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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 1/99 - GENNAIO 1999 |
Trasporto intermodale
Il Tunnel della Manica ristagna
Un portavoce della EWS (English, Welsh and Scottish Railways)
stima che il traffico attraverso il Tunnel della Manica nel 1998
finirà probabilmente per totalizzare circa tre milioni
di tonnellate. Ciò include il traffico intermodale ed autoveicolare
(veicoli trasportati su pianali ferroviari), ma esclude il servizio
veicoli ro-ro dai terminals del Tunnel a Cheriton, nei pressi
di Folkestone (Regno Unito) a Calais (in Francia). La EWS comprende
in sé la RfD (Railfreight Distribution), l'operatore di
convogli ferroviari intermodali e porta-veicoli che poi vende
completi a vettori intermodali di origine ferroviaria, i quali
a loro volta vendono la capacità agli spedizionieri e ad
altri operatori di trasporto combinato.
Se queste cifre si dimostreranno giuste, ciò rappresenterà
solo un piccolo incremento rispetto al 1997. Secondo il portavoce,
"le vicende di vero e proprio successo nel corso degli ultimi
tre o quattro anni" sono state quelle dei servizi intermodali
tra il Regno Unito e l'Italia, nonché il servizio Transfesa
dal Regno Unito alla Spagna, il quale è per lo più
dedicato al trasporto di componenti per l'industria automobilistica.
Il piccolo incremento dei volumi è confermato da Francois
Leclerq, direttore esecutivo della CTL (Combined Transport Ltd),
che - ammette - è il principale vettore intermodale di
origine ferroviaria attraverso il Tunnel della Manica.
Leclerq sottolinea il "notevole rallentamento" della
crescita complessiva nel corso del 1998 rispetto all'anno precedente.
Egli calcola che i volumi di traffico propri della CTL siano rimasti
più o meno allo stesso livello. Tuttavia, la CTL si è
ritirata dal mercato intermodale Regno Unito-Spagna ad aprile
dello scorso anno, il che ha avuto il suo effetto sui volumi della
CTL. "Dal punto di vista commerciale, avremmo voluto restare
in questo mercato" spiega Leclerq, "ma la qualità
del servizio che ricevevamo dalle ferrovie era inadeguata e la
nostra credibilità stava per essere messa in dubbio, di
modo che abbiamo deciso di uscirne".
Leclerq identifica un certo numero di fattori avversi che influenzano
le prestazioni complessive della CTL e dei suoi concorrenti intermodali
attraverso il Tunnel. Tra loro si possono annoverare l'elevato
valore della sterlina britannica nel 1998, che ha reso più
difficile per i produttori britannici vendere agli acquirenti
del continente europeo, nonché la privatizzazione e la
frammentazione del settore ferroviario nel Regno Unito. Afferma
Leclerq: "Ciò comporta costi più alti per gli
operatori come noi e - di conseguenza - costi più alti
per gli spedizionieri, gli operatori di trasporto combinato e
gli autotrasportatori che comprano da noi la capacità".
Un altro fattore, secondo Leclerq, è costituito dalla competitività
tariffaria dei traghetti di linea che traversano la Manica.
Ciononostante, Leclerq ritiene che il mercato trasportistico
ora accetti il fatto che la direttrice del Tunnel della Manica
rappresenti un'opzione percorribile e confida che la CTL possa
essere in grado di incrementare i propri volumi nel 1999. Ha dichiarato:
"Ciò farà sì che le ferrovie continuino
a migliorare la qualità dei propri servizi, sebbene la
deroga a favore dell'incremento a 41 tonnellate del limite di
peso trasportabile su strada nel Regno Unito non ci favorirà
di certo". La sterlina inglese, verso la fine dell'autunno
1998, stava perdendo valore; in tal modo, i prodotti britannici
dovrebbero divenire più competitivi dal punto di vista
dei prezzi nel continente europeo.
Leclerq ritiene che vi sia potenziale di crescita per il traffico
intermodale in ambito europeo, ma è d'accordo sulla considerazione
che la qualità del servizio ferroviario non sia ancora
abbastanza buona. Egli, tuttavia, ravvisa segnali secondo i quali
le ferrovie, specialmente nel continente europeo, stanno migliorando
il proprio servizio in termini di affidabilità e di altri
fattori.
La UNILOG, il vettore intermodale posseduto in parte dalla EWS
(con una quota del 45%) ed in parte dalla belga Interferry (con
il 55%) e che opera tra il Regno Unito, Muizen (In Belgio) e Duisburg
(in Germania), ha incrementato i propri trasporti approssimativamente
del 25% nel 1998, a detta del direttore generale Roger Turpin.
Non si è trattato certo di un cattivo risultato, dal momento
che il traffico intermodale di origine ferroviaria dal Regno Unito
alla Germania non si é in genere sviluppato in misura adeguata.
Ciononostante, fa notare Turpin, "all'inizio del 1996 avevamo
sei treni alla settimana, mentre ora ne abbiamo undici".
La maggior parte del traffico trasportato dalla UNILOG consiste
più di contenitori ISO che di swapbodies.
Parlando della vitalità del servizio della UNILOG, Turpin
ha sottolineato come sia Muizen che Duisburg siano entrambi divenuti
importanti nodi ed offrano numerose connessioni ferroviarie. Egli
inoltre afferma: "Poiché operiamo su brevi tratte,
sulle quali posiamo disporre di un elevato grado di controllo,
e non consentiamo ai nostri camion di uscire dai circuiti che
percorrono, siamo stati in grado di mostrare un elevato grado
di affidabilità, il che incoraggia gli spedizionieri a
movimentare il proprio traffico tramite noi".
Julia Clarke, direttore della britannica RFG (Rail Freight Group),
che agisce quale "cane da guardia" del settore ferroviario
del Regno Unito ed è supportata dalle compagnie ferroviarie
e dalle imprese utenti delle ferrovie britanniche, in relazione
alle tre principali questioni inerenti ai servizi intermodali
attraverso il Tunnel della Manica, svolge le seguenti considerazioni:
- Affidabilità - L'affidabilità degli orari,
asserisce la Clarke, è drammatica, in particolar modo per
il traffico in ingresso nel Regno Unito ma anche per quello diretto
all'esterno, ed insiste sul fatto che riuscire a conseguire tale
affidabilità rappresenti una priorità.
- Lamenta la Clarke: "Sono soggetti a scarsa affidabilità
specialmente i treni che viaggiano in Francia ed in Italia. Spesso
i convogli né partono né arrivano secondo gli orari
previsti e ciò si deve alle prestazioni delle ferrovie
ed agli scioperi in Francia". I treni-blocco ad orari fissi
(in effetti, navette) in transito dal punto A al punto B e viceversa
sono a detta della Clarke i più affidabili; ella commenta,
peraltro, che presso il terminal intermodale di Willesden (Londra),
ad esempio, molti convogli vengono suddivisi e questo comporta
uno smistamento e - di conseguenza - un minore livello in ordine
all'affidabilità dei tempi di viaggio.
- La scarsa affidabilità, spiega la Clarke, si traduce
in costi, dal momento che se un camion viene inviato a ritirare
un contenitore o uno swapbody presso un terminal e l'unità
arriva in ritardo, ciò comporta costi aggiuntivi (quali
le ore in più da pagare all'autista) nonché ritardi
inerenti al veicolo. "Inoltre, il mancato rispetto degli
orari può finire per richiedere movimentazioni straordinarie
presso i terminals e per provocare intasamenti, che vanno ad incrementare
i costi operativi del terminal, i quali sono passibili di trasferimento
a carico degli utenti finali, vale dire caricatori od importatori.
Si tratta di costi diretti, ma bisogna considerare anche il fatto
che quando i clienti sono insoddisfatti ciò può
indurre una perdita di traffici, la quale di per se stessa è
un costo, anche se occulto".
- Prezzi - La Clarke sostiene che i prezzi attraverso
il Tunnel della Manica per il trasporto intermodale non sono competitivi
rispetto a quelli dell'autotrasporto, tanto è vero che
afferma: "In effetti, al chilometro la tratta del Tunnel
della Manica rappresenta la linea ferroviaria più cara
d'Europa!". Ella rammenta che ciò risale al periodo
antecedente l'apertura del Tunnel al trasporto intermodale, allorquando
i prezzi unitari (relativi a swapbodies e containers) erano stati
concordati tra la Eurotunnel, le ferrovie operanti via Tunnel
ed i governi britannico e francese.
- "Si tratta di una struttura tariffaria rigida" commenta
la Clarke "che non tiene conto del fatto che, dal momento
dell'apertura del Tunnel, la concorrenza inerente all'attraversamento
della Manica da parte dei traghetti e degli autotrasportatori
si è incrementata, dando quale risultato una serrata concorrenza
tariffaria. I prezzi via Tunnel per il trasporto intermodale non
riflettono questa situazione".
- Sicurezza - Quest'ultima è notevolmente più
onerosa di quella relativa al trasporto stradale, sottolinea la
Clarke. Le diverse norme in ordine alle ispezioni ed alla sicurezza
sono complesse e si stima che esse facciano aumentare il costo
del trasporto di un contenitore o di uno swapbody sino ad una
cifra di 30 sterline. Questo è un fattore di costo aggiuntivo
che rende meno competitiva la direttrice intermodale attraverso
il Tunnel della Manica.
Un'altra questione citata dalla Clarke è l'attuale tendenza
da parte dei produttori ad affidare gli incarichi relativi alle
proprie esigenze distributive in Europa ad appena uno, o forse
due, operatori logistici o spedizionieri. E' possibile che il
produttore, ovvero caricatore, non si curi delle tratte utilizzate.
"Se l'operatore logistico o lo spedizioniere non è
un utente assiduo del Tunnel, e peraltro è impegnato in
un considerevole quantitativo di altre attività all'interno
del continente europeo, è facile che quell'operatore preferisca
istradare il proprio traffico britannico via traghetto ovvero
mediante servizi di autotrasporto".
Il Tunnel della Manica non costituisce la sola tratta intermodale
per il trasporto di containers e di swapbodies dal Regno Unito
all'Europa continentale. La Bell Lines è crollata, ma un
certo numero di operatori, come la Geest North Sea Line, da qualche
anno effettua con successo servizi operativi. Tali servizi, in
senso stretto, sono intermodali, dal momento che combinano attraversamenti
marittimi a corto raggio con opzioni stradali, ferroviarie ed
idroviarie sul Reno allo scopo di offrire servizi da punto a punto
a spedizionieri e caricatori.
Inoltre la Freightliner, operatore fondamentalmente ferroviario
meglio conosciuto per il trasporto di contenitori fra i porti
del Regno Unito e l'hinterland delle Isole Britanniche e che nello
scorso mese di ottobre ha lanciato un innovativo servizio di piggyback
da Manchester a Tilbury nell'ambito di una catena dell'offerta
senza soluzione di continuità, mediante l'utilizzazione
di cisterne stradali costruite ad hoc, progettate ed adoperate
dalla EXEL Logistics Tankfreight, ha dato inizio ad un servizio
Regno Unito-Continente strutturato su una combinazione di partenze
ferroviarie e di traghetti.
Il servizio, che viene effettuato congiuntamente alla CTL, alla
Cobelfret Ferries di Anversa ed alla International Ferry Boats
(che fa parte delle Ferrovie Nazionali Belghe), è stato
"messo su" nei primi dieci mesi del 1998 ed "è
stato inaugurato ufficialmente ad ottobre" come dichiara
Bill Shiplee, direttore commerciale della Freightliner.
Le partenze ferroviarie avvengono ogni notte da Manchester e
da Crewe, con collegamenti con altri importanti terminals ferroviari
nel Regno Unito, alla volta di Purfleet, dove le unità
di carico vengono trasferite sui traghetti ro-ro della Cobelfret,
le cui partenze avvengono con frequenza di sei al giorno. Nelle
prime fasi delle operazioni veniva trasportato per lo più
traffico di rinfuse, ma ultimamente vi è stato un notevole
incremento delle movimentazioni di beni di consumo e di altre
derrate rappresentate da carichi secchi, trasportati in swapbodies
e contenitori. I carri impiegati dalla Freightliner e dalla CTL
vengono utilizzati sulla tratta ferroviaria britannica. La CTL
contribuisce solamente con carri di capacità swapbody.
Shiplee riferisce che una consegna in partenza dal nord o dal
centro del Regno Unito alla sera, arriva a Zeebrugge il mattino
seguente, "vale a dire altrettanto rapidamente delle altre
modalità". Da Zeebrugge esistono connessioni stradali
e ferroviarie alla volta di numerose destinazioni, specialmente
in Germania, nel Belgio orientale e nei Paesi Bassi meridionali.
"Peraltro" dichiara Shiplee "noi siamo veramente
in grado di raggiungere qualsiasi destinazione nel continente
europeo via Purfleet e Zeebrugge".
Spiega Shiplee: "Abbiamo dato inizio al servizio poiché
ritenevamo che gli spedizionieri ed i caricatori desiderassero
un'alternativa veloce ed efficiente al Tunnel della Manica e l'impressione
che ne abbiamo tratto è stata che il servizio si sta dimostrando
efficiente e popolare. La nostra intenzione è adesso quella
di allargare la gamma delle destinazioni che serviamo nel continente
europeo".
Dev'essere fonte di preoccupazioni il fatto che, dopo qualche
anno di operazioni, i servizi intermodali attraverso il Tunnel
della Manica - malgrado il notevole successo della tratta Regno
Unito-Italia - ancora si attirino lamenti e critiche. Questioni
quali l'inadeguato servizio ferroviario, la sicurezza e la struttura
tariffaria rimangono fuori dal controllo di operatori che pure
sono bene organizzati, quale la CTL, il che è frustrante
per loro. E' probabile che si possa fare poco nei confronti dei
prezzi bassi offerti dagli autotrasportatori e dagli operatori
dei traghetti, ma l'esigenza di pressioni politiche sulle ferrovie
affinché migliorino le proprie prestazioni è evidente
di per se stessa.
(da: Containerisation International, dicembre 1998)
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