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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 GENNAIO 2015
LEGISLAZIONE
I NUOVI LIMITI MASSIMI DI ZOLFO NELLE AREE DI CONTROLLO DELLE
EMISSIONI: LE IMPLICAZIONI PER IL SETTORE MARITTIMO
Il 10 ottobre 2008, ai sensi dell'Allegato VI della convenzione
MARPOL, l'IMO aveva adottato la politica alla luce della quale con
effetto dall'inizio di quest'anno il contenuto di zolfo delle
emissioni consentite nelle ECA (Aree di Controllo delle Emissioni) -
comprendenti il Mar Baltico, il Mare del Nord ed il Canale della
Manica, oltre agli Stati Uniti, la maggior parte del Canada, le
Isole Vergini statunitensi e Portorico - sarebbe stato ridotto.
Dal 1° gennaio 2015, ogni nave operativa nell'ambito delle
ECA deve utilizzare carburanti di più alta qualità,
essendo stato ridotto dall'1% a non più dello 0,1% il
contenuto consentito di zolfo emesso.
Gli ambientalisti e la comunità internazionale dello
shipping hanno in generale supportato questa saggia iniziativa di
miglioramento ambientale.
Alle navi sarà ora richiesto di usare o un carburante
distillato, unitamente ad un carburante alternativo, o di continuare
ad usare i carburanti esistenti ma con l'installazione di un
depuratore o di un sistema di pulizia del gasolio che rimuova lo
zolfo dalle materie esauste dopo la combustione.
Un certo numero di imprese petrolifere internazionali si sono
date da fare per fornire prodotti di qualità regolamentata in
tutta la gamma dei loro carburanti standard; ad esempio, la Exxon
ora produce un carburante a norma noto come HDME 50 che ha proprietà
simili a quelle degli olii carburanti pesanti ma, cosa importante, è
conforme al limite di zolfo dello 0,1%.
Questo carburante, anche se si dice che sia più economico
del gasolio marino, attualmente è disponibile solo nella zona
di Rotterdam.
Esistono notevoli preoccupazioni in ordine alla provenienza
della maggior parte di queste forniture di nuovi bunker, poiché
si congettura che in caso di carenze è probabile che esse
debbano essere procurate in Russia, Medio Oriente, India, Corea del
Sud e Stati Uniti.
Alcune compagnie di navigazione stanno mettendo in atto
sovrapprezzi correlati alla normativa ECA fondati sulla loro
valutazione dell'inflazione dei costi al fine di gestire il costo
derivante dall'adesione alle regole per la protezione dell'ambiente.
In gran parte, la realtà di questo recente cambiamento
normativo sta nel fatto che il carburante pesante dovrà
essere sostituito con carburanti più puliti come il diesel
marino ed il gasolio marino con un contenuto di zolfo dello 0,1% che
sono notevolmente più costosi.
Pertanto, qual è l'impatto sulla comunità dello
shipping?
In primo luogo, la struttura dei costi delle navi cambierà
poiché l'aumento dei costi del bunker è inevitabile.
Il differenziale fra olio combustibile ad alto contenuto solforoso
ed il gasolio marino come riportato dalla Gibson Shipbrokers
(novembre 2014, dati basati sui prezzi di Rotterdam) “fluttua
fra i 253 dollari a tonnellata e 337 dollari a tonnellata dal 2012,
mentre la differenza attuale è di circa 260 dollari a
tonnellata”.
Ci saranno inevitabilmente costi aggiuntivi correlati al
requisito di bunkeraggio aggiuntivo per trasportare i necessari
volumi delle diverse gradazioni di bunker; c'è poi la
richiesta di modifiche ai motori (dovute per lo più alla
diversa viscosità dell'olio) con il notevole costo di questi
progetti in tutte le flotte marittime.
Dal momento che non esistono mezzi con i quali si possa alterare
a bordo il contenuto di zolfo (una volta che l'olio carburante è
stato caricato), fatta eccezione per la miscela a bordo, per la
quale al momento non esistono linee guida, è necessario far
sì che gli olii carburanti caricati siano adeguati ai limiti
richiesti e che, nel caso degli olii carburanti conformi alla
normativa ECA, tale conformità non sia compromessa dal
mescolamento con altri olii carburanti ad elevato contenuto di zolfo
nel serbatoio o nel sistema di trasferimento.
Ci sono poi complicazioni derivanti dal doppio stoccaggio (allo
scopo di provvedere allo stoccaggio di diversi tipi di bunker a
bordo).
In molti casi ci sarà probabilmente la richiesta di una
suddivisione del serbatoio (con ulteriore riprogettazione ed
ulteriori spese) e possibilmente l'esigenza di bunkeraggio più
frequente (ancora una volta, ulteriori costi che ne derivano).
L'onere amministrativo della gestione dei cambiamenti operativi
correlati all'introduzione dei nuovi limiti di zolfo avrà
conseguenze notevoli.
Con una limitazione così rigorosa, l'equipaggio della
nave dovrà far sì che si eviti il carico di olii
carburanti conformi in serbatoi riempiti altrimenti ed in vasche di
decantazione o di servizio, e dovrà accertarsi che nel corso
delle operazioni di trasferimento tali olii combustibili non vengano
mischiati ad altri olii combustibili ad elevato contenuto di zolfo,
di modo che solo l'olio combustibile utilizzato entro i limiti
permessi venga usato nelle ECA.
Prima dell'ingresso nelle ECA, dovrà essere implementata
una completa conversione all'olio combustibile conforme; ci sarà
bisogno di nuove procedure scritte a bordo in ordine a come queste
routine saranno adottate (e garantite) così come della tenuta
di registrazioni delle quantità di olii combustibili ad ogni
conversione, della data, dell'ora e della posizione della nave
quando completa la conversione prima di entrare o inizia il
procedimento contrario dopo l'uscita da tali zone.
Queste registrazioni dovranno essere trascritte sul giornale di
bordo ovvero nelle modalità prescritte dallo stato di cui la
nave batte bandiera (ai sensi di una ulteriore direttiva
amministrativa). “Insomma, quale appassionata spettatrice
della comunità dello shipping, ex marittima e cittadina
sensibile all'ambiente” afferma Karen Jacques, direttore per
Asia e Pacifico della Dryad Maritime, “la mia opinione è
che la nuova normativa dell'IMO sulle emissioni di zolfo sia
essenziale e tempestiva ma che certamente essa non sarà priva
di complicazioni.
Saranno richiesti pazienza, tempo e notevoli risorse finanziarie
e gestionali, a breve e medio termine, al fine di provvedere alla
sua introduzione.
Dovremmo essere tutti grati del fatto che i prezzi del bunker
sono diminuiti di più del 25% rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno (sulla scorta del costante declino dei prezzi del
greggio) che in qualche modo potrebbe controbilanciare le nuove
spese aggiuntive).
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