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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 7-8/99 - LUGLIO-AGOSTO 1999 |
Trasporto marittimo
UASC: la sopravvivenza di un operatore di nicchia
"Dieci anni fa, noi eravamo i numeri uno del mercato del
Medio Oriente, e oggi rappresentiamo ancora il più grande
operatore della regione". Così ha parlato recentemente
Abdulla Mady Al Mady, presidente e dirigente capo della UASC (United
Arab Shipping Company) a difesa della strategia operativa della
sua compagnia di navigazione.
E la regione del Medio Oriente non è un piccolo mercato.
A dispetto dell'attuale recessione, nel 1998 sono transitati da
e per la regione più di tre milioni di TEU. La concorrenza
per questi carichi è dura, dato che è presente nella
zona la maggior parte delle principali linee di navigazione a
livello mondiale, di modo che conservare la posizione numero uno
nell'ambito del mercato non è un impegno da poco.
In relazione al 1998 non sono stati ancora diffusi i risultati
finanziari, ma Jorn Hinge, vice dirigente capo della compagnia
di navigazione, ha fatto sapere che la UASC ha movimentato complessivamente
425.000 TEU, esclusi i containers trasportati per conto dei propri
soci, e che da ciò si aspettava di realizzare un profitto
operativo tra i 40 ed i 45 milioni di dollari USA. Nel 1997 la
compagnia ha realizzato un impressionante profitto operativo di
51 milioni di dollari, che rappresentava il 7,5% del fatturato.
La compagnia è stata costituita nel 1976 dai governi dell'Arabia
Saudita, del Bahrain, del Qatar, dell'Iraq, del Kuwait e degli
Emirati Arabi Uniti e - malgrado una rapida espansione - continua
ancora a considerare se stessa come uno specialista del mercato
di nicchia. Come spiega Hinge, "non aspiriamo assolutamente
a diventare un operatore a livello mondiale, ma soltanto a portare
il mondo nel mercato del Medio Oriente".
La compagnia funziona per mezzo di una struttura amministrativa
decentrata che fa capo all'ufficio principale in Kuwait. Il suo
ufficio di Londra cura l'Europa settentrionale ed il Mediterraneo
occidentale, mentre quello di Cranford (nel New Jersey) segue
gli Stati Uniti, quello di Singapore tutti i mercati da Colombo
all'Asia orientale e Dubai è responsabile dei mercati del
Mediterraneo orientale, dell'Africa, della Costa Occidentale India/Pakistan
e del Golfo medio-orientale.
Per quanto riguarda il livello operativo vero e proprio, la UASC
funziona attraverso una rete di agenti indipendenti, tra cui la
Berger & Zoon di Rotterdam e la Killick Martin di Londra.
Essa al momento non ha in programma di modificare questo approccio
al mercato. In un periodo in cui la tendenza della maggior parte
dei principali soggetti odierni è quella di possedere una
rete di agenzie proprie, tale politica potrebbe sembrare sorprendente,
ma, come argomenta Hinge, "solo perché costruisci
automobili, non è detto che tu debba costruirti in proprio
anche le gomme".
Anche se l'opinione più diffusa è che le agenzie
proprie mettono in grado i vettori marittimi di fornire servizi
da porta a porta migliori, Hinge ribatte: "La maggior parte
dei nostri clienti non desidera servizi da porta a porta completi,
a dispetto delle grandi affermazioni in senso contrario, e comunque
- laddove essi lo volessero - saremmo in grado di fornirglieli".
Bisogna dire, in effetti, che la maggior parte dei termini di
acquisto/vendita nella regione sembrerebbero ancora essere CIF
o FOB (cioè, non da porta a porta). Hinge, tuttavia, deve
ammettere che, nell'ambito del mercato odierno, le reti di agenzie
indipendenti hanno bisogno di essere coordinate molto meglio di
prima, particolarmente per quanto riguarda la logistica interna.
In relazione ai traffici containerizzati est-ovest, la UASC opera
nel contesto della United Alliance insieme alla Cho Yang, alla
DSR-Senator ed alla Hanjin Shipping Co (v. Tabella 1). In cambio
di spazi-containers dall'Europa all'Asia, alla Costa Orientale
U.S.A. ed al Golfo medio-orientale, nonché dall'Asia al
Mediterraneo, la UASC offre spazi-containers dall'Asia al Golfo
medio-orientale e dal Nord Europa al Golfo medio-orientale.
Comunque, qual è il passaporto per il successo della compagnia
di navigazione in un mercato così difficile? La chiara
identificazione del marchio è senza dubbio un'importante
caratteristica. Come spiega Mady al Mahdy, "concentrandoci
sul nostro mercato di origine della regione medio-orientale, siamo
in grado di assicurare una gamma di servizi più completa
di quella di qualsiasi altro operatore. Siamo ben affermati in
tutta la regione e comprendiamo le esigenze dei nostri clienti".
Continua Mahdy: "Ad esempio, noi forniamo la maggior parte
dei servizi di raccordo in ambito regionale, il che è importante".
Precisa Hinge: "Non si dovrebbe sottostimare neanche l'importanza
dei nostri servizi rinfusieri. Molti dei nostri clienti hanno
bisogno di servizi sia containerizzati che rinfusieri e noi siamo
uno dei pochi operatori ad essere ancora in grado di fornirli
entrambi".
TABELLA 1 |
I SERVIZI DELLA UNITED ARAB SHIPPING COMPANY
|
Servizio | Rotta
| Frequenza | Navi / Note
|
AEC | Nord Europa / Medio Oriente / India / Pakistan / Asia
| Settimanale | 10 da 3.800 TEU
|
MIX | Mediterraneo / Mar Rosso / Medio Oriente / Pakistan / India
| Settimanale | 7 da 2.100 TEU
|
AMA | Mediterraneo / Mar Rosso / Medio Oriente /Asia
| Settimanale | Spazi swap con la UA
|
Feeder | Nell'ambito del Golfo medio-orientale
| Settimanale | 2 da 860 TEU |
Rinfuse | Nord Europa / Mediterraneo / Mar Rosso / Medio Oriente
| 3 al mese | multipurpose |
Asia / Medio Oriente / Asia
| 1,5 al mese | Multipurpose |
Costa Orientale U.S.A. / Medio Oriente / Costa Orientale U.S.A.
| Mensile | Multipurpose |
Note: UA = United Alliance |
Fonte: UASC |
La sua flotta di 31 navi multipurpose da 23.800 tonnellate della
classe K a questo riguardo costituisce una forza formidabile.
Continua Hinge: "Arrivano nel Golfo grossi quantitativi di
carichi speciali, quali le attrezzature destinate alle raffinerie
ed agli oleodotti, che non possono essere containerizzati facilmente.
Alcuni clienti, inoltre, richiedono altresì che i carichi
containerizzati ed alla rinfusa vengano spediti con una sola polizza
di carico". Nel 1998, i servizi rinfusieri hanno rappresentato
il 30% circa dei profitti della compagnia di navigazione. Una
fonte di preoccupazione a tale proposito potrebbe essere costituita
dal fatto che le navi di questo tipo stanno diventando vecchie,
avendo tra i 19 ed i 24 anni di età, di modo che presto
dovranno essere rimpiazzate.
Nei piani di sopravvivenza della compagnia al momento in atto,
una parte rilevante rivestono i provvedimenti finalizzati al taglio
dei costi. Sono stati realizzati notevoli risparmi mediante l'acquisizione
di navi più grandi, la riduzione del subappalto all'esterno
delle attività, il miglioramento del controllo dei contenitori
ed una migliore utilizzazione delle navi. La compagnia, inoltre,
utilizza sempre meno tonnellaggio noleggiato, com'è testimoniato
dalla consegna lo scorso anno delle 10 navi da 3.800 TEU menzionate
in precedenza.
Una ulteriore prova dell'impegno della UASC nell'armamento in
proprio è costituita dall'introduzione, nell'ottobre dello
scorso anno, di un nuovo servizio dal Mediterraneo al Golfo medio-orientale
(MIX), che impiega sette delle navi da 2.199 TEU in precedenza
utilizzate nell'ambito del proprio schema AEC. Come sottolinea
Hinge, "altrimenti, queste navi avremmo dovuto venderle o
noleggiarle ad altri".
Come accade per tutti i programmi di viaggio della compagnia,
il servizio MIX scala il porto-nodo di Khor Fakkan (negli Emirati
Arabi Uniti), appena fuori dello stretto di Hormuz, ma - a differenza
degli altri casi - poi si dirige alla volta dell'India e del Pakistan.
Così facendo, esso non solo migliora la copertura diretta
del mercato da parte della compagnia, ma fa sì che gli
altri servizi della UASC possano altresì utilizzare il
collegamento feeder da Khor Fakkan a Karachi/Jawarhlal Nehru.
La UASC si aspetta di risparmiare in questo modo da 6 a 10 milioni
di dollari all'anno sui costi di raccordo.
Il principale porto della UASC nella regione del Golfo è
Dubai. Essa attualmente scala il terminal di Port Rashid, ma è
in trattative con l'Autorità Portuale di Dubai riguardo
ad un possibile trasferimento al terminal di Jebel Ali.
La compagnia aveva preso in considerazione la possibilità
di raccordare i carichi per Dubai tramite il nuovo terminal di
Salalah, ma ha scoperto che quest'ultimo è troppo costoso.
Come spiega Hinge, "anche se avevamo calcolato di poter eliminare
una nave dal servizio AEC escludendo lo scalo a Dubai, risultava
peraltro che il relativo risparmio sarebbe stato sopravanzato
dai costi di raccordo aggiuntivi".
Tornando al lato commerciale dell'attività della compagnia,
Mady Al Mady ha confermato che gli operatori globali vengono visti
come una minaccia per il futuro della UASC, anche se non propriamente
come una minaccia mortale. Chiarisce Hinge: "Noi non pensiamo
in realtà che queste linee di navigazione possano contrastare
la nostra esperienza e la nostra gamma di servizi nel mercato
medio-orientale. Può darsi che ci siano alcuni grossi clienti
che abbiano intenzione di fare a meno di noi a causa della necessità
di dialogare con un numero minore di fornitori di servizio, ovvero
di conseguire i benefici derivanti dalla contrattazione globale,
ma ve ne sono molti altri che ancora sembrano volere specialisti
come noi".
Hinge affronta la questione del commercio elettronico grosso
modo nello stesso modo: "Anche se riconosciamo che gli scambi
elettronici in futuro diverranno una realtà, e quindi stiamo
facendo i passi appropriati al fine di far sì che la nostra
compagnia non rimanga indietro a questo riguardo, bisogna dire
che la maggior parte dei nostri clienti preferisce ancora dialogare
con noi per telefono o fax". Detto ciò, praticamente
tutti i sistemi di registrazione interna e di trattamento dei
dati della società vengono ora fatti funzionare elettronicamente,
come accade nella maggioranza delle altre linee di navigazione.
Come altri vettori marittimi, Hinge prevede che il futuro delle
conferenze di linea sarà caratterizzato da una qual certa
incertezza: "Noi facciamo ancora parte di alcune conferenze,
come l'EMERA (Accordo Tariffario Europa/Medio Oriente), poiché
esse forniscono a linee di navigazione come noi una struttura
per farci cooperare, in particolar modo in relazione alle tariffe
ausiliarie. Noi, tuttavia, abbiamo bisogno di apportare degli
aggiustamenti ad alcune delle nostre relazioni".
Riguardo al futuro assetto finanziario della UASC, Mady Al Mady
ha avvertito che non vi sono programmi nell'immediato finalizzati
a fusioni con altre società od alla creazione di nuove
compagnie, malgrado i suoi profitti siano calati del 16% rispetto
all'anno precedente e vi siano poche prospettive di una pronta,
significativa ripresa nell'attività del trasporto marittimo
di linea a livello mondiale. C'è stato un momento in cui
la UASC aveva pensato di fondere le proprie operazioni con quelle
della NSCSA (National Shipping Company of Saudi Arabia), ma non
se ne era fatto nulla a causa della preferenza della NSCSA per
i servizi di tipo ro-ro. Per un po', comunque, le due compagnie
avevano effettuato un servizio transatlantico congiunto.
Circa la questione delle fusioni in generale, Mady Al Mady riflette:
"Noi pensiamo che la compagnia possa sopravvivere anche senza".
Il tempo dirà se avrà avuto ragione. Un fattore
importante della forza finanziaria della compagnia può
essere il fatto che non occorre provvedere ad alcun accantonamento
destinato al pagamento di tasse societarie, sebbene Hinge abbia
sottolineato che si debbano pagare costi sociali più elevati
per il fatto di avere sede nel Golfo medio-orientale.
Riguardo al futuro, una speranza per la compagnia può
essere costituita dalla eventuale riapertura del mercato iraniano
che, con una popolazione complessiva di più di 60 milioni
di persone, fa apparire piccoli tutti gli altri Paesi del Golfo
messi assieme (più o meno 25 milioni di persone). Gli americani
stanno attualmente discutendo l'ipotesi di abolire le sanzioni
agricole nei confronti dell'Iran, di modo che vi è spazio
per l'ottimismo.
Anche l'Iraq potrebbe costituire una futura speranza, dato che
questo Paese era solito assicurare il 30% circa dell'attività
della UASC prima dell'inizio delle ostilità con il Kuwait
poco meno di 10 anni fa. Sebbene il Paese sia ancora politicamente
instabile, vi è la sensazione tra gli altri Stati arabi
che le sanzioni commerciali su altre derrate potrebberoo essere
presto abolite.
(da: Containerisation International, giugno 1999)
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