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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 15 DICEMBRE 2019
STUDI E RICERCHE
LA GLOBALIZZAZIONE SI STA EVOLVENDO, NON È IN
FLESSIONE, AFFERMA IL RESPONSABILE DELLA DHL
La globalizzazione si sta evolvendo, non è in flessione,
secondo l'amministratore delegato della DHL Express e le ultime
conclusioni del GCI (Global Connectedness Index) della DHL indicano
che il mondo resta più connesso che in quasi tutti gli altri
momenti della storia, malgrado alcune recenti forti turbolenze nella
geopolitica e nei traffici globali.
La DHL e la Stern School of Business della New York University
hanno pubblicato oggi l'aggiornamento 2019 del GCI (Global
Connectedness Index) della DHL che evidenzia gli sviluppi essenziali
nei flussi internazionali di capitale, traffici, informazioni e
persone.
Su incarico affidato dalla DHL, il nuovo rapporto mostra che la
contrazione dei flussi di capitale internazionali ha comportato una
leggera flessione della connettività globale nel 2018.
Tuttavia, malgrado i forti venti contrari nella geopolitica e
nei traffici globali, il GCI è rimasto vicino al suo massimo
storico del 2017 ed il rapporto ha concluso che il mondo "resta
più connesso che in quasi tutti gli altri momenti della
storia, senza che finora vi siano segnali di un significativo
ribaltamento della situazione riguardo alla globalizzazione".
L'amministratore delegato della DHL Express John Pearson ha
commentato: "Gli scambi internazionali consentono alla gente ed
alle aziende di tutto il mondo di collaborare per cogliere nuove
opportunità.
Anche se le attuali tensioni geopolitiche potrebbero perturbare
seriamente la connettività globale, questo aggiornamento del
2019 constata che gran parte dei flussi internazionali sono rimasti
sorprendentemente resilienti fino adesso.
In ultima analisi, ciò a cui stiamo assistendo oggi è
l'evoluzione della globalizzazione e non il suo declino.
Occorre che i responsabili delle decisioni stiano attenti a non
reagire in modo eccessivo alla pesante retorica dei titoli in prima
pagina".
Questo aggiornamento del DHL Global Connectedness Index è
stato calcolato sulla base di oltre 3,5 milioni di punti dati su
flussi da paese a paese.
Esso assicura una completa copertura dal 2001 al 2018,
unitamente ad un'analisi parziale della prima metà del 2019.
Il rapporto è altresì caratterizzato da una
ricerca approfondita in ordine alle relazioni commerciali fra Stati
Uniti e Cina, "tracciando il drastico calo dei traffici fra i
due paesi, così come da un esame delle recenti indicazioni
secondo cui la globalizzazione sta lasciando il posto alla
regionalizzazione" sottolinea il rapporto.
Steven A. Altman, ricercatore senior alla NYU Stern School of
Business e capo redattore del GCI, commenta: "La nostra analisi
non conferma una solida tendenza alla regionalizzazione.
Invece, abbiamo visto che la distanza media lungo la quale i
paesi effettuano scambi si è mantenuta stabile dal 2012.
Anche se le logore relazioni fra le più importanti
economie potrebbero comportare una frattura lungo le linee
regionali, tale spostamento non ha ancora avuto luogo
definitivamente".
L'aggiornamento del GCI sostiene di mostrare che i flussi di
traffico "hanno continuato ad intensificarsi nel corso delle
prime fasi della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina nel 2018.
Tuttavia, questa forza non si è estesa fino al 2019.
Nella prima metà di quest'anno, la quota della produzione
globale scambiata fra i confini nazionali è diminuita".
Continua poi: "Anche se è probabile che la crescita
dei flussi di traffico resti positiva quest'anno, non ci si aspetta
che tenga il ritmo con la crescita del PIL.
Nondimeno, le attuali previsioni suggeriscono che l'intensità
dei traffici sia avviata solo ad un modesto calo nel corso del
2020".
Si afferma che il capitale è stato il solo montante
dell'indice che è calato nel 2018 e si aggiunge: "Infatti,
la riduzione della connettività a livello globale è
stata interamente indotta dalla contrazione dei flussi di capitale
internazionali, nello specifico degli investimenti esteri diretti e
degli investimenti in portafoglio di titoli azionari.
Anche se i primi dati sui flussi di capitale per il 2019
suggeriscono una certa stabilizzazione, un solido recupero su queste
metriche rimane sfuggente.
"Tuttavia, gran parte del calo degli investimenti esteri
diretti è stato dovuto ai cambiamenti della politica fiscale
statunitense che hanno spinto le multinazionali statunitensi a
rimpatriare i guadagni detenuti all'estero.
Questo suggerisce che i fondamentali potrebbero essere più
forti di quanto non sembrino, senza alcun ripiegamento della
globalizzazione aziendale in corso".
Nel frattempo, la globalizzazione dei flussi di informazioni
continua a progredire, ma le misure disponibili indicano un
possibile rallentamento.
"Mentre la crescita delle comunicazioni internazionali ha
in genere superato di gran lunga la crescita delle comunicazioni
interne almeno dai primi anni 2000, i dati recenti suggeriscono che
entrambi stanno crescendo a tassi più simili", ha
osservato il rapporto.
"Anche i flussi globali di persone continuano ad avanzare.
I viaggi in uscita dalle economie emergenti e la
liberalizzazione dei requisiti in materia di visti turistici hanno
dato una spinta significativa al turismo internazionale.
Nonostante le polemiche di politica pubblica, anche la
migrazione internazionale continua a crescere".
Guardando avanti, l'aggiornamento del 2019 rileva che "tutti
e quattro i flussi misurati dal GCI - traffici, capitale,
informazioni e persone - stanno attualmente affrontando potenti
venti contrari.
L'aumento delle barriere e l'incertezza sull'apertura futura
stanno iniziando a comportare costi significativi.
Allo stesso tempo, un sondaggio sulle percezioni della
globalizzazione rivela che molta gente non si rende conto di quanto
sia effettivamente limitata la connessione globale.
Una sintesi del rapporto ha concluso: "Mentre il mondo è
più connesso che in quasi tutti i periodi precedenti della
storia, la maggior parte delle attività si svolge ancora
all'interno e non oltre i confini nazionali.
Il rapporto evidenzia come tali percezioni esagerate della
globalizzazione possano comportare processi decisionali distorti
nelle attività e una sottostima del potenziale significativo
disponibile a causa di ulteriori incrementi della connettività
globale".
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