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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXVI - Numero 8/2008 - AGOSTO 2008
Porti
Rallentano i porti
cinesi
I porti cinesi hanno
fatto registrare un tasso di crescita molto più lento nei
propri risultati in termini di contenitori relativi ai primi quattro
mesi del 2008 rispetto al medesimo periodo del 2007.
I porti del paese,
infatti, hanno movimentato in totale 39,7 milioni di TEU fra gennaio
e la fine di aprile, con un incremento del 17,4% rispetto allo
scorso anno (v. tabella).
Si tratta di un
risultato notevolmente inferiore rispetto al 24,3% sperimentato da
un anno all'altro fra il 2006 ed il 2007.
Anche se al momento
non vi sono statistiche attendibili, si ritiene diffusamente che,
anche se il tasso di crescita delle esportazioni dalla Cina sta
calando, il tasso di crescita delle importazioni sia invece in
aumento.
Presi singolarmente,
quasi tutti i primi otto porti containerizzati cinesi (escludendo
Hong Kong) hanno fatto registrare tassi di crescita più
deboli; l'aumento relativo a Shanghai è arrivato appena
all'11,4% (circa 9 milioni di TEU).
Nei primi 4 mesi del
2007, i traffici di box di Shanghai erano aumentati del 26,9%.
RISULTATI DEI
PRIMI OTTO PORTI DELLA CINA (GENNAIO-APRILE 2008)
2008
2007/2008
2006/2007
Porto
Volumi
(in milioni di TEU)
Crescita (%)
Crescita (%)
Shanghai
9
11,4
26,9
Shenzhen
6,65
12,6
9,4
Guangzhou
3,82
34,2
38,5
Ningbo Zhoushan
3,39
18,8
39,5
Qingdao
3,28
9,7
26,9
Tianjin
2,61
21,7
23,8
Xiamen
1,54
8,6
16,3
Dalian
1,37
25,5
20
Fonte: Società
Anche Ningbo, uno dei
porti per box del paese dalla crescita più rapida, negli
ultimi anni ha assistito ad un rallentamento, dal momento che i 3,4
milioni di TEU movimentati hanno corrisposto ad una crescita del
18,8%.
Nel corrispondente
periodo del 2007, i risultati del porto erano aumentati del 40%
circa.
Un recente rapporto
pubblicato dal Credit Suisse (“Ricerca economica sui mercati
emergenti”) sostiene che il settore delle esportazioni cinesi
ha dovuto subire l'aumento dei costi salariali,
l'apprezzamento della valuta, gli elevati prezzi dei materiali
e dell'energia e la riduzione dei rimborsi fiscali.
Aggiunge la
pubblicazione: “Pensiamo che la fine di un'era sia
appena cominciata per quanto riguarda il possente settore delle
esportazioni in Cina.
Le attuali condizioni
probabilmente andranno al di là della flessione ciclica
causata dalla recessione statunitense”.
Una visione economica
inerente alla Cina dell'OECD (Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sostiene ulteriormente che il
contributo delle esportazioni nette, dal momento che è in
fase di calo, comporterà un effetto dirompente sul PIL del
paese.
Il rapporto afferma
che la crescita del PIL cinese è stata dell'11,9% nel
2007, ma prevede che essa cali sino al 10% quest'anno e si
riduca ulteriormente sino al 9,5% nel 2009.
Peraltro, anche se
nella visione dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico si afferma che il contributo delle esportazioni
sta diminuendo, nel suo contesto si suggerisce altresì che
l'apporto delle importazioni è ancora forte, dal
momento che, nell'opinione dell'OECD, “si prevede
che la crescita della domanda interna resti sostenuta in futuro, dal
momento che i redditi fiorenti indurranno un aumento dei
consumi”. (da: Containerisation International, luglio
2008, pag. 31)
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