 31,1
milioni di tonnellate.
Nella categoria più grande, le navi portarinfuse, la
flotta si è espansa del 24%, da 73,9 a 91,7 milioni di
tonnellate.
Le gasiere, un segmento relativamente piccolo, hanno visto una
crescita del 210% da 1,1 a 3,5 milioni di tonnellate.
La capacità della flotta di proprietà della Cina
si è ulteriormente ampliata nel 2019.
Gli armatori hanno preso in consegna molte navi di nuova
costruzione dai cantieri navali nel contesto di un vasto programma
di ordini.
Particolarmente degni di nota sono i volumi di navi cisterna di
grandi capacità, navi portarinfuse e navi minerarie, nonché
di navi portacontainer che si uniscono alla flotta.
Anche le navi più piccole sono un elemento.
Le navi di grandi dimensioni previste in consegna nel 2019 (come
previsto all'inizio di quest'anno) per gli armatori in Cina erano
numerose.
Le consegne di navi cisterna includevano 16 navi cisterna
Suezmax da 150-158.000 tonnellate di peso morto e 9 VLCC
(grandissime petroliere per il trasporto di greggio) da 300-319.000
tonnellate di peso morto.
All'interno del segmento delle rinfusiere, le consegne previste
includevano 3 navi Newcastlemax da 208-209.000 tonnellate di peso
morto, 2 Guaibamax da 325.000 tonnellate di peso morto (per il
trasporto di minerali) e 8 Valemax 400.000 tonnellate di peso morto.
Tra le portacontainer, dovevano esserne consegnate 4 da 13.500
TEU (unità equivalenti a venti piedi), più 6 ULBCS da
19-21.000 TEU.
Molte navi sono state consegnate nei primi nove mesi di
quest'anno.
Aggiunte anticipate di capacità
Gli ordini per le nuove navi da consegnare alla flotta di
proprietà della Cina si estendono per i prossimi due anni e
oltre.
I dati della Clarksons Research a fine agosto 2019 mostrano che
(utilizzando una misurazione comune della stazza lorda) l'intero
portafoglio ordini di nuova costruzione per la consegna agli
armatori in Cina ammonta a 486 navi per 19,4 milioni di tonnellate
lorde.
Il volume del tonnellaggio è equivalente al 10,2 percento
della capacità della flotta esistente pari a 189,3 milioni di
tonnellate lorde.
All'interno di questo portafoglio ordini, sono previsti 3,2
milioni di tonnellate lorde per i restanti quattro mesi del 2019,
seguiti da 8,4 milioni di tonnellate lorde in scadenza nel 2020 e
7,8 milioni di tonnellate lorde nel 2021 e negli anni successivi.
Un confronto con gli altri due maggiori paesi di nazionalità
degli armatori mostra che il Giappone ha un portafoglio ordini più
ampio, per 29,1 milioni di tonnellate lorde, pari a quasi il 17%
dell'attuale flotta di proprietà del Giappone.
Il portafoglio ordini per la Grecia è inferiore a quello
cinese, pari a 16 milioni di tonnellate lorde o al 7% della capacità
della flotta esistente.
Queste differenze implicano il potenziale di variazione dei
futuri tassi di espansione della flotta.
Ma queste sono solo menzioni indicative, poiché la
crescita effettiva della flotta sarà determinata come al
solito anche dalla quantità di rottamazioni della capacità
esistente e dall'entità delle transazioni relative a navi
usate, che si tratti sia di acquisizioni sia di vendite a
proprietari di altre nazionalità.
Tra le consegne di nuova costruzione che dovrebbero essere
affidate alla flotta di proprietà della Cina nel corso dei
prossimi due anni ci sono un certo numero di navi cisterna Suezmax e
VLCC.
Molte navi portarinfuse Newcastlemax e anche vettori Guaibamax e
Valemax sono state ordinati per la consegna nell'anno o due anni
prima del previsto.
Al contrario, il programma di costruzione di navi portacontainer
di grandi dimensioni attende ulteriori attività.
L'attuale portafoglio ordini (alla fine di agosto) mostra 11
navi cisterna VLCC da 310-319.000 tonnellate di peso morto in
ordinazione, per consegne fino al 2021 compreso.
Nei restanti mesi di quest'anno e nel prossimo anno sono in
programma 10 Guaibamax da 325.000 tonnellate di peso morto più
3 Valemax da 400.000 tonnellate di peso morto vettori di minerale
Nel settore delle navi portarinfuse l'attenzione principale è
ora rivolta alla categoria Newcastlemax da 200-220.000 tonnellate di
peso morto dove il portafoglio ordini si estende a 31 navi in
consegna entro la fine del 2022.
Attualmente è sotto ordinazione solo una nave
portacontainer ULBC da 21.000 TEU, sebbene 10.000 TEU su 15.000 TEU
siano in consegna entro la fine del 2022.
Potenziale di impiego
Come e dove verranno utilizzate le nuove capacità future
di proprietà della Cina e le navi recentemente consegnate?
Una gran parte sembra destinata interamente o principalmente
alle rotte commerciali in cui la Cina si trova ad una estremità.
Per il tonnellaggio che trasporta merci alla rinfusa, navi
cisterna e navi portarinfuse (compresi i minerali), queste rotte
saranno prevalentemente quelle in cui la Cina è un
importatore.
Una parte della nuova capacità probabilmente cercherà
un impiego almeno occasionale in settori in cui la Cina non è
una destinazione o un'origine, i tradizionali 'traffici di
traversata'.
Una dimostrazione sorprendente ne è una ordinazione
multipla riportata pochi mesi fa.
La COSCO Shipping Bulk ha ordinato 18 (incluse 2 opzioni) navi
portarinfuse Newcastlemax da 210.000 tonnellate di peso morto presso
diversi cantieri navali cinesi per la consegna nel 2021 e 2022, per
un totale di 3,4 milioni di tonnellate di peso morto o più.
Queste navi sono destinate all'impiego nel commercio di bauxite
a lungo raggio dalla Guinea, in Africa occidentale, alla Cina.
La produzione di alluminio su larga scala in Cina necessita di
ingenti importazioni di materie prime per la trasformazione in
allumina e quindi in alluminio.
Le miniere in Guinea si sono espanse con gli investimenti cinesi
che hanno dato impulso agli approvvigionamenti, richiedendo una
maggiore capacità di trasporto per questa rotta, facilitata
da aggiornamenti portuali che consentono l'uso di navi portarinfuse
più grandi di quelle precedentemente impiegabili.
Persistente tendenza al rialzo?
Le indicazioni suggeriscono un continuo ampliamento della flotta
di proprietà della Cina negli anni a venire e probabilmente
una percentuale crescente della capacità della flotta
mondiale che essa rappresenta.
Varie dichiarazioni del governo cinese o attribuite al governo o
a persone ad esso collegate hanno dato l'impressione di un'ampia
strategia per ridurre la dipendenza dal mercato internazionale del
trasporto merci, in particolare il mercato 'a pronti' per singolo
viaggio e per i noleggi a breve termine.
Una maggiore incertezza riguarda quale sarà il ritmo del
progresso.
Anche relativamente a breve termine, prevedere lo sviluppo della
flotta cinese e quella della flotta mondiale nel suo insieme
costituisce un esercizio di speculazione.
Potrebbe essere un'idea 'chiara' quella secondo cui molte altre
navi di nuova costruzione di varie tipologie saranno ordinate dagli
armatori con sede in Cina, consentendo alla flotta di continuare a
crescere.
Al di là di questa ampia nozione, tuttavia, che
probabilmente sembra dimostrarsi corretta, esiste una vasta gamma di
risultati sia in termini di tempistica che di volumi di capacità.
Molti fattori, compresi alcuni che potrebbero non essere stati
previsti, influenzeranno le decisioni future degli armatori in Cina
in ordine all'estensione della capacità della flotta con le
nuove costruzioni.
Vi sono anche aspetti significativi rispetto a quanto della
flotta attuale sarà demolito e a se e in che misura gli
acquisti e le vendite di navi usate possano avere un'influenza
importante.
Questi non sono elementi che possono essere previsti con
precisione con un margine qualsiasi di certezza, soprattutto a lungo
termine: si possono fare solo ipotesi di carattere generale.
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