La transizione del settore del trasporto marittimo verso
combustibili a zero emissioni può creare sino a quattro
milioni di posti di lavoro nella filiera energetica entro il 2050.
Lo evidenzia uno studio della Getting to Zero Coalition, la
piattaforma del Global Maritime Forum per supportare un percorso
commercialmente sostenibile per la decarbonizzazione dello shipping,
che specifica, a titolo di riferimento, che attualmente l'industria
dello shipping dà lavoro a circa due milioni di marittimi.
Lo studio, realizzato in collaborazione con la società di
consulenza ingegneristica Arup, ricorda che precedenti analisi hanno
stimato in circa due biliardi di dollari gli investimenti necessari
per decarbonizzare il trasporto marittimo, ma non hanno tenuto conto
della ricaduta positiva di questi investimenti, tra cui appunto la
creazione di posti di lavoro nel settore dell'energia. Lo studio
presentato oggi dalla Getting to Zero Coalition spiega che esiste
una forte connessione tra la decarbonizzazione dello shipping e lo
stimolo alla creazione di nuovi posti di lavoro, con la maggior
parte che saranno probabilmente legati all'espansione della capacità
di produzione di energia rinnovabile. L'analisi specifica che la
gran parte della creazione di questi posti di lavoro probabilmente
avverrà nel corso del prossimo decennio a causa degli
investimenti di capitale in infrastrutture assai ingenti previsti
nel periodo.
Secondo lo studio, la creazione di questi posti di lavoro
aiuterà molte nazioni ad abbandonare i combustibili fossili
offrendo nel contempo opportunità ai lavoratori colpiti dalla
progressiva eliminazione delle industrie ad alta intensità di
carbonio. Inoltre l'analisi precisa che sostenere lo sviluppo di
nuove competenze potrà anche aiutare i Paesi a sviluppare la
capacità necessaria per stimolare la produzione nazionale di
energie rinnovabili e di idrogeno e ciò potrebbe supportare
una più ampia decarbonizzazione in altri settori e aiutare i
Paesi a sviluppare economie nazionali dell'idrogeno e, in ultima
analisi, contribuire a una maggiore localizzazione di specifiche
catene di approvvigionamento come quelle dell'acciaio, del cemento e
dell'energia.
Lo studio sottolinea inoltre che, oltre a fornire una potenziale
alternativa per coloro che rischiano di perdere l'attuale impiego,
la creazione di questi posti di lavoro nel settore delle energie
rinnovabili creerà probabilmente anche condizioni migliori
per i lavoratori che vi accedono dato che, come rilevato
dall'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), i
posti di lavoro in questo settore sono generalmente più
qualificati, meglio pagati, più diversificati in termini di
genere e di qualità superiore rispetto a quelli nei settori
tradizionali dei combustibili fossili.