Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 6/2008 - GIUGNO 2008
Trasporto intermodale
Progressi a passo di lumaca per i servizi intermodali nel
Benelux
I servizi intermodali nel Benelux sono in costante incremento,
ma, si dice, non abbastanza rapidamente per la maggior parte dei
caricatori.
La buona notizia è che Rotterdam ed Anversa hanno potuto
movimentare l'eccezionale crescita dei carichi dello scorso anno da
e per l'hinterland europeo senza più contrattempi del solito.
Ha continuato ad esserci la congestione, naturalmente, ma i
momenti di paralisi del traffico al di fuori dei normali periodi di
ressa sono sembrati ragionevolmente sotto controllo.
La brutta notizia è che, malgrado i grossi sforzi
effettuati per trasferire i traffici dalla strada ai servizi
ferroviari e fluviali più sensibili all'ambiente, non c'è
stato quasi alcun cambiamento delle quote di mercato di ciascun
settore: la strada resta di gran lunga la prima scelta degli
importatori ed esportatori.
Come mostrano le tabelle 1 e 2, la quota della ferrovia dei
carichi per l'hinterland a Rotterdam ed Anversa nel complesso è
migliorata con grandi difficoltà, raggiungendo solamente
l'11% circa; i servizi su chiatta hanno raggiunto risultati di poco
migliori.
Tabella 1: Suddivisone fra le modalità ad
Anversa (solo carichi dell'hinterland)
Modalità
2007*
2006
2005
2004
2003
Strada
55%
58%
58%
60%
60%
Fluviale
34%
33%
34%
32%
31%
Ferrovia
11%
9%
8%
8%
9%
Fonte: Porto di Anversa; * = dati provvisori
Qualcuno dirà che i servizi ferroviari hanno ancora
movimentato molti traffici in più, giustificando così
tutti gli sforzi fatti per indurre la deregolamentazione e la
liberalizzazione del settore ferroviario dell'Unione Europea, al
fine di realizzare una maggiore e salutare concorrenza.
Tabella 2: Suddivisone fra le modalità a
Rotterdam (solo carichi dell'hinterland)
Modalità
2007*
2006
2005
2004
2003
Strada
59%
59%
60%
60%
59%
Fluviale
30%
30%
31%
31%
31%
Ferrovia
11%
115
9%
9%
10%
Fonte: Porto di Rotterdam; * = dati provvisori
Nel caso di Rotterdam, i traffici containerizzati complessivi
del porto sono aumentati del 12% lo scorso anno, mentre quelli di
Anversa sono cresciuti del 16,5%.
Ciò ha certamente incoraggiato le società
ferroviarie private a prendere più sul serio i propri
servizi, tra cui la European Rail Shuttle, la Rail4Chem, la Veolia e
la Dillen & Le Jeune.
Gli altri soggetti operanti nel settore, peraltro, affermano
che le procedure di trasferimento stanno ancora durando troppo a
lungo e che devono ancora dimostrare abbastanza vantaggi, malgrado
le sempre maggiori congestione dei traffici stradali e
consapevolezza dei problemi ambientali.
Lo stesso vale per le chiatte, che vengono ritenute la modalità
di trasporto più sensibile all'ambiente di tutte.
Pertanto, se si guarda il bicchiere ferroviario e lo si vede
mezzo vuoto invece che mezzo pieno, dov'è che le cose sono
andate storte?
La domanda è stata recentemente espressa in occasione di
un seminario organizzato a Parigi dallo ESC (Consiglio dei
Caricatori Europei).
Henk Schaafstal, direttore tecnico della filiera organizzativa
della Sabic, e Denis Schoumert, direttore acquisizioni e logistica
della Ciments Calcia, hanno risposto com'era da attendersi che le
ferrovie hanno bisogno di essere maggiormente proattive.
I caricatori devono ancora per primi trovare loro le soluzioni,
invece di aspettare che gli operatori ferroviari vengano da loro con
le proprie proposte.
Sono altresì necessarie migliori garanzie di servizio.
Denis Paillat, vice direttore della società ferroviaria
privata in rapida crescita Veolia, ha ribattuto che le aspettative
dei caricatori spesso sono risultate poco realistiche, tenendo
presente che le tracce ferroviarie non sono come le strade e che
occorre tempo per inserirle tra i servizi passeggeri.
Eric Demonant, amministratore delegato della Railink,
appartenente alla CMA CGM ed alla Veolia, ha altresì
sottolineato come la carenza di sufficienti affidamenti di carichi
da parte dei caricatori continui a rendere difficile la
pianificazione a lungo termine.
Se ne ricava che, anche se i servizi ferroviari stanno
diventando migliori, si richiede molto di più per convincere
i caricatori ad abbandonare la convenienza del trasporto stradale.
A questo riguardo, il discusso argomento relativo al fatto che
le società ferroviarie private siano ancora in grado o meno
di competere senza problemi contro i monopoli a controllo statale
dovrebbe essere solo una questione secondaria.
Il vero dibattito è su come fare a rendere competitivo
l'intero settore ferroviario.
Nicolette van der Jagt, segretario generale dell'ESC, commenta:
"Il problema, in questo caso, è che qualcuno in ferrovia
crede ancora che ciò dovrebbe ottenersi rendendo meno
allettante il trasporto stradale, piuttosto che cercare di
conseguire soluzioni più innovative.
Ad esempio, il settore ferroviario sta attualmente lottando
contro la proposta di incrementare il peso e la lunghezza massimi
dei veicoli stradali nell'Unione Europea perché questo
renderebbe meno competitiva la ferrovia.
In realtà, invece, entrambe le modalità di
trasporto hanno bisogno di essere rese più efficienti e non
solo una o l'altra".
Pertanto, che cosa si può conseguire in più
realisticamente nel Benelux?
La risposta è difficile quando si tenta di
quantificarla, dal momento che non sono ancora disponibili cifre più
dettagliate sulla ripartizione modale, in particolar modo per i
traffici containerizzati movimentati nell'ambito dell'area portuale,
per la quale il trasporto ferroviario normalmente rappresenta un
fallimento in partenza.
Inoltre, le opinioni su dove normalmente risieda la linea di
divisione fra strada e rotaia restano aspramente contrastate,
spaziando fra i 150 ed i 500 km.
Ad ogni modo, questa potrebbe sembrare una grande distanza in
paesi piccoli come i Paesi Bassi ed il Belgio, ma occorrerebbe
ricordare come gran parte dei traffici containerizzati dei loro
porti si indirizzi verso o provenga da paesi distanti quali la
Germania, la Francia, l'Austria e la Svizzera.
Ad Amburgo, dove c'è poco trasporto fluviale, la quota
di mercato della ferrovia nel 2006 è stata del 26,7%,
rispetto al 29,8% del 2005.
Sebbene anche questa tendenza delle quote di mercato sia stata
in ribasso, malgrado il trasporto di un maggiore quantitativo di
carichi, essa suggerisce che se le società ferroviarie nel
Benelux potessero coordinare meglio le proprie iniziative, si
potrebbero conseguire molti traffici in più.
Secondo il Porto di Amburgo, approssimativamente il 10% dei
propri traffici viene riempito o svuotato nell'area portuale.
Un altro 30% va verso o proviene dalle immediate vicinanze
della città, mentre il 30% viene trasbordato.
Ciò lascia appena un 30% a disposizione per il trasporto
a lunga distanza, del quale la ferrovia controlla il 70% circa.
C'è una montagna da scalare per il Benelux, perciò.
Il problema è complicato dal gran numero di terminal che
devo essere serviti a Rotterdam ed Anversa.
Ciò significa che invece di inviare i treni interi da
ciascun terminal direttamente all'hinterland, normalmente occorre
perdere tempo per formare i convogli con i carri provenienti da
terminal diversi, allo scopo di formare treni carichi abbastanza
completi.
Anche se entrambi i porti hanno recentemente investito
notevolmente in piazzali di smistamento moderni, le operazioni
restano ben lungi dall'essere ideali, per ovvie ragioni, in
particolare ad Anversa, dove esistono terminal sulle due rive della
Schelda.
Non sorprende, pertanto, che si sia appreso che la sua Autorità
Portuale sia intenzionata a dare il via a servizi navetta propri.
Il problema è aggravato dal modo frammentato con cui
viene controllato il trasporto terrestre.
Esso rende più complicato per i servizi aggiuntivi
ferroviari e fluviali in ciascun terminal il compito di mettere
assieme una sufficiente base di carico.
Le informazioni a questo riguardo sono difficili da reperire,
ma la tabella 3 riporta l'esperienza della Maersk Line a Rotterdam
nel 2007 e come questa si confronti con la ripartizione modale del
porto di Rotterdam nel 2006, nonché con i suoi obiettivi per
il 2035.
Tabella 3: Prestazioni della Maersk Line a Rotterdam nel
2007
Controllo del carico
Chiatta
Ferrovia
Strada
Trasporto del vettore marittimo
42%
32%
25%
Trasporto del proprietario della merce
9%
27%
65%
Porto di Rotterdam (2006)
39%
13%
48%
Porto di Rotterdam - Obiettivo per il 2035
45%
20%
35%
Fonte: Maersk Line, Porto di Rotterdam
Come si può vedere, dove una parte ha abbastanza
traffico, come nel caso del trasporto terrestre controllato dal
vettore marittimo, vengono preferiti i servizi ferroviari e
fluviali, mentre nel caso del trasporto controllato dal proprietario
della merce, dove ci sono molte piccole agenzie di logistica in
lotta per piccoli margini, l'autotrasporto è più
popolare.
Restano valide altresì le argomentazioni delle società
ferroviarie circa la difficoltà di ottenere tracce
ferroviarie concordate con breve preavviso, anche se gran parte del
trasporto ferroviario da e per Anversa e Rotterdam adesso avviene di
notte, evitando di conseguenza la concomitanza con i servizi
paseggeri.
La mega-soluzione di Rotterdam di dare il via al proprio
collegamento ferroviario solo merci Betuwe lo scorso anno in
direzione del confine tedesco, a 160 km di distanza, promette molto
bene, ma deve ancora prendere piede a causa di difficoltà
tecniche.
Non molti treni sono già equipaggiati con il necessario
sistema europeo di sicurezza (ERTMS).
Peraltro, quando quel collegamento ferroviario allo stato
dell'arte decollerà, avrà il potenziale per cambiare
in modo significativo lo scenario modale nei Paesi Bassi.
Fra gli altri miglioramenti ferroviari introdotti a Rotterdam
lo scorso anno vi è un accordo fra società ferroviarie
per consentire ai loro locomotori di agganciare i carri altrui
reciprocamente in condizioni standard.
Fino a questo momento, pochi avevano tentato di farlo per
timore di conseguenze legali.
Pertanto, se una colonna di carri carichi di contenitori ferma
in un terminal aveva bisogno di essere smistata, doveva star lì
sino a quando un locomotore appartenente alla stessa società
non fosse arrivato ad agganciarla.
Adesso, il locomotore di un'altra società impegnato in
un altro servizio può più facilmente essere utilizzato
per questo lavoro.
Questo sviluppo evidenzia come possano essere fatte cose
semplici per migliorare l'affidabilità del servizio
ferroviario, rispetto al nascondersi dietro ad una inutile difesa ad
oltranza di infrastrutture ferroviarie inefficienti.
Anche il porto in rapida crescita di Amsterdam condivide la
gestione del collegamento ferroviario Betuwe.
Lo scorso anno, solo il 10% dei traffici portuali è
stato movimentato per ferrovia, mentre le idrovie (40%) e la strada
(50%) hanno trasportato il resto.
Come i porti di Rotterdam, Anversa e Zeebrugge, anch'esso è
in durissima concorrenza per i carichi da e per il più grande
porto interno europeo, Duisburg in Germania, i cui traffici
ferroviari lo scorso anno sono aumentati di un impressionante 23%
sino a 531.000 TEU.
Tale risultato dimostra come mai le società ferroviarie
esterne, come la Deutsche Bahn Intermodal, desiderino una fetta
maggiore della torta.
Il dr. Sebastian Jurgens, c.e.o. del porto, che recentemente ha
chiarito come Rotterdam venga considerata un ‘importante area
di crescita, commenta al riguardo: "Ad Amburgo, la ferrovia ha
una ripartizione modale del 32%, mentre nel caso di Rotterdam essa è
del solo 11%.
C'è ancora un sacco di spazio oltre quella cifra e noi
vorremmo sfruttare quel potenziale con nuovi servizi coordinati,
quale la realizzazione di nuovi servizi del tipo hub and spoke".
Peraltro, è improbabile che gli autotrasportatori
restino fermi abbastanza a lungo perché ciò possa
realizzarsi facilmente.
La congestione dei traffici stradali potrà anche
diventare peggiore ed i costi del carburante, che rappresentano
oltre il 50% dei loro costi di esercizio, stanno ancora crescendo,
ma nulla per il momento si avvicina alla flessibilità offerta
dai camion.
Si potrebbe giustificare chi pensa che la loro posizione
concorrenziale a Zeebrugge, che non è circondato da una città
tentacolare e dispone di due soli terminal, sarebbe meno favorevole,
ma, anche lì, hanno chiuso lo scorso anno con una quota di
mercato del 57,3%.
Nel totale di questi calcoli è compreso il 14,9% dei
carichi di trasbordo; tuttavia, pur escludendo tale apporto, la
quota sarebbe comunque stata più elevata.
La quota di mercato della strada, ciononostante, era stata
inferiore nell'ordine del 2,7% nel 2006, probabilmente a causa della
crescente presenza nel porto della Maersk Line e della CMA CGM.
Al contrario, la quota di mercato delle ferrovie è
aumentata dal 16% al 18,2% (riferita al totale compresi i carichi di
trasbordo) in ragione del miglioramento dei servizi da Duisburg a
Mannheim.
La situazione apparirebbe molto diversa se meno carichi di
passaggio a Zeebrugge venissero invece spediti ai sensi di una
polizza di carico ad Anversa ed indirizzata direttamente alla volta
dei locali degli importatori/esportatori. (da:
Containerisation International, maggio 2008, pagg. 65-67)
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